Quando sotto l’albero di Natale c’è il carbone… il diabete alimentare

Il diabete mellito di tipo 2 o più comunemente diabete alimentare è una patologia ahimè con un’incidenza alta ed è la conseguenza di un fenomeno biochimico soprannominato iperglicemia,

ovvero di elevate quantità di glucosio nel sangue.

Multifattoriale, determinato quasi sempre da una predisposizione genetica o familiare e dall’azione di fattori ambientali (soprattutto di tipo addominale) e da un’alimentazione sbilanciata, ricca di grassi saturi e zuccheri semplici. L’aumento di zuccheri nel sangue può essere senza sintomi o manifestarsi con sintomi non specifici (come sete persistente o aumento del senso di fame associato a calo ponderale). La diagnosi viene effettuata tramite l’esecuzione di esami ematici.

E’ molto importante diagnosticare e trattare il diabete nel migliore dei modi, perché col tempo la malattia può provocare complicanze anche molto gravi, soprattutto a livello della retina, del rene e del cuore. Spesso, il diabete si associa ad altre malattie metaboliche, come l’ipertensione arteriosa e le dislipidemie; in questi casi si parla di sindrome metabolica. Il diabete di tipo 2 deve essere curato dal diabetologo con una farmacoterapia appropriata. Un regime alimentare appropriato è quasi sempre la chiave di volta; l’aiuto di uno specialista come il nutrizionista o il dietologo sono indispensabili se non per la risoluzione almeno per la stabilità della patologia. Il buon senso purtroppo non sempre è sufficiente… ci sono prodotti come frutta ritenuti sani nel pensiero comune... ma biochimicamente sono zuccheri e quindi possono risultare dannosi in individui che soffrono di diabete alimentare.

Il regime alimentare proposto prevede spesso:

1. il raggiungimento e/o mantenimento di un peso corporeo desiderabile,

2. la prevenzione dell’iper o ipoglicemia,

3. la riduzione del rischio per la retina o per l’insufficienza cardiaca.

Il nutrizionista quasi sempre consiglia:

• Ridurre il consumo di zuccheri semplici,

• Ridurre il consumo di grassi saturi,

• Incrementare il consumo di fibre.

Nel seguire le indicazioni si deve però tenere conto che occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma allo stesso tempo per evitare la malnutrizione.

a cura dott.ssa Valentina De Matteis
nutrizionista - Palestrina (RM)