l’alfabeto del rispetto...
A rispetto per l’Ambiente: abbiamo un solo pianeta a disposizione per i nostri figli e nipoti, è nostro dovere preservarlo per loro.
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A rispetto per l’Ambiente: abbiamo un solo pianeta a disposizione per i nostri figli e nipoti, è nostro dovere preservarlo per loro.
Questa volta non parlerò dei nostri bambini ma dei loro genitori, non parlerò dell’importanza della cultura per la loro vita futura ma
Questa frase che ho letto tanti anni fa, a mio avviso sintetizza nel migliore dei modi ciò che noi genitori dovremmo fare per educare al meglio un figlio.
C’era scritto “sorrisiamo” sul braccialetto che mi regalarono i colleghi Clowns Dottori la prima volta che ci incontrammo nel reparto di Pediatria che dirigevo...
Siamo ben 12 milioni e mezzo solo in Italia e siamo un “esercito di volontari” che si è ritrovato, a sua insaputa, ad affrontare compiti a dir poco da supereroi.
Nella vita di un pediatra l’attenzione è ovviamente sempre riservata al bambino che ti viene affidato, ma l’osservazione dei rapporti esistenti fra figli e genitori è parte essenziale per un percorso corretto di assistenza e cura.
Il periodo invernale, per molti genitori, rappresenta una dei periodi più impegnativi dell’anno.
Parlare delle molteplici interazioni fra genitori e figli è per me che pure sono una pediatra “esperta”, per non dire “anziana”, un argomento abbastanza fuori portata …
Provare empatia per gli altri, saper condividere le proprie cose ed i propri sentimenti, aver bisogno di una presenza accanto calda, accogliente, rassicurante,
Noi genitori abbiamo messo così tanta attenzione nello spiegare ai nostri figli il rispetto e l’amore per la natura e quanto essa vada accudita e difesa affinché rimanga bella ed ospitale per le generazioni future...
L’asma è una malattia infiammatoria cronica che provoca sintomi quali respiro sibilante, dispnea, costrizione toracica e tosse che variano nel tempo, nell’insorgenza, nella frequenza e nell’intensità, e sono associati ad una limitazione al flusso aereo.
Io sono nata prima della televisione ed ho vissuto, bambina, l’elettrizzante periodo in cui nel tardo pomeriggio si usciva di casa non per “l’apericena”
“Dottoressa, vorrei fare un controllo al mio bimbo di sei mesi, perché comincia il Nido. Le chiedo anche qualche rimedio naturale per farlo ammalare meno, visto che tutti mi dicono che al Nido ci si ammala di più”.
Quando mia figlia aveva 4 anni, decidemmo di trasferirci in un casa immersa nel verde...
Sara una ragazza, ora sedicenne, all’età di dieci anni in seguito alla morte di sua nonna con la quale viveva quasi tutti i giorni, iniziò ad avere crisi di ansia senza causa apparente, il rendimento scolastico cominciava a diminuire,
Prima di scrivere questo articolo ho interpellato un’amica educatrice cinofila per avere da lei delle dritte “indipendenti” in quanto sull’argomento io sono molto di parte...
“Analfabetismo emotivo” è una spiacevole definizione, ma racconta, purtroppo, uno spaccato della società in cui viviamo.
Vestivamo ancora alla marinara e noi bambini avevamo sul braccio due piccoli marchi segni della vaccinazione anti vaiolo che all’epoca, sembra un’eternità fa, era l’unica obbligatoria.
Bene, le vacanze sono finite, si torna tutti a casa, si riorganizza la vita in vista dell’inizio di un nuovo anno.
Negli anni davvero molto è cambiato per ciò che concerne la famiglia, sia per il modo in cui oggi viene vissuto il ruolo di padre e madre all’interno di essa, sia per la composizione stessa del nucleo familiare.
Definizione: la patologia statisticamente più diffusa fra i 6 mesi e i 3 anni.
Le Neuroscienze ci insegnano come esista un sistema nella biologia umana per adattarsi alle diverse condizioni di stress denominato PNEIM: Psico – neuro – endocrino – immunologico - metabolico.
“Caro Babbo, è passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho scritto: ricordo bene che avevo 6 anni e ti chiesi una batteria e Tu me la portasti purtroppo...
Dico purtroppo perché ero troppo giovane per valutare le conseguenze di questa mia richiesta e Tu troppo buono per non accontentarmi, da allora però mia mamma cominciò a soffrire di terribili emicranie,
Nel lontano 1999 il grande Giovanni Bollea scriveva il libro "Le madri non sbagliano mai" che ha rassicurato generazioni di genitori alle prime armi ma che mi pare ormai un po' superato...
Se la nostra vita fosse un film avrebbe senza dubbio una colonna sonora a sottolinearne i momenti più salienti, in realtà a ben pensarci la vita di ognuno di noi una colonna sonora ce l'ha già:
Questa frase, quanto è duro pronunciarla, eppure come pediatra da oltre 35 anni mi è capitato di doverla dire più volte.
"Babbo Natale è un cattivo maestro in fatto di salute"... lo afferma su una prestigiosa rivista internazionale il Professore australiano Nathan Grills che punta il dito sul pericoloso "stile di vita" del caro vecchietto vestito di rosso!
Caro Collega Dottore Clown, abbiamo lavorato insieme per molti anni nella stesso Reparto per curare bambini più o meno malati, io con le cose che ho imparato sui libri e con le medicine che le case farmaceutiche mi hanno di volta in volta fornito, Tu con quello che senti nel cuore e con trapianti di nasi rossi, trasfusioni di cioccolata e iniezioni giganti di allegria.
Oggi è il 10 maggio 2030, fra poco il mio nipotino di 4 anni verrà a trovarmi, è il suo compleanno e viene a prendere il regalo della nonna...
E' l'ora della nanna e, come tutte le sere, la mamma tiene fra le braccia il suo paffuto lattantino di sei mesi, canta a mezza voce una ninna nanna mentre lui, a poco a poco, socchiude gli occhietti e si addormenta;
Poiché il sistema immunitario è ancora in via di sviluppo, i neonati hanno una maggiore probabilità di prendere raffreddori nel primo anno di vita. Esplorano in continuazione, toccano e mettono in bocca tutto, quindi anche oggetti contaminati.
Mamma cara, ho solo pochi mesi e tu mi hai portato dal pediatra già un sacco di volte!
Le vaccinazioni sono un argomento molto importante su cui tanto si discute e si dibatte: facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento...
Se state per partire per le vacanze, non dimenticate di preparare una piccola valigia per i farmaci che potrebbero essere molto utili per fronteggiare alcuni inconvenienti in modo tempestivo e rapido.
Nel programmare un viaggio non pensate ai bambini né come a degli scomodi e problematici compagni né al fulcro delle vostre attenzioni ma semplicemente come a componenti di un gruppo che devono divertirsi come tutti senza stancarsi troppo e magari imparando qualcosa.
La terapia farmacologica è difficilmente riconducibile a schemi fissi e precostituiti, a causa delle diverse manifestazioni cliniche.
Starnuti, occhi rossi, naso che cola, pruriti e una scorta di fazzoletti sempre a portata di mano: ecco sta arrivando la primavera! E insieme al primo sole si affacciano anche le allergie che ce la mettono tutta per rovinarci una bella passeggiata all'aria aperta... Ma cosa succede?
Io ho un'unica figlia, Maura, con lei ho commesso, in campo sportivo, tutti gli errori che un genitore inesperto possa fare...
L'inverno dovrebbe essere alle porte ma le temperature che ci hanno accompagnato in questo autunno sono state fin troppo calde.
Lavarsi i denti è un gesto fondamentale per la cura della propria salute e, come tanti gesti imprescindibili, è tanto più efficace quanto più diventa un’abitudine consolidata. Scopriamo insieme come creare questa buona abitudine in maniera divertente!
Nei periodi di grande cambiamento è fondamentale ricordarci dell’importanza dei rituali, momenti fondamentali per l’equilibrio psicofisico dei nostri piccoli, fra cui c’è senza dubbio il rituale del lavarsi i denti...
Come abbiamo spesso ricordato, gli appuntamenti fondamentali con il lavaggio dei denti per un bambino in età scolare e prescolare sono due, mattina e sera.
Ci sono casi in cui “giocare è una cosa seria”, e aver cura dei propri denti è uno di questi... Come curare l’igiene orale può diventare un “gioco”? I nostri bambini possono, anzi devono, considerare la routine dell’igiene orale e gli incontri dal dentista come importanti e perché no... divertenti!
Le feste natalizie portano in tavola tante leccornie, molte delle quali a base di dolci e zuccheri che, come ben sappiamo, non sono i migliori alleati dei denti dei nostri bambini ... e nemmeno dei nostri!
Da bambini, ma anche da adulti, avere alcuni timori prima di andare dal dentista è naturale. Non tutti reagiamo nello stesso modo e non tutti sopportiamo allo stesso livello gli stimoli dolorosi.
Come si saranno chiesti molti genitori, è meglio dare o non dare il fluoro ai nostri figli? La risposta è semplice: il fluoro è un elemento benefico e la fluoroprofilassi è una strategia vincente contro la carie.
Se dal dentista non c’è mai andato, probabilmente ne ha sentito parlare negativamente: è possibile che sia successo in casa?
Tutti i genitori sanno, perché sono stati bambini a loro volta, che le caramelle fanno male, che troppi dolci fanno male, che se non ci laviamo i denti è pericoloso, che andare dal dentista non è divertente, ma è necessario.
La nostra bocca è una macchina perfetta: il suo funzionamento è garantito per un tempo lunghissimo, a patto che che ci prendiamo cura dei denti e delle gengive in maniera costante e scrupolosa.
Talvolta la dimensione dei denti è maggiore dello spazio disponibile. Si parla, in questi casi, di affollamento dentale che può compromettere in futuro l’estetica del loro viso.
Entro i 6 anni di vita è necessario far fare ai nostri bambini la prima visita dal pedodontista, il dentista dei più piccoli. Sarà in quell’occasione che il professionista si accorgerà di una eventuale malocclusione della sua bocca.
All’interno della bocca oltre alla carie, che è la patologia più diffusa nell’uomo, possono presentarsi manifestazioni a carico dei tessuti molli, che costituiscono il rivestimento interno della bocca e che formano la mucosa orale.
Andare dal dentista fa paura agli adulti, figuriamoci ai più piccoli. Ecco perché per i bimbi spaventati l’utilizzo della sedazione cosciente con protossido d’azoto può trasformarsi in un vero e proprio toccasana.
La paura del dentista è generalmente legata ad esperienze negative vissute in età precoce in prima persona o, in molti casi, legata a racconti di amici o parenti.
Secondo le Linee Guida dell’AAO (Associazione Americana degli Ortodontisti) è opportuno sottoporre ogni bambino a visita ortodontica entro i 6 anni.
È importante curare l’igiene della bocca del bambino sin dai primi mesi di vita. Al bimbo ancora molto piccolo tutto può essere proposto come un gioco...
Forse non tutti lo sanno, ma è possibile recuperare un dente che si spezza o cade a causa di un trauma.
È importante valutare il bambino in toto per far sì che l’intercettazione di uno squilibrio precoce permetta di ottenere uno sviluppo armonico totale del piccolo paziente.
Lo sport più comune fra i genitori è quello purtroppo di sottovalutare la salute della bocca dei propri figli.
I bambini hanno 20 denti da latte che iniziano ad erompere dai 6 mesi ai 3 anni con progressione che può essere lenta o veloce, precoce o tardiva.
Ci sono bimbi che mettono il primo dente, che di solito è l’incisivo inferiore, già a 4 mesi ed altri che aspettano i 10, 11 anche 12 mesi; è la natura che decide e soprattutto non c’è da preoccuparsi!
Dopo anni di battaglie, divertimento ed esperienza con i bambini ho voluto scegliere alcune tra le molte domande che mi vengono più spesso poste dai genitori dei miei piccoli pazienti.
Con l’inizio della scuola e delle attività sportive torna ad essere molto importante il tema della gestione immediata dei traumi dentali nei ragazzi con fascia di età 0-18 anni.
Non è mai troppo presto per cominciare a lavarsi i denti. Così come non è necessario aspettare la prima carie per portare i nostri figli a conoscere chi li aiuterà ad avere cura della propria bocca...E a trasformare questa pratica in una irrinunciabile abitudine quotidiana.
Gli inglesi la chiamano molar incisor hypomineralization ed è una delle patologie dentarie più diffuse in età pediatrica: l’ipomineralizzazione
La paura del dentista è una sensazione molto diffusa sia tra gli adulti che tra i bambini... può essere dovuta ad esperienze passate negative oppure può essere causata solo dal racconto di qualcuno.
Ortodonzia significa letteralmente “denti dritti”. È evidente però che l’ortodontista non si occupa solo di “raddrizzare denti storti”...
Il compito principale del Pedodontista non è solo curare le patologie orali del piccolo paziente, ma creare una personalità che non abbia nessun timore nell’affrontare le terapie odontoiatriche...
Una corretta igiene orale è necessaria per la prevenzione della carie e delle malattie dei tessuti di sostegno dei denti...
Avere cura dei propri denti ed essere orgogliosi del proprio sorriso è un’abitudine da trasmettere il prima possibile ai nostri figli.
I bambini e gli adolescenti di oggi sono sempre più esposti a stimoli esagerati: televisione, videogiochi e social network li sottopongono a stimoli tipici degli adulti come competizione, aggressività, bisogno di approvazione…
Nei bambini, l’operatività dell’ortodontista si concretizza soprattutto nella cosidetta “Ortodonzia Intercettiva” (o fase I) una terapia precoce che ha lo scopo di correggere disarmonie prevalentemente di natura scheletrica che,
La pratica sportiva fa senz’altro bene alla salute, tuttavia può essere fonte di traumi in particolare sui denti.
Nella cura ortodontica di un bambino è prima di tutto importante creare una sinergia fra medico e famiglia per assicurare al piccolo paziente un’esperienza che gli permetta di vivere la relazione con la visita dentistica in maniera positiva e senza pregiudizi
Un’attenta igiene è fondamentale per mantenere in salute la bocca dei nostri bambini e ancor maggiore attenzione deve essere prestata da chi porta apparecchi ortodontici fissi per evitare danni a denti e gengive.
Serrare, digrignare o battere i denti, sono alcune delle azioni più frequenti che possono essere ricondotte ad una parafunzione orale e cioè ad un movimento della bocca non finalizzato ad uno scopo, che nello specifico è chiamato bruxismo.
Sempre più bambini necessitano di cure ortodontiche, pare infatti che l’87% dei bambini, avendo denti malposizionati, necessiti di apparecchi fissi o mobili...
Perché un cavallo nella Pampas muore a 20 anni, quando ha erba, acqua e spazi liberi senza predatori, invece che campare 40 anni?” questa la domanda di un eminente relatore ad un Convegno Odontoiatrico. La risposta:
Il Ministero della Salute ha approvato le nuove Linee guida per la prevenzione della salute orale in età pediatrica.
Le visite periodiche dal dentista sono ormai un fondamento della nostra società avanzata. Anche per i bambini è importantissimo attenersi a questo salutare principio.
Quando si parla di agenesie dentarie si intende l’assenza di uno o più denti, che può interessare sia la dentizione decidua (denti da latte) sia, con maggior frequenza, la dentizione permanente.
Il DENTISTA PEDIATRICO è un professionista che ha conseguito una formazione specifica in ambito di cure odontoiatriche del bambino non solo per quanto riguarda le tecniche migliori per la cura dei denti da latte e la prevenzione, ma anche sul corretto approccio al piccolo paziente.
Un tempo c’era un detto: ogni figlio, un dente in meno. Ma era l’epoca in cui le cure dentarie erano scarse e inadeguate...
Molto spesso quando si chiede a un genitore se è importante curare i denti da latte, la risposta è NO! E quando gli si chiede il motivo, le risposte sono le più disparate:
L’obiettivo di una corretta terapia ortodontica non è solo il miglioramento della posizione dei denti, ma anche una crescita armonica del volto e di tutta la bocca (ortopedia dento-facciale).
I genitori dovrebbero portare il bambino dal dentista per una prima visita già dall’età di 3 anni, cioè quando tutti i denti da latte sono presenti in bocca.
Gelati, succhi di frutta, snack. L’estate rischia di diventare un incubo per i dentini dei più piccoli, con un consumo maggiore di cibi fuori pasto e il conseguente rischio d’insorgenza della carie e di altri problemi del cavo orale.
Sono sempre più frequenti eventi traumatici in seguito a cadute accidentali intervenute in ambienti domestici, scolastici, sportivi, piscine, ma anche durante il tempo libero per uso di monopattini, biciclette e pattini a rotelle.
La salute orale del bambino è un obiettivo per i genitori che sanno quanto sia importante per la qualità di vita del bambino.
L’educazione ad una corretta alimentazione ha un effetto positivo sia sulle generali condizioni di salute in età adulta che sulla riduzione delle malattie del cavo orale (carie e malattia parodontale).
Intorno ai 5 anni i dentini da latte possono cominciare a dondolare per dare il cambio ai denti definitivi.
Tra l'autunno e la primavera i bambini si ammalano di frequente per raffreddori e influenze. Alcune volte, però, le malattie infiammatorie ricorrenti, quali riniti e, soprattutto, otiti possono avere un'origine ortopedica, dovuta al minor sviluppo del palato.
In questo periodo di grande considerazione per l’estetica vorremo tutti che i nostri figli avessero una dentatura perfetta.
Ecco una frase che non vorremo mai sentire dal nostro bambino! Spesso, nonostante la nostra attenzione nell’igiene dentale, bambini di 4-5 anni cominciano ad avere alcuni dentini cariati.
La prima visita dal dentista dovrebbe essere per nostro figlio un momento importante di autoconoscenza e di educazione all'igiene.
I denti dei nostri figli sono per i genitori fonte di attenzione, preoccupazione e spesso causa di fastidiose notti insonni!
L'incidenza di patologie di interesse odontoiatrico, in età pediatrica così come in età adulta, resta elevata. Diventa necessario quindi promuovere interventi preventivi, primo fra tutti una corretta igiene orale quotidiana.
Grazie alla scienza oftalmica, esistono oggi dei sistemi innovativi per migliorare la miopia, sia per noi adulti che per i nostri bambini o adolescenti che siano. Vediamo quali...
Scopriamolo con questi semplici e utilissimi accorgimenti! Un bambino con difficoltà visive non corrette, avrà difficoltà a “vedere” e quindi a imparare, scrivere, leggere la lavagna, praticare sport, ecc... La scuola è appena ricominciata e, in questo periodo diciamo complicato, i nostri “cuccioli” e anche per noi che abbiamo vissuto in una bolla virtuale, giocando, studiando, lavorando ed anche chiacchierando con gli amici, tramite telefonini, tablet, computer, sforzando i nostri occhi a lavorare in condizioni non ottimali di luce, contrasto e distanza prossimale.
La miopia è una condizione il cui sintomo più evidente è la scarsa visione da lontano, che obbliga ad utilizzare un sistema correttivo come gli occhiali
“Mens sana in corpore sano”, un antico insegnamento che ci è stato tramandato attraverso gli scritti del poeta e retore romano Giovenale, che letteralmente vuol dire: “una mente sana in un corpo sano”.
L’apprendimento di tutte quelle abilità coinvolte nella relazione con gli altri avviene in tutti i contesti: in primo luogo a casa con i genitori ma anche a scuola e nelle attività sportive o extrascolastiche.
E noi adulti come dobbiamo rapportarci con il momento del gioco per rispettare al massimo ogni sua fase? Sicuramente con i piccolini basta la nostra presenza: lasciamoli esplorare, così potranno fare esperienze differenti.
Molti problemi alla vista possono aver origine da carenze nutrizionali, in particolare vitamine e sali minerali. Cattive abitudini alimentari possono infatti compromettere il nostro occhio e la nostra vista sia nell’immediato che nel futuro.
Per scegliere la montatura giusta per nostro figlio bisogna considerare vari aspetti affinché risulti adeguata al suo difetto/alterazione visiva,
Le vacanze estive sono il momento più atteso dell’anno e, con il suo carico di vitamina D, il sole può trasformarsi in un grande alleato della nostra salute e di quella dei nostri figli.
Nella nostra mente estate significa sole, caldo e giornate più lunghe. Durante il periodo estivo le belle giornate ci spingono a stare di più all’aria aperta, a fare più attività fisica, a fare più tardi la sera per goderci il fresco, il tutto magari con le lenti a contatto indossate.
Successivamente all’elaborazione della diagnosi di DSA, effettuata dal neuropsichiatra infantile, risulta necessario l’attuazione di un progetto riabilitativo...
Io sono Ben insegnante di ju jitsu del team Ju Jitsu SHINSEN, atleta della nazionale italiana, campione italiano, bronzo europeo e mondiale. Voglio parlare del Ju Jitsu sport quasi completamente sconosciuto.
Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom degli occhiali da sole, non più considerati esclusivamente come oggetti per attenuare l’abbagliamento dalla luce solare, ma anche come accessori di moda e di costume.
Come ormai è risaputo, le lenti a contatto sono dispositivi medici che vengono applicati sulla superficie oculare per la correzione di qualsiasi difetto visivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo), anche nel caso tali difetti siano presenti contemporaneamente.
Con questa storia cercherò di trasmettere notizie suuna noiosa ma curabile malattia cutanea virale, cherichiede attenzione, pazienza e “care” per i nostrifigli... oltre a intelligenti azioni di igiene preventiva. Perchè siamo noi i loro primi medici.
L’esposizione solare nei bambini è assolutamente raccomandata per la produzione della vitamina D (contrasta il rachitismo).
L’inestimabile vantaggio di molte specie tra cui i nostri amici cani e gatti, è lo spiccato sviluppo della vista, dell’udito e dell’olfatto, sensi che superano di gran lunga i nostri umani.
Lo shiatsu é una relazione “con tatto” che ci aiuta ad aprirci meglio al mondo e agli altri. La mente ed il corpo, senza dimenticare l’anima, comunicano, si amano, si allontanano e si cercano.
Lo sapevi che? Anche quando si è rilassati davanti agli schermi, gli occhi non smettono di lavorare. I muscoli oculari sono a riposo solo quando osservano oggetti distanti più di 6 metri.
Nella precedente uscita vi ho già spiegato perché i bambini rischiano di diventare miopi all’età di 7/8 anni, ma questa volta voglio soffermarmi sulla stretta connessione tra vista e postura.
Anche in Italia va sempre piú diffondendosi la pratica del babywearing (letteralmente “indossare i bambini”).
Avete mai sentito parlare di ambliopia o di occhio pigro? Dovete sapere che il sistema visivo in un bambino si sviluppa gradualmente:
Oggi è cambiato il modo di vedere e di usare la vista e la tecnologia incide negativamente su questo cambiamento.
”Il massaggio è un’arte sottile, non si tratta soltanto di abilità, ma piuttosto d’amore... La tecnica va conosciuta e poi dimenticata perché tutto passa attraverso i sensi, l’energia e lo scambio.” Il CRIS massage non è un semplice massaggio, ma piuttosto una tecnica per trattare il corpo nella sua totalità, aiutandolo a tonificarsi e rilassarsi, un modo per accompagnare le persone attraverso un percorso di maggiore benessere e consapevolezza.
La difficoltà maggiore per un celiaco oggi, non è trovare degli alimenti che siano privi di glutine, ma piuttosto alimenti che siano biologici e integrali.Molti bambini celiaci che arrivano nel mio studio sono sovrappeso o hanno problematiche di pelle, allergie, problemi intestinali, intolleranze, ecc...
“Osserva gli occhi di un bambino, la loro freschezza, la loro radiosa vitalità, la loro vivacità. Assomigliano a uno specchio, silenzioso ma penetrante: solo occhi simili possono raggiungere le profondità del mondo interiore” Osho Rajneesh
“Da lunedì comincio la dieta!” Quante volte abbiamo sentito questa frase?
Il movimento fisico assume, per ogni epoca, differenti valori e connotazioni, ed è importante, anzi fondamentale, conoscere questi aspetti.
Chi siamo, come pensiamo e come ci muoviamo nel mondo? Lo sguardo, il tono della voce, il movimento del corpo o il suo non movimento, danno segnali e comunicano come effettivamente siamo, al di lá di ció che dichiariamo verbalmente:
L’allergia è una manifestazione clinica che può coinvolgere diversi apparati, dovuta a una risposta esagerata e dannosa del sistema immunitario a sostanze normalmente innocue e ahimè, anche i nostri amici animali possono essere fonte di problemi. I più coinvolti sono quelli che vivono negli ambienti domestici: gatti, cani, criceti, conigli o che entrano a contatto con l’uomo per motivi di lavoro e sport, come topi, cavie o cavalli, per chi lavora nei laboratori di ricerca o pratica equitazione.
Il contatto diretto con l’animale può non essere necessario per scatenare la reazione allergica poiché gli ambienti dove l’animale soggiorna sono di per sé contaminati. Nelle case, gli allergeni possono essere rilevati nella polvere domestica e nell’aria; inoltre, trasportati a scuola e nei luoghi di lavoro da abiti e capelli, possono contribuire a nuove sensibilizzazioni in compagni di classe e colleghi di lavoro già affetti da altre allergie di tipo respiratorio (come quelle derivanti dai pollini e dagli acari della polvere) causandone la sensibilizzazione anche verso gli animali.
Il più importante allergene del gatto (Fel d1), tra i più coinvolti nelle reazioni allergiche, viene prodotto in quantità maggiori dai gatti maschi, particolarmente da quelli non castrati; dalle cellule sebacee si deposita sull’epidermide, sui peli e passa nell’aria sottoforma di piccole particelle (2-5 micron) che inalate possono raggiungere le vie aeree più basse. Tali particelle sono quindi potenzialmente capaci di scatenare non solo sintomi oculari e a carico delle cavità nasali, ma anche episodi di asma bronchiale.
Gli amanti degli animali che sono affetti da allergia all’epitelio di gatti e cani non devono però disperare!
Possono sottoporsi a un percorso di desensibilizzazione attraverso la somministrazione di un’immunoterapia allergene specifica con l’obiettivo di ridurre lo stato di ipersensibilità del sistema immunitario: attraverso una rimodulazione della risposta immune s’instaura una nuova tolleranza verso questi allergeni riducendo sensibilmente le manifestazioni cliniche ad essi correlati.
A questo si possono associare alcune misure d’igiene corrette per minimizzare l’esposizione agli allergeni in casa al fine di migliorare la convivenza e salvaguardare la relazione affettiva instaurata con l’animale domestico. Occorre precisare tuttavia che l’efficacia di tali misure non sono state ancora dimostrate da studi rigorosi.
L’allontanamento del nostro amato animale e la relativa igienizzazione definitiva degli ambienti rimangono le ultime possibilità da percorrere per risolvere il problema dell’allergia.
a cura dott. Pietro Galati
medico chirurgo specialista in allergologia e immunologia clinica
Il Sars Covid-19 ha riacceso l’attenzione sull’importanza della prevenzione e del rinforzo delle nostre difese immunitarie e di quelle dei nostri bambini... Ma cos’è importante veramente e cosa dobbiamo fare in particolare? Prima di tutto è importante mantenere un corretto STILE DI VITA e ciò implica una corretta alimentazione, tanto movimento (soprattutto all’aria aperta) e un benessere psicologico. La parola “dieta” in greco significa “diaita” e cioè corretto stile di vita.
La qualità è un parametro oggettivo - ovvero universalmente riconosciuto - e anche soggettivo, perché dipende dalle necessità e dalle scelte di chi va a fare la spesa.
Negli ultimi anni è cambiata anche la percezione della qualità del cibo: si preferisce il biologico e tutto ciò che è considerato “naturale” ai cibi pronti e ricchi di conservanti.
La frutta dai mesi estivi fino all’autunno guadagna velocemente i primi posti della nostra alimentazione, dai miti pasti light con yogurt e frutta, alle rinfrescanti macedonie fino al trionfo di frutta come ornamenti nei nostri banquet di Festa.
Se ricerchi la dolcezza, la tua ricerca sarà senza fine, non sarai mai contento. Ma se cerchi il vero gusto, troverai ciò che cerchi.
L’allergia è l’espressione di un meccanismo di difesa da parte dell’organismo che cerca in tutti i modi di segnalare un suo disagio.
Innanzitutto, una premessa che sia un piccolo aiuto per tutte quelle giovani mamme che ogni anno mi affidano la loro alimentazione!
I primi 1000 giorni: 270 della gravidanza + primi due anni del bambino (365+365) sono, dal punto di vista biologico, i più importanti della sua vita.
Il periodo invernale ci ha lasciato qualche chilo di troppo? È arrivato il momento di rimboccarsi le maniche a darsi da fare per ritrovare una sana alimentazione che ci possa regalare anche un maggior benessere e leggerezza...
Quando ci prepariamo a festeggiare il compleanno del nostro bambino, o quando organizziamo un un pranzo o una cena potrà capitare che fra gli ospiti ci sia un bambino o un genitore celiaco.
Noi mamme si sa, lavoriamo tutto il giorno e spesso i nostri figli si ritrovano a condividere alcuni pasti della giornata con i nonni, pilastri fondamentali e insostituibili delle famiglie dei nostri giorni.
E’ arrivato il periodo più dolce e salato dell’anno: le feste natalizie. Anche quest'anno, è facile pensare a quante calorie in più ognuno di noi va incontro in pochi giorni.
Studiosi hanno stimato che nel giro di quattordici giorni (considerando in media il 24 dicembre come inizio e il 6 gennaio come termine) molte persone
Negli ultimi cinquanta anni abbiamo assistito a un progressivo cambiamento dello stile di vita e dei ritmi lavorativi che hanno comportato profonde modifiche nelle abitudini alimentari famigliari
Presente in natura solo in pochi alimenti, la vitamina D può essere prodotta dal nostro organismo se la pelle è esposta ai raggi del sole...
Siamo finalmente giunti nei mesi più colorati e “fruttuosi” dell’anno… Da maggio in poi sulle nostre tavole c’è la frutta più variegata e zuccherina.
Gli attuali livelli d’inquinamento, rischiano di compromettere pesantemente la salute del nostro pianeta, soprattutto con le attività produttive,
Fino a pochi anni fa si pensava che il bambino nascesse sterile. Nuovi studi dimostrano invece che durante la gravidanza
Uno Stile di Vita Sano e una Alimentazione appropriata sono importanti per ognuno, ma bisogna riconoscere che la cura di un corretto Equilibrio Nutrizionale non può esimersi ugualmente da un perfetto conteggio calorico:
Come spiega il dottor Woodford, insegnante presso l’Università Lincoln della Nuova Zelanda, il latte, oltre ad acqua, si compone di grasso, siero e solidi lattei (tra cui proteine, lattosio ed altri zuccheri).
La sorveglianza Okkio alla Salute, che documenta stato di salute ed abitudini alimentari dei ragazzi delle scuole primarie, evidenzia che nella nostra realtà 1 ragazzo su 3 è sovrappeso od obeso,
Spesso a noi mamme capita di assecondare i nostri figli quando chiedono merende viste in TV e associate a una sorpresa, invece dovremmo dar loro il buon esempio “sopravvivendo”
Un’attenzione alimentare “alta” nel mondo sportivo è sempre esistita, consapevoli di quanto una guida nutrizionale sana e mirata, di medici, biologi nutrizionisti e fisioterapisti,
Quello della dentizione è un momento delicato per i bimbi e non tutti la prendono allo stesso modo, ma per molti, già qualche settimana prima dello spuntare del dentino...
Siamo anche quello che mangiamo. Il cibo determina il nostro benessere psicofisico, infatti se mangiamo bene il nostro corpo e la nostra mente funzionano meglio.
Vorrei premettere alle mie riflessioni un dato di fatto: tra gli animali l’animale uomo è l’unico che da millenni, si è adattato all’ambiente imparando a sopravvivere e a nutrirsi con quanto
Cari genitori, dopo qualche anno di approfondimenti sulle varie tematiche nutrizionali, i dibattimenti e i consigli su come affrontare la nuova stagione imminente,
La primavera ha fatto ufficialmente il suo ingresso anche sul calendario e temperature sempre più gradevoli e sole alto in cielo sono complici di una voglia costantemente maggiore di stare all’aria aperta!
Oramai da diversi decenni esistono diversi gruppi di scienziati (biologi) di Alimentazione e Nutrizione Animale che sviluppano studi e ricerche nell’ambito dell’alimentazione degli animali
Pur essendo il nostro un paese completamente “immerso” nel Mediterraneo, le abitudini alimentari italiane non sono sempre aderenti ai suggerimenti della “dieta mediterranea”.
Il diabete mellito di tipo 2 o più comunemente diabete alimentare è una patologia ahimè con un’incidenza alta ed è la conseguenza di un fenomeno biochimico soprannominato iperglicemia,
Settembre: dopo lo svago estivo è ormai tempo di ritornare tra i banchi di scuola per affrontare un nuovo anno! Forse con un po’ di nostalgia per le vacanze appena trascorse,
La bella stagione è oramai alle spalle... e anche se l'autunno è piacevole bisogna cambiare alcune abitudini per fronteggiare al meglio i prossimi freddi e i primi malanni che la stagione fredda è solita offrirci.
Partito nel 2010 e promosso dal Ministero della Salute, il progetto si prefigge di sensibilizzare i genitori, attraverso i pediatri di famiglia, su come prevenire l’obesità infantile.
Settembre, ricomincia la scuola ed ecco che ricompaiono le classiche malattie “da comunità”. Tosse, raffreddori, pur senza costituire vere e proprie sindromi influenzali, tornano ad essere una compagnia stabile,
L'asparago o asparagio è un ortaggio di vita e fama millenaria…
Uno dei ricordi più belli che ho è quando da bambina per la festa di S. Giuseppe, il 19 marzo, riaprivano i chioschi dei gelatai.
Cari lettori. In questo articolo vorrei porre alla vostra attenzione un problema sociale molto serio. L’obesità infantile.
Che un prodotto biologico faccia business è cosa appurata, questo perché è un’icona per il Bello e il Sano tanto da considerarlo un vero e proprio status symbol.
Per migliaia di anni l’uomo è vissuto in armonia con la natura nutrendosi degli alimenti che la terra gli offriva nel normale succedersi delle stagioni, un modo di vivere dal quale,
La frase del famoso filosofo Feuerbach evidenzia quanto l’alimentazione e la nutrizione siano per noi determinanti. Mangiando, introduciamo qualcosa di “estraneo” nel nostro organismo, lo digeriamo,
Ebbene sì… anche questo anno il Natale è arrivato; si aprono le danze per giorni giocosi pieni di regali e soprattutto di cibo a volontà.
L'estate è oramai alle spalle e mai come quest'anno i coltivatori d'uva sono preoccupati per la raccolta e indirettamente per la produzione dell'oro dolce che è il vino...
Oramai è arrivata l'estate...le belle giornate e purtroppo anche il caldo afoso. In questi giorni è sempre più difficile trovare la merenda ideale per i nostri figli e nipoti.
Il mese di dicembre rappresenta un momento di riposo per le varie giornate di festività che ci regala ma le feste non devono spingerci ad abbuffarci.
La celiachia è una malattia autoimmune dell'intestino tenue non ha quindi origine batterica o virale ma è favorita in soggetti predisposti geneticamente.
Da sempre le Feste Natalizie, Capodanno compreso, sono considerati i giorni dell’abbondanza nel senso più latino possibile del termine.
A chiunque venga chiesto se il biologico piace la risposta è Sì…In realtà in pochi poi sanno fornire una spiegazione se non esaustiva, almeno esauriente di tale termine!
Quante mamme tutti i giorni dicono: “dottore quale è la merenda ideale per mio figlio/a?” Anche se la domanda nasce spontanea, la risposta lo è decisamente meno.
La gravidanza rappresenta un’esperienza meravigliosa dove l’intero organismo di una donna si mette a disposizione per plasmare una nuova Vita.
In questo articolo vorrei sottolineare l'importanza che hanno le fibre nell'alimentazione dei nostri ragazzi, così come l'uso dei legumi.
Quando l'autunno è alle porte e l'inverno si avvicina il cambio a volte rapido delle temperature e delle stagioni ci pone in uno stato di sensibilità fisiologica verso le classiche malattie stagionali.
L'estate si avvicina e molto spesso ci troviamo a fare degli spuntini fuori pasto.
Oggi, in Italia, un bambino su quattro è sovrappeso od obeso. L'obesità infantile è un grave problema sociale spesso sottovalutato.
Molti equivoci sorgono a causa di definizioni ambigue o poco chiare che fanno confondere le intolleranze alimentari con le allergie, anche se si tratta di due fenomeni completamenti diversi.
Tutti custodiamo nella memoria i ricordi dell’infanzia quando la nonna con affetto e dedizione ci preparava una buona merenda.
La celiachia è una delle intolleranze alimentari più diffuse, in crescente aumento. L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone.
W l’estate! Ma come organizzare la giornata dei vostri ragazzi che si ritrovano con tante ore libere a disposizione? Come combinare attività all’aria aperta e studio?
L’ultimo mese di gravidanza e il parto sono momenti intensi per il neonato che si trova in un ambiente sempre più piccolo...
Non c’è un’età giusta per iniziare ad avere piena coscienza del proprio corpo. Anzi, non è mai troppo presto per averne cura ed essere consapevoli della propria postura.
“La risata è il fenomeno più sacro che esiste sulla terra, poiché esso è la vetta più alta della consapevolezza” Osho
Il freddo è tornato e, immancabili e indesiderati, ritornano i nasini rossi, che colano, tosse e raffreddore.
Il bambino impara a rotolare, gattonare, camminare e tanto altro senza che nessuno gli insegni. Com’è possibile?!
Per comprendere a fondo cosa sia il metodo Pilates sarebbe ideale provarlo per accorgerci di come, normalmente, ci muoviamo in modo sbagliato, senza ascoltare davvero il nostro corpo.
Il primo senso cutaneo e vestibolare che si sviluppa è il tatto, nasce dall’ectoderma, come il sistema nervoso e la pelle ed è completo già nell’embrione a 12 settimane di vita.
I bambini sono molto sollecitati ad apprendere quanto c’è all’esterno di loro, ma molto raramente ci preoccupiamo di cosa accade nel loro mondo interno.
Il movimento è un’attività naturale che permette di liberare e manifestare l’energia vitale quindi importantissimo per lo sviluppo sociopsico-emotivo ed intellettuale del bambino.
I dolori alla schiena sono una cosa seria e meritano tutta la nostra attenzione. Per questo, e per prendere le giuste precauzioni in caso di difficoltà di movimento è bene conoscere al meglio le caratteristiche della nostra colonna vertebrale.
Le competenze cognitive del bambino si sviluppano parallelamente al suo sviluppo psico-corporeo, motorio e affettivo:
L’ambiente in cui vive ha un’influenza fondamentale sulla salute di ogni bambino. Nella medicina antica, orientale e occidentale, le caratteristiche fisiche dell’ambiente...
Il bambino durante l’età evolutiva ha un’esplosione di padronanza del proprio corpo che esprime attraverso il gioco di gruppo e lo sport,
Tra tutti gli organi la pelle è uno tra i primi a formarsi e, oltre ad essere il più importante sistema di protezione, è il primo strumento di comunicazione con l’esterno e insieme al cervello il più importante degli apparati.
La pelle ed il sistema nervoso si formano nello stesso foglietto embrionale. Il tatto è il senso della pelle e si forma all’inizio della
vita embrionale. Il primo completo ed importante massaggio che il bambino riceve è quello del passaggio nel canale del parto.
Tale stimolazione attiva importanti funzioni vitali. La pelle viene sollecitata a molte nuove reazioni per adattarsi ad un ambiente più complesso di quello endouterino.
La stimolazione cutanea nella prima infanzia esercita un’influenza positiva sul sistema immunitario.
Continuare a massaggiare il proprio bambino è una pratica salutare e rassicurante, grazie alle sensazioni che solo il tatto può dare. Appena nato il piccolo si trova all’improvviso in un “mondo nuovo” dove la pelle e quindi il tatto fanno da ponte tra sensazioni conosciute e altre totalmente nuove. Il contatto fisico elimina le distanze e quello stabilito dalla madre occupa un posto speciale nella vita di ognuno. La carezza è sostanza vitale e diventa indispensabile come qualunque altro elemento nutritivo che rassicura e guarisce.
I neonati ed i bambini in genere amano essere massaggiati ed apprezzano, forse più degli adulti, la Riflessologia Plantare. Questa pratica è uno strumento privilegiato per stabilire un legame tra il bambino e l’adulto. Infatti chi ha ricevuto questo massaggio da piccolo lo ricorda da grande, anche dopo molti anni!
Ha effetti rassicuranti e rilassanti, dà la possibilità di esprimere il proprio affetto ed inoltre attiva i riflessi alleviando piccoli fastidi ( irrequietezza, difficoltà ad addormentarsi, colichette gassose, e altri piccoli malesseri).
La riflessologia non sostituisce certo la diagnosi di un bravo pediatra, ma può essere di grande supporto dopo il parere del medico.
Ormai molti asili ed ospedali pediatrici praticano la riflessologia plantare per alleviare la fatica della nascita e tutti i sintomi di adattamento che i piccoli accusano nel loro primo periodo di vita.
La riflessologia è un momento di coccola, di complicità tra madre e figlio in quello che può diventare un piccolo rito prima di addormentarsi.
E’ un’esperienza piacevole non soltanto per i bambini ma anche per gli adulti che intendono praticarla, è un massaggio adatto ad ogni età e particolarmente utile durante la gravidanza.
a cura dott.ssa Laura Biagioni
riflessologa
L’attività sportiva è importante fin dalla più tenera età per migliorare coordinazione e motricità ed evitare il sovrappeso.
Il fisico dei vostri figli può mostrarvi alcuni indizi, come per esempio le spalle a diversa altezza, il bacino sbilanciato e una o entrambe le scapole prominenti, l’anca sollevata, l’inclinazione della postura da un lato.
In presenza dei casi sopracitati è opportuno consultare uno specialista. Il medico esaminerà il paziente in tre posizioni: in piedi, piegato in avanti e disteso sul lettino in posizione supina.
Osservando il bambino in piedi, si nota l’eventuale asimmetria del livello orizzontale delle spalle, dei fianchi e dei triangoli della taglia e la presenza di eventuali deformazioni del torace e del bacino. Importante è la posizione
delle scapole che sono alte o alate per la pressione dell’eventuale gibbo costale.
Un occhio esperto evidenzia la sede della curva, il verso e l’eventuale presenza di emicurve di compenso.
Quando il bambino si flette in avanti, risulta facile valutare l’incurvamento dei processi spinosi e soprattutto l’entità del gibbo costale, che tra l’altro può essere misurata con una scala graduata.
Quando il bambino è adagiato sul lettino si può misurare la lunghezza degli arti inferiori, valutando la conformazione globale della colonna vertebrale e il trofismo della muscolatura paravertebrale. Il medico in questi casi, valuterà anche l’elasticità o il grado di correggibilità della curva, facendo compiere al paziente movimenti del capo e del tronco.
La posizione seduta è una nostra compagna quotidiana, ma è anche tra le posizioni più impegnative per la colonna. Restare seduti a lungo e in modo non corretto è tra le attività più dannose, per la nostra spina dorsale.
Come prevenire la scoliosi???
Mantenere una postura adeguata anche nei più semplici comportamenti giornalieri permette di mantenere il corpo sano… Soprattutto muovetevi spesso e non restate a lungo nella stessa posizione. Imparare a restare in piedi senza grossi sforzi è importante soprattutto per chi adotta questa posizione a lungo nel corso della giornata. E’ quindi utile allargare la base di appoggio distanziando i piedi o posando i piedi su un appoggio, cambiando spesso il piede di sostegno. Se si svolge qualche compito particolare (per esempio stirare o disegnare) è importante mantenere alla giusta altezza il piano di lavoro.
Sollevare dei pesi può provocare sforzi enormi sulla colonna. Un carico di 10 kg se sollevato in modo scorretto, può raggiungere un peso pari a oltre 500 kg all’interno del disco intervertebrale.
Il modo corretto per sollevare un peso è quello adottato dagli atleti che lo fanno per professione: piegare le gambe, mantenere la schiena dritta e mantenere il peso il più possibile vicino al corpo... buona postura a tutti !!!
a cura dott.ssa Sara Braghese
fisioterapista, posturologa
Le arti marziali comprendono un numero vasto di discipline che si sono sviluppate in luoghi e periodi diversi, e includono sia un aspetto prettamente tecnico e fisico sia una componente mentale e spirituale.
Danzare per i bambini può essere importante tanto quanto il voler parlare ed è necessario che i genitori siano sempre in ascolto riguardo a tale richiesta, poiché la Danza è una delle rare attività in cui il bambino si trova totalmente impegnato: corpo, cuore e spirito.
A settembre, infatti, con la ripresa delle scuole, si ripresenta ai genitori l’importanza della scelta dell’attività pomeridiana che coinvolge il bambino e lo aiuta a dare voce alle sue passioni. Proviamo quindi ad ascoltare i nostri figli, cercando di capire se si tratta di un banale capriccio o di una reale volontà di immergersi in una disciplina artistica come la danza che coinvolge a 360° grandi e piccini.
Perché scegliere la danza? Capita, in modo puro e spontaneo, che il bambino veda il movimento come un magico mezzo di comunicazione e di espressione alternativo alla parola; ed ecco che appena sente la musica non resiste al richiamo del ritmo e si lascia andare, ballando con passi di danza che sembrano solo apparentemente scomposti.
Questo accade perché, liberi da sovrastrutture sociali e culturali, i bambini possiedono un’innata capacità di organizzare il loro corpo nel movimento e vantano una libertà creativa che può essere sviluppata e ampliata grazie alla danza.
Che cos’è la danza? Non è altro che una manifestazione dell’energia vitale che si esprime attraverso il corpo ed è pertanto bella sia da fare sia da osservare. La danza ha un linguaggio del tutto speciale, ci parla di cose dette ”tra le righe”, che a volte non si riesce a esprimere con le parole e aiuta i bambini a manifestare i pensieri che accompagnano la loro crescita.
Il nostro corpo non è soltanto movimento, ma anche sentimento ed emozione, è un tramite per relazionarsi e conoscere gli altri; attualmente i bambini hanno tantissime occasioni per fare esperienze con il corpo espressivo, per es. attraverso la propedeutica, il Giocodanza, i laboratori teatrali e anche attraverso la sperimentazione e l’improvvisazione sulla musica, sempre guidati e trainati da insegnanti che hanno alle spalle anche studi di pedagogia e psicomotricità e tante ore di esperienza in sala.
Il bravo insegnante di danza si propone, non si impone e lavora in modo che il bambino sia attivo e partecipativo durante la lezione; se sarà bravo, diventerà una figura di riferimento, un maestro-amico che grazie anche all’utilizzo del gioco porterà il suo allievo a conquistare la propria creatività e unicità.
In questo primo contatto con la Danza è molto importante che la parte del divertimento non passi mai in secondo piano, perché il bambino deve essere felice di ballare! Solo lasciando intatto il proprio istinto motorio e la propria fantasia ne trarrà un grande benessere psicofisico, dando libero sfogo al suo bisogno di movimento e sviluppando allo stesso tempo un proprio linguaggio creativo e immaginario.
Lezione dopo lezione, in modo naturale e spontaneo, il bambino conoscerà il significato dello Spazio, del Ritmo e del Tempo e imparerà a entrare in relazione con gli altri e a controllare le proprie espressioni emotive, cognitive e comportamentali.
Se l’insegnante di danza avrà colpito nel segno e sarà riuscito a trasmettere all’allievo la sua forte passione per la danza, allora gli trasferirà anche la voglia di partecipare al saggio di fine anno, atto conclusivo di un anno d’impegno, sudore e fatica ma momento più atteso in assoluto dai bambini, che saranno felici e pieni di emozione nell’esibirsi di fronte al loro pubblico.
a cura di Beatrice Ragni
maestra certificata di Giocodanza®
Il linguaggio non verbale del nostro corpo ci svela a noi stessi: quando un bambino cresce, scrive la sua storia con il proprio corpo.
La Postura è una chiave di lettura che unisce corpo e mente e li legge come un’unica entità. La posturologia è oggi una giovanissima branca della medicina in continua evoluzione che sta facendo passi da gigante e che vuole aiutarci in tal senso. Ma cos’è la Rieducazione Posturale?
E’ un metodo nel quale il paziente è protagonista attivo e partecipa con la respirazione e la guida del fisioterapista nell’ascolto della propria postura. Una volta presa coscienza della corporeità inizia la fase mirata al riequilibrio muscolare individuando e poi eliminando le compensazioni presenti, ossia tutte quelle strategie del corpo per fare fronte a uno stimolo (doloroso o non), reindirizzando la propria forza muscolare.
E’ un lavoro faticoso che richiede un’attiva collaborazione, costanza e determinazione e che dà risultati visibili e duraturi in breve tempo sia in termini funzionali (non ho più male, ho più forza, mi sento meglio) sia estetici, con curve più armoniose del corpo.
Si suggerisce pertanto di cominciare a partire dalla prima adolescenza (11-12 anni), mentre nei casi di dismorfismi del rachide nei bambini più piccoli (scoliosi o dorsi curvi), si ritiene abbiano più senso periodici controlli con ortopedici, fisiatri e fisioterapisti specializzati con eventuali indicazioni di percorsi psicomotori e più in generale di tanta attività fisica di esplorazione e sperimentazione.
Il grandissimo vantaggio di questo approccio è di sviluppare le potenzialità della persona invece di intervenire esclusivamente con una correzione passiva; tuttavia a volte viene indicata anche in associazione all’utilizzazione di ortesi (busti o corsetti) o di semplici apparecchi dentali.
A chi consigliare una valutazione posturale? Potenzialmente a chiunque anche semplicemente a scopo preventivo ma in particolare in presenza di dolore, in persone con scoliosi e dorsi curvi.
La perfezione non esiste, nessuno può pensare di avere una postura perfetta; è possibile però intraprendere un percorso di scoperta di se stessi, che richiede un’importante motivazione ma che può regalare grandi soddisfazioni.
a cura degli esperti del settore Neuromotorio
Centro Riabilitazione AXIA
Il termine giapponese SHIATSU significa “pressione con le dita”.
Per “pressione” si intende il modo in cui l’operatore (Tori in giapponese) esercita il proprio peso corporeo con l’utilizzo, a seconda del caso, del pollice, palmo, braccio o gomito, riattivando e trattando dei punti o delle zone del corpo del ricevente (Uke in giapponese). Sempre secondo la tradizione, lo SHIATSU si pratica su persone vestite e possono riceverlo tutti, ma proprio tutti, dai 0 ai 100 anni e non c’è uno “stato” particolare che possa precludere questa possibilità. Qualsiasi persona spinta da curiosità o necessità può ricevere un trattamento perché tori si adatta a uke.
La “digitopressione” è una tecnica molto efficace ed assolutamente non invasiva che coinvolge la persona da tutti i punti di vista: fisico, psicologico, emotivo e spirituale. Si potrebbe pensare che Uke abbia un ruolo puramente “passivo” mentre Tori quello “attivo” ma non è esattamente così, anzi, si può affermare che non esiste questa differenza di ruoli perché Tori e Uke sono sullo stesso piano e la loro relazione è biunivoca. Il coinvolgimento è totale!
Perché ricevere un trattamento SHIATSU? Spesso ci si avvicina allo SHIATSU a seguito di un trauma, non è raro sentir dire “voglio provarle proprio tutte”. In realtà gli effetti che si hanno ricevendo SHIATSU sono molteplici: il corpo e la mente del ricevente si attivano già dalle prime sedute e naturalmente vanno a migliorare qualcosa. In genere la parte che ha subito il trauma nei giorni successivi cambia, oppure l’umore migliora. Si può dire che il trattamento va a coinvolgere l’essere umano nel suo insieme, sul piano fisico ed emotivo, facendo in modo che le personali energie tendano a riportare naturalmente la situazione in equilibrio.
Ci si può soffermare anche su uno degli effetti meno tangibili dello SHIATSU quello relazionale. Nella maggior parte dei casi chi riceve non conosce il proprio Tori e viceversa, Uke dà fiducia ad una persona sconosciuta e non è né semplice e né scontato, soprattutto se consideriamo il contesto sociale di questi ultimi anni. Si può affermare che esiste uno scambio interpersonale: in qualità di Tori ti dono il mio trattamento e in in qualità di Uke ti dono la mia fiducia.
Lo shiatsu è un percorso personale, è un’esperienza da provare!
LO SHIATSU: CON-TATTO U-MANO.
a cura di Carlo Baravelli, Adele Sassorossi, Tiziana Trentini
operatori Shiatsu
E’ fondamentale mettere nelle ossa gli ingredienti giusti fin dalla nascita per poi raccogliere i frutti in vecchiaia: una buona alimentazione comincia da bambino, NO alle merendine confezionate, SI a un bel ciambellone con ingredienti salutari e controllati... perchè?
L’osso è formato da una componente minerale della matrice extracellulare fatta principalmente da fosfato di calcio, che si organizza sotto forma di cristalli, simili ad aghi, immersi nella componente organica secondo un preciso orientamento. La componente minerale, costituita anche da fosfato, carbonato, magnesio, sodio e da una piccola quantità d’acqua, rappresenta soltanto ¼ del volume dell’osso. Tuttavia, essendo molto densa, costituisce, da sola, la metà del peso scheletrico. L’osso ha una struttura dinamica, sottoposta a un processo di rimodellamento che continua per tutta la vita. L’entità di tale processo è considerevole (circa 1/5 dello scheletro viene rimodellato ogni 12 mesi) e, come tale, richiede un buon apporto di energia. Inoltre, per sostenere il rimodellamento osseo, è fondamentale associare all’apporto calorico una buona disponibilità di minerali, soprattutto di calcio. La maggior parte della massa ossea viene accumulata entro i 18-20 anni; dopo questo periodo la mineralizzazione continua ad aumentare, seppur lentamente, fino a raggiungere il picco intorno ai trent’anni. Per questo motivo è molto importante promuovere una regolare attività fisica e un’alimentazione adeguata in età giovanile.
Il Calcio è da ottenere da verdure, legumi o cibi fortificati. Le migliori fonti alimentari di Calcio sono i vegetali a foglia verde e i legumi, anche detti “greens and beans” (verdure verdi e fagioli). Broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavoli, cavoli verdi, crucifere e altre verdure verdi sono ricchissimi di Calcio in forma altamente assimilabile, e fonte di altri importanti nutrienti. Fanno eccezione gli spinaci, che contengono egualmente molto Calcio, ma tendono a trattenerlo in modo tenace, impedendone un efficace assorbimento.
I legumi sono cibi semplici, e molti non sanno che sono ricchissimi di Calcio. Un piatto di fagioli al forno contiene oltre 100 mg di Calcio. Chi invece preferisce i ceci, il tofu o altri legumi, troverà anche in questi alimenti molto Calcio. Questi cibi inoltre contengono Magnesio, indispensabile, assieme al Calcio, per la formazione dell’osso. Per l’assorbimento intestinale del Calcio è fondamentale la presenza di vitamina D che può essere assunta con alcuni cibi (fegato, pesce e oli di pesce, uova, burro, latte e pochi altri alimenti) o essere sintetizzata nella cute. Una sua carenza determina un’inadeguata mineralizzazione della matrice ossea neoformata determinando rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti. In sostanza, quindi, la vitamina D è essenziale per aumentare l’assorbimento intestinale del Calcio assunto. Tuttavia la quantità assorbita dipende anche da altri costituenti della dieta. La biodisponibilità di Calcio è infatti limitata dalla presenza a livello intestinale di ossalati (contenuti nel cacao e nelle verdure a foglia verde come gli spinaci e la bietola), fitati (crusca, legumi, pane integrale) e dalla presenza di troppi lipidi.
a cura dott.ssa Sara Braghese
fisioterapista
Il percorso di educazione alla realtà “globale” corpo, giochi e movimento propone varie attività ludicoespressive rivolte a bambini e ragazzi.
Il percorso si orienta verso obiettivi di crescita personale, sociale ed educativa per sviluppare un’esperienza globale dell’essere attraverso il movimento, i giochi , i racconti e l’immaginazione.
Educazione globale significa sensibilizzare un processo di apprendimento con la finalità di coltivare nel bambino un percorso di scoperta del proprio mondo interiore, interagendo con esso a livello corporeo, creativo e immaginativo.
Le attività sperimentate
nei movimenti, nei giochi, nelle narrazioni e in qualsiasi espressione artistica, diventano percorsi vissuti per migliorare l’integrazione delle varie parti di sé; ottime opportunità dove riconoscersi ed essere testimone del proprio percorso di crescita.
A tal proposito laboratori di Yoga e Danza con alla base il gioco, educano al movimento espressivo, narrativo, immaginativo e permettono di recuperare i codici intuitivi per comunicare spontaneamente con il proprio mondo interiore, con tutto ciò che si tiene nel cuore, ma anche con gli altri. I temi fantastici, immaginari, sonori, introducono l’incontro del bambino con l’esperienza conoscitiva dove poter mettere in gioco le varie capacità sensoriali, riconoscendone le sensibilità o i blocchi per poi rinforzarle e amplificarle, diventando regista dell’opera creativa.
I bambini attraverso il movimento (capriole, camminate, salti, ecc), sperimentano la capacità senso-motoria e riconoscono le diverse qualità di movimento. Muoversi giocando permette loro di muoversi con più scioltezza e l’interazione coinvolge tutti indistintamente accogliendo la diversità di ognuno come risorsa personale e di gruppo. Il gioco getta un ponte tra fantasia e realtà, sopravvivenza e arte di vivere, di immaginare la propria storia e trasformarla, mettendo assieme capacità, possibilità personali, fattibilità ambientali e desideri.
Durante la realizzazione dell’attività è importante inserire lo stimolo musicale, che favorisce lo sviluppo di funzioni emozionali, quali l’affettività, utili per potersi collegare con il proprio mondo sensibile.
Si sa che la musica ha un effetto attivante universale che coinvolge il corpo emozionale permettendo di far emergere le memorie e i ricordi stimolando la conoscenza consapevole vissuta. Fondamentale diviene cercare di inventare il gioco del movimento per sviluppare concentrazione, dinamicità e rilassamento, ma soprattutto per auto educarsi, apprendere ed inserirsi piacevolmente senza eccessi performativi nel percorso di crescita.
Le proposte Laboratoriali del Gioco Yoga e Gioco Danza vengono condotte presso l’associazione PGM Via Santa Rita 4/a Bologna.
Quanti genitori hanno le idee chiare sul come alimentare i propri figli? Quanti sanno che le abitudini alimentari e sportive dell’infanzia possono determinare la differenza tra salute e rischio di malattia negli anni successivi?
Le arti marziali sono un insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali legate al combattimento. Originariamente utilizzate per aumentare le possibilità di vittoria del guerriero in battaglia, oggi sono una forma di percorso di miglioramento individuale e di attività fisica completa oltre che di difesa personale. Oggi le arti marziali vengono studiate per varie ragioni: per ottenere abilità di combattimento, per raggiungere una buona forma fisica, per una maggiore sicurezza nelle proprie capacità e consapevolezza dei propri limiti. Esiste una grande varietà di arti marziali che condividono un obiettivo comune: sconfiggere fisicamente una persona, o difendersi da un'aggressione fisica. La muay thai in particolare è un’arte marziale nata dalla necessità del popolo tailandese di difendersi dalle aggressioni nemiche, per questo motivo non c’è una vera e propria filosofia di gradi e cinture (come per esempio per il karate), esiste invece un rispetto quasi religioso per la tradizione rituale pre-combattimento e i relativi amuleti. Per esempio, prima di salire sul ring ogni atleta indossa bracciali (Kruang Ruang) e amuleto protettivo di forma circolare che si mette sul capo (Mongkon) ed esegue una danza rituale (Ram Muay) che in passato era utilizzata per studiare il territorio e pregare per un buon esito dello scontro, oggi invece hanno più una valenza pratica di streaching pre-gara e, perché no, scaramanzia sportiva. Oggi la muay thai, o boxe thailandese, è uno sport da combattimento che comprende una vasta gamma di colpi in piedi e tecniche di lotta corpo a corpo. Da più di vent’anni è praticata anche in Italia.La muay thai è un’arte marziale a tutti gli effetti e sviluppa notevoli capacità fisiche, autocontrollo e sicurezza in se stessi. Al contrario di ciò che si pensa, lo scopo ultimo di queste discipline non riguarda l’utilizzo della violenza ma la conoscenza di se stessi e delle proprie capacità. Dal punto di vista pedagogico le arti marziali si rivolgono ai bambini come un gioco, impostando una vasta gamma di esercizi basilari e specifici che arricchiscono gli schemi motori, migliorando quindi la loro coordinazione psico-fisica e propriocettiva. Questa arte marziale praticata a livello sportivo agonistico insegna al bambino a essere più organizzato negli impegni quotidiani e a rispettarli. L’autocontrollo e la sicurezza in se stessi diventano quindi peculiarità di molti bambini che praticano la muay thai, insieme al rispetto per il proprio avversario. Esiste poi un aspetto agonistico di questa disciplina nell’ambito del quale i ragazzi che si sentissero pronti possono cimentarsi nel confronto con altri avversari, sempre in totale sicurezza, con la supervisione di insegnanti esperti e sotto la tutela di federazioni sportive.•
a cura di Alessandra Fornari
istruttrice muay thai, campionessa italiana medaglia di bronzo mondiali Indonesia 2014
La scoliosi è una deformità che colpisce la colonna vertebrale fino a incurvarla lateralmente in modo permanente e fisso, creando alterazioni anatomiche non modificabili volontariamente. Tale deviazione è accompagnata anche da una torsione della colonna su se stessa che coinvolge, oltre alla spina dorsale, le articolazioni, i legamenti, la muscolatura paravertebrale e, nei casi più gravi, gli organi interni, ad esempio quelli cardio-respiratori, e le viscere, causando quindi problemi funzionali, oltre che estetici. Esistono diversi tipi di scoliosi.
Nella scoliosi posturale la deviazione della colonna vertebrale visibile soprattutto quando il soggetto sta in piedi. In posizione distesa, essa si riduce completamente. Le cause di questo tipo di scoliosi possono essere diverse e riconducibili, in prima istanza, alla mancanza di un adeguato movimento o al mantenimento di posizioni scorrette troppo a lungo.
Ci riferiamo, in particolare, all’ipercifosi, o “dorso curvo”, un’accentuazione della normale curvatura della colonna a livello del torace che si evidenzia mettendo il paziente di profilo. Essa è dovuta a una postura scorretta, spesso di origine familiare, che può essere corretta durante la crescita. L’ipercifosi si può associare anche a un’alterazione dei corpi vertebrali la cui causa, a parte eventuali traumi, può essere collegata a un’osteocondrosi, o osteocondrite delle cartilagini (malattia di Scheuermann). In questi casi, i sintomi sono un persistente mal di schiena e la posizione “curva” delle spalle.
La scoliosi idiopatica è una malattia a evoluzione molto rapida che si sviluppa nel corso della pubertà fino alla maturità ossea, quando gli adolescenti stanno attraversando il periodo di maggiore crescita della statura, dagli 11 ai 15 anni nelle ragazze, dai 13 ai 17 nei ragazzi. E si arresta quando l’attività delle cartilagini di accrescimento dei corpi vertebrali cessa, diventando fissa una volta raggiunta l’età adulta. Colpisce in particolare i soggetti longilinei e astenici e le ragazze che a 10 anni di età sono 10 volte più a rischio rispetto ai coetanei maschi.
Come può un genitore riconoscere un’eventuale caso di scoliosi nel proprio figlio?
La scoliosi compare in modo graduale e spesso inosservato. In genere non provoca dolori, a meno che non si tratti della forma dolorosa. Anche se è una malattia piuttosto subdola la si può riconoscere da alcuni indizi evidenti nel fisico del paziente:
•spalle a diversa altezza
•bacino sbilanciato e una o entrambe le scapole prominenti
•anca sollevata
•inclinazione della postura da un lato.
In presenza di questi segnali è opportuno ricorrere al medico per capire anzitutto se si tratta di scoliosi posturale o strutturale.
Come interverrà lo specialista sarà l’argomento del prossimo numero!!
a cura dott.ssa Sara Braghese
fisioterapista e posturologo
L'obesità è un problema molto diffuso tra i bambini nel nostro Paese e mentre in passato, per la cura e la prevenzione, l'attenzione maggiore era rivolta all'alimentazione,
"Siamo tutti belli e ben fatti” diceva F. Meziérès... La salute della colonna vertebrale necessita di una particolare attenzione soprattutto durante le fasi della crescita dei bambini, per questo bisogna prevenire tutto ciò che può compromettere un buon sviluppo delle ossa della colonna e dei relativi muscoli. Le abitudini e le posture scorrette, so- prattutto durante lo studio con il computer o sui libri, sono le prime ragioni di questi problemi. Non esiste una medicina o una vaccinazione che possa risolvere tali problematiche, l’unico rimedio è fornito da un’attenta opera di prevenzione.
Soffermiamoci a capire com’è fatta la colonna vertebrale: essa protegge come un astuccio il midollo spinale che scorre dentro le sue vertebre. Dalla colonna vertebrale fuoriescono i nervi, paragonabili a fili elettrici che hanno il compito di trasportare le informazioni dalla periferia del corpo al sistema nervoso centrale del nostro cervello, e ci permettono quindi di muovere il corpo. I muscolari elastici e potenti comandati dal cervello, sorreggono e fanno muovere la colonna vertebrale.
Quali sono i principali problemi che minacciano la salute della nostra schiena?
Ipercifosi o dorso curvo, è un aumento della curva dorsale nel soggetto visto di lato. Le principali cause di questo disturbo possono essere posture non corrette mantenute a lungo e trascurate, lo scarso esercizio fisico, motivi psicologici o, a volte, vere e proprie difficoltà di crescita delle vertebre.
Iperlordosi, è una curvatura in avanti della colonna a livello lombare (si vede bene nel soggetto visto di fianco). Il bacino e ruotato anteriormente, cosi sembra che l’addome subisca uno spostamento in avanti e la pancia risulta sporgente.
Scoliosi, è in genere un problema che colpisce maggiormente le ragazze e, non provocando dolore, rischia di essere scoperto quando già si è formato in modo rilevante. La scoliosi deforma la colonna vertebrale nel periodo dello sviluppo. Può interessare la zona lombare, la zona dorsale o entrambe.
Inizia con curve e rotazioni e conseguenti gibbi appena percettibili che si aggravano rapidamente. E’ possibile riconoscerla quando si riscontra la presenza del gibbo, che si evidenzia maggiormente flettendo il busto in avanti.
Quale è l’atteggiamento scoliotico?
E’ una postura che all’apparenza può presentare le stesse caratteristiche della scoliosi però nella flessione del busto in avanti, invece di apparire il gibbo, i due lati del dorso sono uguali. Può essere determinato dalla debolezza dei muscoli della schiena e anche dall’abitudine ad assumere posizioni scorrette per molte ore al giorno e come al solito la scarsa attività fisica. Quindi consiglio a tutte le famiglie una maggior sensibilizzazione a questo problema . Nel prossimo numero parleremo di come prevenire la scoliosi e il mal di schiena con dei piccoli e “banali” esercizi.•
a cura dott.ssa Sara Braghese
fisioterapista
Ogni bambino dalla nascita avvia un proprio percorso di crescita che attraverso il costante movimento del corpo lo proietta a nuove scoperte dello spazio e delle capacità motorie e relazionali.
Il meraviglioso progetto di intraprendere una gravidanza, porta a livello fisico corporeo una serie di mutamenti cardiorespiratori che andrebbero monitorati, quali: l’aumento del volume sanguigno del 30/50% e della massa ematica; l’aumento del consumo di ossigeno e della frequenza cardiaca; ipoglicemia in sforzi sub-massimali in particolare nell’ultima fase in seguito all’aumentata assunzione di glucosio da parte dei muscoli, che induce la donna alla ricerca di zuccheri.
A livello scheletrico aumenta la cifosi dorsale causata dall’aumento volumetrico e ponderale del seno; l’accorciamento dei muscoli del tratto lombare determina invece, l’aumento della lordosi lombare, spesso associato a dolore in zona bassa schiena. In gravidanza l’assetto endocrino viene a modificarsi, vi è così una predisposizione all’accumulo di liquidi, con conseguenti fastidi alle gambe e gonfiore generalizzato.
Il comportamento alimentare della madre influisce fortemente sulla qualità della vita del futuro bambino, infatti, le cellule adipose del feto si formano durante l’ultimo trimestre di gravidanza, il loro numero si triplica entro il primo anno di vita e cresce fino ai 10 anni circa. Un aumento ponderale oltre i 20 kg è direttamente proporzionale ad un aumento di massa grassa del feto, predisponendolo così a malattie dismetaboliche. Svolgere una regolare, moderata e guidata attività fisica nel periodo precedente e durante la gravidanza stessa, riduce le complicanze che potrebbero subentrare, accorcia il periodo di travaglio, evita il taglio cesareo, riduce la frequenza di lacerazioni tessutali durante il parto e degli aborti.
E' consigliato quindi un allenamento studiato in funzione degli adattamenti corporei, concentrato su due tipologie di esercizi. I primi dovranno aiutare lo svolgersi del travaglio nelle fasi di dilatazione ed espulsione, come esercizi respiratori con lo scopo di ampliare la capacità toracica, rinforzare i muscoli larghi dell’addome, rinforzare ed elasticizzare i muscoli del pavimento pelvico. I secondi mireranno alla correzione delle modificazioni scheletriche come l’aumento della cifosi dorsale e della lordosi lombare. La base fondamentale del programma sarà un attività aerobica volta al miglioramento cardiocircolatorio, in completa sicurezza, seguito per tutto l’arco della sua durata da personale tecnico qualificato. Ricordiamo alle future mamme di consultare il proprio medico prima di intraprendere un qualsiasi percorso motorio.•
a cura dott.ssa Margherita Barbi
educatore alimentare e istruttore functional training basic
“Praticare sport in età pediatrica presenta tanti aspetti positivi: assicura un adeguato sviluppo dell’apparato scheletrico e muscolare, regola il metabolismo, favorisce la socializzazione...... e, se praticato nel modo corretto, è un’attività molto piacevole e divertente per i bambini e per i ragazzi” parola di Armando Calzolari, Responsabile Unità operativa complessa di Medicina Cardiorespiratoria e dello Sport - Dipartimento di Medicina Pediatrica - dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, uno degli ospedali di riferimento a livello internazionale per l’assistenza e la ricerca in campo pediatrico.
Sin da piccoli, i nostri figli conducono una vita sedentaria e fare sport permette di acquisire un bagaglio di esperienze motorie che sarà prezioso per tutta la vita. Infatti da grande sarà molto più avvantaggiato rispetto a chi non ha mai praticato attività fisica, perché ha strutturato una muscolatura migliore e ha “sperimentato” e formato il proprio corpo in un’età in cui si sviluppano le cosiddette capacità coordinative, come l’equilibrio e l’orientamento, e le capacità condizionali, ossia la forza, la resistenza e la velocità.
Qual è il risultato? Se anche interromperà per alcuni anni la pratica sportiva, il suo corpo conserverà memoria dei benefici acquisiti da piccolo e quando, da adulto, vorrà riprendere a fare sport o vorrà intraprende uno sport nuovo, avrà già le basi giuste per ripartire alla grande.
Di solito i genitori cominciano a far praticare sport ai propri figli intorno ai tre-sei anni. Vero è però che in questa fascia d’età non c’è molta differenza tra i vari sport, perché in tutti i casi l’approccio è ludico e non si entra nello specifico della disciplina sportiva.
Fino ai sei anni infatti non si può parlare di sport vero e proprio, ma più di esperienza del proprio corpo, in un’età in cui l’individuo è assai ricettivo ad imparare cose nuove.
Solo con il passare degli anni il bambino attraverso la pratica sportiva avrà la possibilità di sviluppare gradualmente le varie capacità fino all’adolescenza, quando certe potenzialità potranno essere perfezionate con l’allenamento e in base al proprio talento individuale (ci sarà chi è più portato verso l’equilibrio, chi verso l’orientamento, chi verso la velocità ecc.). Dopo i sei anni si assiste a un progressivo sviluppo sia del fisico che della capacità di coordinazione dei movimenti, che consente l’approccio a nuove discipline sportive, come per esempio l’atletica leggera o il basket.
Regola di base tuttavia deve continuare ad essere la stessa: l’attività deve consentire lo sviluppo armonico di tutto il corpo. Non ha senso accompagnare i figli al corso e poi lasciarli lì come a un parcheggio per approfittarne a sbrigare le proprie faccende.
Verifichiamo invece che la lezione preveda una preparazione fisica di base (sempre indispensabile, qualunque attività si pratichi), che non sia ripetitiva e noiosa, che il bambino abbia la possibilità di divertirsi e di fare davvero sport.
A qualunque età si incominci a fare sport, la figura dell’istruttore è un punto di riferimento importante per il bambino. Fino ai sei anni il piccolo atleta non ha bisogno di un semplice insegnante, che impartisca delle nozioni tecniche, ma di una sorta di “baby-sitter tecnico” che sappia entrare in empatia con lui, sappia ascoltarlo e riesca a farsi ascoltare.
Ma anche dopo i sei anni, l’istruttore continua a ricoprire un ruolo determinante - a lui spetta il compito di motivare il suo allievo, sostenerlo durante l’allenamento, ma anche interrompere, se è il caso, la lezione per fermarsi a parlare con lui e capire quali difficoltà si possono nascondere dietro eventuali insuccessi. In questo modo si instaura una relazione che va al di là del semplice rapporto tecnico e che alla fine dà i risultati migliori, perché il ragazzo va a fare sport con più piacere e un po’ per volta riesce a tirar fuori il meglio di sé.
Non solo: se si stabilisce un rapporto di fiducia diventa anche più facile far affrontare all’allievo i sacrifici che l’allenamento e l’apprendimento del gesto tecnico comportano.
a cura di Naomi Polselli
L’educazione all’attività fisica e al corretto funziona- mento del corpo inizia fin da piccoli e ci accompagna per il resto della vita influenzando scelte, stili di vita e abitudini.
Lo sviluppo dell’uomo comprende tutte quelle modificazioni che avvengono nei diversi ambiti della sua esistenza, ovvero quello co- gnitivo, sociale, fisico e motorio che interagiscono continuamente tra loro.
L’acquisizione di abilità motorie fondamentali, come correre e saltare, avviene nei primi anni di vita ed è altamente correla- ta con la salute del bambino.
Alcuni studi hanno dimostrato che bambini con un’elevata capacità di esecuzione delle abilità motorie fondamentali tendono ad essere più attivi fisicamente, presentano alti livelli di autostima e sono meno
in sovrappeso. Durante l’età evolutiva, l’apprendimento di alcune abilità motorie specifiche è più facile se avviene in determinati periodi. Passati questi, lo stesso movimento non si riesce più ad apprendere in modo agevole. Questi periodi sono chiamati momenti “magici” dell’apprendimento. Luigi Calabrese, Diplomato ISEF e sociologo, scrive: “Sembra che la maturità se non viene utilizzata, a poco a poco resti sommersa da altre forze. Ecco perché il più delle volte non si riesce ad imparare facilmente nell’età avanzata qualcosa per cui eravamo maturi molto tempo prima”. Durante questi periodi favorevoli vengono apprese anche le varianti e le possibili evoluzioni di un determinato apprendimento motorio.
Ad esempio, un bambino di sette anni apprende facilmente una capovolta avanti e da questa passerà successivamente all’apprendimento di movi- menti che fanno parte della pre acrobatica. Un quattordicenne invece apprende la capovolta avanti in più tempo, con più difficoltà e non sa andare al di là della capovolta stessa anche per una maggiore consapevolezza del pericolo. Tra gli apprendimenti che sono stati presi in considerazione c’è il galoppo laterale con circonduzione delle braccia sul piano frontale, il cui momento magico è tra i sette e i nove anni, e l’equilibrio in movimento nelle fasi aeree e di volo che ha il suo momento favorevole tra i nove e i dodici anni.
Legato ai periodi magici dell’apprendimento c’è il problema dell’ap- prendimento precoce. Durante l’infanzia il bambino deve sperimentare tutte le attività motorie che accrescono le sue conoscenze e non essere indirizzato solo verso un determinato sport. Ad esempio, i bambini non do- vrebbero praticare soltanto calcio e le bambine soltanto danza.
Limitare il campo a un gruppo di attività o peggio ancora a una soltanto è dannoso e controproducente. Infatti dal punto di vista motorio si otterrebbero dei risultati scarsi e dal punto di vista fisico potrebbero esserci ipermorfismi e un precoce arresto dello sviluppo.
Calabrese scrive: “l’infanzia è un periodo in cui vengono apprese regole ge- nerali di abilità operativa, di organizzazione percettiva e di interazione, che preparano a future forme di capacità umane nel campo dell’azione, della percezione e della comunicazione”. L’età evolutiva è una sorta di barriera protettiva contro una prematura specializzazione. I genitori dovrebbero spronare i figli a praticare attività fisica non solo per prevenire il sovrappeso e l’obesità ma anche per favorire uno sviluppo armonico del corpo e l’apprendimento di tutte le abilità necessarie a un potenziale futuro atleta.•
a cura di Roberta Ludovici
personal trainer
Le arti marziali comprendono un numero vasto di discipline che si sono sviluppate in luoghi e periodi diversi, e includono sia un aspetto prettamente tecnico e fisico sia una componente mentale e spirituale. Dal latino la parola "arte marziale" significa "arte di Marte", Marte dio della guerra. Nonostante il significato delle parole, questo tipo di sport è molto adatto ai bambini perchè asseconda il loro bisogno di fisicità e la loro energia viene incanalata secondo regole precise. I benefici principali delle arti marziali sono di natura sia fisica che psicologica. Tra le varie discipline, quelle preferite dai ragazzi under 11 sono il judo e il karate. Sono adatte sia per i bambini più irrequieti sia per quelli più introversi perchè sviluppano la sicurezza in se stessi, l'autostima, la disciplina e insegnano ai ragazzi a prendere decisioni come un leader. Inoltre insegnano il rispetto delle regole, il rispetto e la cura verso gli altri perchè prima di essere un'attività fisica sono una filosofia di vita.
Claudio Robazza, psicologo dello sport e docente presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Chieti, dice:"Gli sport di combattimento potenziano disciplina, coraggio e autocontrollo. Hanno il vantaggio di richiedere il rigore nell’esecuzione e una grande attenzione per evitare di fare male a se stessi e agli altri. Inoltre, dovendo reagire alla mosse dell’avversario/compagno si sviluppa la capacità di pensare rapidamente in condizioni di rischio, mantenendo il sangue freddo". Tutte le arti marziali benchè molto diverse tra loro educano al rispetto delle regole, insegnano a dosare la forza, incrementano il controllo su se stessi e sugli istinti personali.
Dal punto di vista fisico, nei maschi come nelle femmine, le arti marziali consentono l'apprendimento delle capacità coordinative, lo sviluppo della forza e della flessibilità e il rischio d'infortuni è molto ridotto rispetto ad altri sport. A differenza di altri sport, il gruppo di allenamento è costituito da maschi e femmine.
L'importanza della disciplina e il rispetto delle regole rende questi sport un valido supporto nella lotta al bullismo. Negli ultimi anni infatti si sta assistendo ad un abbassamento dell'età della delinquenza giovanile. Alla base di questo fenomeno c'è la mancanza di una famiglia solida che si prenda cura dei propri figli. Quindi diventa molto importante creare un ambiente, come le strutture sportive, che sia un punto di riferimento e dove è importante la disciplina, il rispetto delle regole e dei valori.
Le arti marziali sono adatte per i bambini a partire dai sei anni, e possono essere praticate tre volte a settimana a gioni alterni.•
a cura di Roberta Ludovici
personal Trainer
Lo sport è ritenuto uno degli strumenti più efficaci per costruire una società globale e interculturale perché ha una grande capacità di aggregazione e promuove il senso di appartenenza, lo spirito di gruppo, la tolleranza.
I sociologi lo definiscono "sport sociale", uno strumento per integrare le comunità più emarginate. Sullo sport fanno affidamento l'Unione Europea, l'ONU e il Comitato Internazionale Olimpico per educare a questa nuova società, grazie ad alcune caratteristiche dello sport, in particolare delle discipline di squadra. Il legame che si crea in una squadra è così forte che abbatte le differenze religiose, linguistiche e il colore della pelle.
Lo sport è fatto da regole uguali, universalmente condivise ed è perciò una base culturale comune. L'educazione attraverso lo sport è fatta di gioco e divertimento, avviene in un contesto dove il corpo e la psiche si esprimono liberamente e con creatività. Lo sport è inoltre una possibilità di riscatto sociale; e diventa un segno d'identità nazionale soprattutto in occasione di competizioni come le Olimpiadi, i Campionati Mondiali ed Europei.
Se questo è vero per la maggior parte degli sport, non si può dire altrettanto per le tifoserie, soprattutto per alcune tifoserie presenti negli stadi di calcio, dove spesso razzismo e xenofobia trovano una loro espressione. Alle frasi ingiuriose scritte sugli striscioni si aggiungono comportamenti discriminatori verso i gay, offese a giocatori per la loro provenienza etnica, metafore a sfondo razziale usate dai media.
Lo sport dovrebbe renderci migliori. Pensare all'avversario come a un nemico fa perdere l'opportunità di imparare da chi sta facendo sport insieme a noi. Nel rugby, per esempio, c'è il terzo tempo, un incontro conviviale, un momento di socializzazione tra i giocatori delle due squadre cui partecipano anche le famiglie e i tifosi.
La pratica sportiva unisce quando diventa il mezzo per esprimere il meglio di sè insieme agli altri. Si dice "mens sana in corpore sano", una mente sana, rispettosa di sè, degli altri e dell'ambiente che ci circonda, in un corpo sano.
Nelson Mandela, scomparso recentemente, amava lo sport perchè rispecchiava i suoi ideali di libertà e uguaglianza. Appassionato di calcio e rugby, diceva:
"Lo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza dove prima c'era solo disperazione. È più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione”.
Mandela sfruttò l'occasione dei mondiali di rugby del 1995 in Sudafrica per pacificare un paese ancora scosso, nonostante la fine dell'apartheid.•
a cura di Roberta Ludovici
personal Trainer
Oggi i bambini non hanno più le possibilità che c'erano una volta di giocare insieme, e per questo praticare uno sport diventa un' occasione importante per fare un'esperienza di gruppo che ha molti effetti positivi. L'attenzione per l'attività motoria è diversa tra le varie etnie. In occidente i genitori danno un peso maggiore allo sviluppo cognitivo rispetto a quello motorio. Nei paesi, come l'Africa, dove è necessario stimolare fin da subito l'indipendenza dei bambini, c'è più attenzione per l'attività motoria. Dal punto di vista motorio l'attività sportiva consente lo sviluppo delle capacità motorie sia coordinative che condizionali, lo sviluppo muscoloscheletrico ed è un valido supporto nella prevenzione dell' obesità.
Le capacità coordinative hanno il loro massimo sviluppo tra i 6 e gli 11/13 anni, prima che si attivi la pubertà. Sono regolate attraverso gli organi analizzatori del movimento che, localizzati nelle articolazioni, nei muscoli e nella cute, permettono di realizzare, grazie all’intervento del sistema nervoso centrale (SNC), movimenti efficaci ed economici.
Un altro aspetto fondamentale della motricità infantile sono le capacità condizionali. Quando parliamo di queste capacità intendiamo rapidità (di reazione, di movimenti singoli o di rapidità d’azione, massima frequenza), forza (forza rapida, capacità di salto, capacità di lancio), resistenza (di lunga durata = aerobica; di breve durata = legata alle espressioni di forza).
Sia i lavori di forza sia quelli di resistenza non sono adatti per i bambini perchè comportano degli adattamenti fisiologici non ancora presenti, e vanno ad intaccare componenti psicologiche come la resistenza alla fatica e la capacità di fissare obiettivi a lungo termine che nei bambini non sono ancora strutturati.
Il bambino è invece adatto a lavori rapidi e poco duraturi.
Lo sport, dal punto di vista psicologico, è fondamentale per lo sviluppo del carattere, l'incremeto dell'autostima e la fiducia in se stessi. Deve essere praticato con finalità ludiche, deve rappresentare per il bambino un momento piacevole di svago.
L'attività motoria non può prescindere dal gioco che è l'elemento principale di coinvolgimento dei bambini e durante il gioco lavorano divertendosi, vengono stimolati alle competizioni che debbono essere adatte alla loro età, e con le regole imparano a gestire l' aggressività.
Oggi nello sport è sempre più preponderante l'aspetto agonistico ma le motivazioni per cui i ragazzi continuano a praticarlo, non sono legate all'attività agonistica ma all'ambiente accogliente e familiare che trovano. Anche se non diventeranno campioni, è importante per tutti cimentarsi in una attività sportiva per conoscere i benefici dello sport e avere un valido supporto nella vita, nello studio e nell'apprendimento.
Non tutti gli sport sono adatti a tutti, per scegliere quello giusto bisogna tenere conto di tanti fattori come l' età, la corporatura, l'indole, le preferenze personali del bambino e le sue attitudini. Un errore è orientare i bambini verso la disciplina sportiva preferita dai genitori e che rappresenta una possibiltà di riscatto per i genitori stessi.
La scelta dello sport si deve fare in funzione del carattere del bambino, con l'obiettivo di aiutarlo a superare le sue difficoltà:
a cura di Roberta Ludovici
personal Trainer
“C’è uno sport dove la palla bisogna passarla. Non per altruismo, per regolamento. C’è uno sport dove il campione, anche quello più forte al mondo, da solo non serve a niente. C’è uno sport dove la squadra è il valore assoluto, dove solo la squadra ti permette di realizzare o meno i tuoi sogni. C’è uno sport dove si è costretti a muoversi in uno spazio ristretto: 81 metri quadrati, all’interno dei quali essere nel posto giusto o in quello sbagliato è una questione di centimetri che fanno vincere o perdere una partita, un campionato del mondo, una medaglia olimpica. C’è uno sport dove si segna o si subisce un punto ogni decina di secondi e la partita è una scarica di adrenalina senza soluzione di continuità, dal primo all’ultimo secondo (…) È il mio sport, la pallavolo, che dà emozioni, gioie e a volte delusioni. In una parola: passioni”. cit. Andrea Anastasi
Dal 1964 la Pallavolo è presente nel programma dei Giochi olimpici, ed è sicuramente uno degli sport più praticati a livello scolastico e dilettantistico.
Essendo un gioco di squadra, la Pallavolo ha un duplice beneficio per il corretto sviluppo di un individuo e in particolare di un bambino: attività fisica e socializzazione, due fattori fondamentali nel percorso di crescita di ciascuno di noi.
Far parte di un gruppo significa divertirsi insieme ai propri compagni, con i quali si instaura un rapporto di complicità e cooperazione, all’interno di un contesto dove ci sono delle regole ben precise; collaborare per raggiungere gli obiettivi, gioire insieme per le vittorie, consolarsi in caso di sconfitta; ecc… inoltre spesso giocare in gruppo si traduce nell’acquisizione di una buona comunicazione e di una maggiore fiducia in se stessi.
L’attacco è sicuramente l’aspetto più conosciuto di un’azione di pallavolo, perché mette in evidenza l’elevazione, la forza e la dinamicità di un giocatore, ed anche perché spesso rappresenta il momento culminante del punto. Ma non esiste attacco vincente che non sia preceduto da un’alzata precisa, veloce, che spiazza il muro avversario anticipandone l’intenzione, ed a sua volta il palleggiatore dipende dai compagni che devono ricevere o difendere la palla dell’avversario.
La Pallavolo fonde quindi aspetti tecnici individuali con la tattica di squadra, ed è proprio attraverso il lavoro in palestra che ci si può continuamente migliorare, spostando sempre più avanti i propri limiti imparando a superarli. Lezione di vita molto utile ai nostri ragazzi che devono imparare ad affrontare le sfide della vita, qualunque esse siano, fin da piccoli… quale modo migliore per “allenarli”?
a cura di Giorgio Gambi
Nel 1982 Martin ha studiato le tappe evolutive della motricità dell’individuo chiamandole fasi sensibili: esse sono rappresentate da momenti in cui una capacità, se allenata correttamente, può svilupparsi meglio rispetto ad altri periodi.
Conoscere le caratteristiche e i limiti dei bambini nelle varie fasi di crescita permette un lavoro razionale in termini d’intensità e di compiti motori da assegnare, rende l’allenamento al pugilato sicuro senza bruciare le tappe, evitando di allenare troppo presto le capacità condizionali a discapito di quelle coordinative.
Prima infanzia 2-4 anni Turgor primus, importante crescita della massa corporea caratterizzata dall’acquisizione di nuove abilità e capacità motorie. Attraverso la psicomotricità si può intervenire sulle qualità coordinative con proposte ludiche.
Seconda infanzia 5-7 anni Proceritas prima, periodo di crescita staturale, in questa fase è utile far scoprire la disciplina sportiva senza specializzare, curare le capacità coordinative quali: il senso dell’equilibrio e il controllo della lateralità, iniziare a sollecitare la rapidità. E’ l’età giusta per far conoscere le regole del pugilato e la presa di coscienza dell’avversario.
Fanciullezza 8-11 anni Turgor secundus, età dell’oro della motricità, con crescita della massa muscolare e corporea. A 8 anni il bambino è pieno di energia infaticabile nella scoperta del mondo circostante. Tra i 9 e 10 anni socializza maggiormente, collabora con i compagni, esprime una buona coordinazione, ha una grande capacità di apprendimento. A 10 anni corre perfettamente, è opportuno stimolare la rapidità, la resistenza e la mobilità articolare. Nelle lezioni di pugilato si affina la tecnica e la tattica, s’introduce lo sparring condizionato e le figure con l’insegnante.
Pre-adolescenza 11-14 anni Proceritas secunda, migliora la mobilità articolare, a 13 anni peggiora la capacità di coordinazione, per lo svi luppo staturale repentino. In questa fase è utile stimolare progressivamente: forza, rapidità, resistenza. Nel pugilato si propongono i circuiti, il corretto uso del sacco, lavoro di rifinitura della tecnica.
Adolescenza 14-19 anni, (dai 14 ai 18 per le femmine e dai 15 ai 19 per i maschi) è il periodo della Turgor tertius dove si esprimono grandi prestazioni, avvicinandosi alla quasi definitiva crescita corporea. E’ il momento più favorevole per sviluppare le capacità condizionali e quindi per specializzare l’atleta. Nel pugilato si iniziano le competizioni. Il lavoro sarà: guanti fra atleti, guanti controllati con un pugile più esperto. La successione proposta è orientata allo svolgimento di un’attività di pugilato in una dimensione educativa proiettata a ottimizzare il bambino troppo esuberante che imparerà ad accettare le regole, e viceversa a sostenere e tranquillizzare il bambino timido, che acquisirà sicurezza in se stesso.
a cura di Moreno Barbi
insegnante di educazione fisica, massofisioterapista,
Tecnico della FIP federazione italiana pugilato
Nei nostri bambini in questo periodo, l’emozione di una ritrovata normalità a scuola si mescola alla paura del contagio e alle misure antiCovid...
E’ necessario usare buon senso per spiegare ai bambini l’importanza di alcune norme fra cui l’igiene delle mani, starnutire nel gomito e l’uso dei fazzoletti di carta.
Quante volte abbiamo sentito questa frase dai nostri genitori o dai nonni, e chissà quante volte la diremo ai nostri figli. Ma cosa c’è dietro queste parole?
Che cosa ha fatto il mostro dei colori?? Ha mescolato le emozioni e ora bisogna disfare il groviglio.
Quante volte noi genitori ci troviamo a rincorrere i nostri bambini cercando di far prendere loro un farmaco? Dare un semplice sciroppo può diventare davvero difficile.
L’alimentazione insegna molto sulle abitudini che influenzano la crescita fisica e mentale dell’essere umano. I ritrovamenti archeologici legati al cibo, per esempio, forniscono elementi cruciali per delineare la formazione sociale di una comunità.
Gli oli essenziali sono parte integrante della tradizione medicale di molte culture antiche e moderne (egiziani, latini, arabi, indiani…). Così affermava già nel IV secolo Ippocrate, colui che ha gettato le basi della moderna medicina,
La propoli è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante.
È una sostanza di origine vegetale anche se le api, dopo il raccolto, la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dalle api stesse.
Il colore può variare moltissimo nelle tonalità del giallo, del rosso e del nero. Il nome propoli, che può essere utilizzato sia al maschile (il propoli) che al femminile (la propoli), deriva dal greco pro “davanti” e da polis “città”:
il significato è, dunque, “davanti alla città”. Le api, infatti, lo utilizzano per difendere la loro città (l’alveare) dai pericoli che possono minacciarla: le malattie, i predatori. Il termine è stato usato da Plinio il vecchio nella sua Naturalis Historia e da Aristotele in vari scritti.
Questa è la sua composizione chimica: resine, cere, olio essenziale, polline.
Per quanto riguarda la sua efficacia sulla salute del corpo umano, la propoli è uno dei migliori antibatterici naturali, con attività sia batteriostatica sia battericida. I germi più sensibili alla sua azione sono: stafilococchi, streptococchi (germi responsabili delle infezioni delle vie respiratorie più frequenti nei bimbi) Escherichia coli, Pseudomonas aeuriginosa. La propoli ha inoltre azione antivirale (Herpes virus Adenovirus e Rinovirus), e antimicotica (specialmente su Candida Albicans). Non si può, poi, non menzionare l’azione immunostimolante della propoli, la quale aumenta la resistenza dell’organismo contro virus e batteri, stimolando l’attività leucocitaria. Queste proprietà rendono la propoli un buon coadiuvante nelle patologie da raffreddamento, nelle influenze, nelle infezioni del cavo orofaringeo ma anche nelle infezioni labiali da Herpes simplex.
In commercio si trovano varie formulazioni di propoli: la soluzione idroalcolica e l’estratto secco (indicati per gli adulti), la soluzione idroglicerica, la soluzione decerata, lo sciroppo, lo spray e diverse tipologie di compresse effervescenti (indicate per adulti e bambini). Per i soggetti allergici è importante scegliere la propoli decerata perché è priva di polline.
L’efficacia della propoli è dose dipendente ed è quindi molto importante scegliere la giusta formulazione e non esagerare con la quantità da assumerne, evitando il fai-da-te e affidandosi sempre all’erborista di fiducia.
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
La bronchite asmatica e la rinite allergica sono patologie molto frequenti e spesso invalidanti nei soggetti più deboli. Incidono inoltre negativamente nella società in termini di giorni di assenza dal lavoro e da scuola in quanto patologie che spesso cronicizzano.
I cardini della terapia sono costituiti da corticosteroidi soprattutto nasali, Laba (broncodilalatori a lunga durata di azione) e antistaminici.
Spesso però la terapia non è ben tollerata dalla popolazione sia per gli effetti collaterali che si possono manifestare nell’assunzione cronica di questi farmaci, sia perché spesso non riescono a contenere efficacemente la sintomatologia specialmente nelle riacutizzazioni periodiche delle patologie.
Da queste considerazioni nasce l’esigenza di trovare una strategia multimodale più efficace, eventualmente comprensiva di preparati fitoterapici selezionati in base agli utilizzi tradizionali e alla composizione del fitocomplesso.
Ed è qui che ci viene in aiuto una pianta indiana, la Boswelia serrata, già segnalata nella medicina ayurvedica come antinfiammatorio.
Gli studi recenti hanno evidenziato il potere immunomodulante e broncodilatante di questa gommoresina che si dimostra un efficace coadiuvante della terapia ordinaria.
Definizione: la gomma della Boswellia è una resina di gomma disidratata nell’albero Boswelia serrata Roxb. ex Colebr.(Burseraceae)
Sinonimi: Boswelia glabra Roxb., Boswelia thurifera (Colebr.) Roxb.
Distribuzione geografica: originaria dell’India
Descrizione: albero deciduo di grandezza intermedia fino a diciotto metri di altezza e 2,4 metri di diametro. Foglie imparipinnate, ovate o ovato-lanceolate.
Fiori piccoli, bianchi, in racemi ascellari o in pannocchie. Drupe lunghe dodici millimetri, trigoni, rossi da giovani, diventano bianchi con la maturità.
Corteccia spessa e aromatica. Al taglio, trasuda una secrezione che diventa simil-gommosa con l’esposizione all’aria.
Droga: resina gommosa disidratata
Caratteri generali: la gomma solidifica lentamente col tempo. Di colore marrone rosso, giallo Verde, o giallo-arancione. si trova sotto forma di lacrime piccole, ovoidali, fragranti. Talvolta le lacrime formano masse di agglomerati lunghe cinque centimetri e spesse due centimetri. La struttura fragile, la superficie fratturata, ha l’aspetto della cera ed è translucente. Brucia rapidamente ed emana un odore resinoso balsamico caratteristico.
Proprietà organolettiche: odore aromatico, caratteristicamente balsamico; sapore gradevole.
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
Come naturopata che lavora tanto anche con i neonati e bambini, mi capita spesso di “sconsigliare” molti prodotti per l’igiene del bambino pubblicizzati su riviste o dalla televisione.
Questo perché spesso molti prodotti alla moda denominati “dolci o naturali” sotto forma di saponi, bagni schiuma o creme per il corpo in realtà possono creare uno squilibrio nel ph della pelle davvero delicata. Come “alternativa” consiglio di usare prodotti caserecci e molto meno costosi come:
- bicarbonato di sodio - amido di riso - olio di mandorle dolci - avena colloidale - l’uso di piante fitoterapiche come la camomilla o alcuni olii essenziali L’uso di questi prodotti molto conosciuti possono essere ottime alternative per uso non solo esterno ma anche interno: aggiungere un cucchiaio di bicarbonato all’acqua del bagnetto serale associato a un cucchiaio di amido di riso e una goccia di olio essenziale di lavanda può giovare non solo alla pelle in caso di irritazioni come la classica dermatite da pannolino, ma anche a promuovere un buon riposo grazie all’azione della lavanda in aromaterapia.
Per il bagnetto è ottima anche l’avena colloidale cioè avena che macinata finemente viene ridotta ad una polvere finissima e leggera che aiuta anche in caso di pelle secca o punture di insetti. La stessa camomilla, utilizzata come bevanda sotto forma di infusi o tisane grazie alle sue proprietà sedative calmanti e antispasmodiche può essere usata anche sotto forma di olio essenziale (ne basta una goccia nel bagnetto) o in olio di mandorle per favorire il rilassamento e il sonno notturno e anche per calmare i doloretti a livello gastrointestinale attraverso un massaggino circolare in senso orario all’addome. Come tradizione insegna, potete usare anche una garza intinta nell’infuso di camomilla tiepido per rimuovere le piccole secrezioni che si possono osservare intorno agli occhi dei bambini, quando sono raffreddati o lenire un inizio di congiuntivite.
Il prodotto che non può certo mancare soprattutto nelle case di genitori con bambini è l’olio di mandorle dolci che può essere utilizzato non solo come idratante dopo il bagnetto o per massaggi con o senza una goccia di olio essenziale (in base alle necessità e all’età del bambino), ma anche per prevenire arrossamenti da pannolino, per bagni oleosi (ne basta un cucchiaio nella vaschetta) ma anche per proteggere i capelli (soprattutto se lunghi e ricci) da salsedine o cloro o sole e in questo caso è bene metterne una piccola quantità sulle mani e massaggiare sulle punte prima del bagno o dell’esposizione al sole. Ottimo anche sulle labbra come “balsamo labbra”.
a cura dott.ssa Alessandra Cremonini
biologo nutrizionista, etologo alimentare, naturopata, esperta in alimentazione psicosomatica
La ricerca di informazioni in tema di Salute è piuttosto complessa: si cercano risposte a domande che riguardano aspetti spesso delicati e variabili da individuo a individuo. L’elevata disponibilità di informazioni presenti sul web fanno apparire Internet come uno strumento in grado di fornire le risposte giuste in tempi rapidi.
L’igiene, sia personale che della nostra casa, è fondamentale per mantenerci in buona salute.
La casa è l’ambiente in cui trascorriamo più tempo, il luogo dove mangiamo, dormiamo e giochiamo con i nostri figli e prendendocene cura ci prendiamo anche cura di chi vi abita.
L’allergia è probabilmente la patologia più comunemente auto-diagnosticata: sovra-diagnosticata dal paziente e sotto-diagnosticata da medici e specialisti. L’aumento delle allergie è stato proporzionale all’aumento degli standard igienico-sanitari della seconda metà del secolo scorso.
Ciò ha portato a diverse teorie secondo le quali il nostro sistema immunitario ha smesso via via di confrontarsi con malattie di origine parassitaria ed ha iniziato a “utilizzare” per le allergie quegli anticorpi usati prima per i parassiti.
Qualunque sia stata la causa, le organizzazioni di tutela della salute pubblica cercano continuamente di chiarire la confusione sull’argomento. Da qui è nata la necessità di fare una distinzione terminologica che possa chiarire fenomeni apparentemente collegati, ma in realtà molto differenti.
Cominciamo con definire xenobiotici (dal greco xénos, estraneo) tutte le sostanze estranee all’organismo con cui esso viene in contatto. Tali sostanze possono causare diversi effetti biologici, benefici e/o indesiderati. Spessissimo si tratta di una miscela di entrambi. L’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (EAACI) ha classificato le reazioni avverse agli xenobiotici a seconda dei meccanismi fisiologici scatenanti. Una reazione avversa a un farmaco o un alimento dovrebbe essere denominata ipersensibilità. Tuttavia, quando è dimostrato il coinvolgimento di meccanismi immunologici, il termine appropriato è allergia. Tutte le altre reazioni, in precedenza denominate “intolleranze”, dovrebbero essere classificate come ipersensibilità non allergiche.
L’allergia non è altro che una risposta immunologica sproporzionata agli xenobiotici che, ora, possono essere ulteriormente classificati come allergeni. Un allergene è di solito una proteina Comunemente si dice che si ha un allergia alle arachidi o ai gatti, ma in realtà l’allergia è solo ad una proteina presente nelle noccioline o nella saliva felina. Le ipersensibilità, invece, non allergiche non riguardano il sistema immunitario ma la carenza e/o assenza di un enzima. Ne è un classico esempio l’intolleranza al lattosio, in cui la riduzione fisiologica di funzionalità dell’enzima lattasi porta a disturbi gastrointestinali dopo il consumo di latte. Essendo la diagnosi delle allergie complessa, la raccolta di informazioni sia familiari che personali risulta fondamentale per valutare in modo corretto i risultati delle successive prove da parte dello specialista.
Il compito del medico è prendere in considerazione il rapporto tra rischi e benefici che un certo farmaco potrà avere per poi prescriverlo.
a cura dott. Luca Puntillo
farmacista
Questo periodo dell’anno è sinonimo di Natale e il pensiero va ai nostri bambini che, nonostante la crisi, troveranno i loro doni sotto l’albero!
La scelta di un giocattolo deve soddisfare caratteristiche ben precise ed è necessario prestare la massima attenzione: giocattoli sicuri: i bambini mettono tutto in bocca, per loro è un modo per conoscere e, durante la dentizione, anche per dare sollievo alle gengive. I primi giochi sono morbidi:
Gli oli essenziali sono il prodotto del metabolismo secondario della pianta, sono sintetizzati e immagazzinati da speciali cellule in varie parti della pianta: fiori, foglie, frutti, semi, radici ecc…
Quando sono ancora nelle pianta vengono chiamate essenze, diventano oli essenziali solo quando sono estratti dalla pianta per mezzo di distillazione o altre forme di estrazione.
Molteplici sono le attività farmacologiche dimostrate degli oli essenziali: stimolano le funzioni di molte ghiandole esocrine dell’apparato digerente, presentano attività antiinfiammatoria, antispastica della muscolatura liscia e interessanti proprietà antimicrobiche.
Nel periodo invernale possono esserci utili gli oli essenziali di Timo, Lavanda e Origano che sono potenti antibatterici oppure gli oli essenziali di Eucalipto Menta e Pino in quanto balsamici. Quello che spesso però si sottovaluta nell’utilizzare queste sostanze è che, pur essendo preziose per le numerose attività farmacologiche che presentano, possono essere molto tossiche e a volte letali, soprattutto nei bimbi, vanno quindi usati con molta cautela. In generale nei bimbi mai utilizzarle in tisane, o in acqua bollente per suffumigi perché la loro inalazione può provocare laringospasmo. Evitare i diffusori con oli essenziali nella camera dove il piccolo dorme.
Nei neonati da 0-12 mesi l’uso degli oli essenziali deve essere limitato al trattamento di specifiche condizioni. Evitare pomate e gel contenenti Canfora e non utilizzare pomate o gel balsamici contenenti Menta Eucalipto Rosmarino nel petto o vicino alle narici del piccolo perché possono provocare problemi respiratori. Possono essere però massaggiati nella pianta dei piedi.
Da 6 a 18 mesi è possibile utilizzare gli oli essenziali nel massaggio nella quantità di 1-2 gtt in dieci ml di olio vegetale (evitando sempre la canfora e non applicando Eucalipto Menta e Rosmarino nel petto o vicino al viso ma nella schiena e nella pianta dei piedi) e nel bagnetto, mai puri ma diluiti nel latte (evitando Menta Eucalipto e Canfora e gli irritanti).
Da 18 mesi a 5 anni è possibile utilizzare gli oli essenziali nel bagno o nel massaggio, utilizzando un massimo di 3-4 gocce, evitando del tutto gli oli irritanti.
Il consiglio quando si utilizzano queste sostanze o prodotti che le contengono è sempre di evitare il fai da te ma di affidarsi a erboristi competenti in materia perché pur essendo un ottimo aiuto per i malanni di stagione possono avere effetti indesiderati importanti.
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
Cambio di stagione, allergie, virus, infezioni virali, alcuni tipi di disturbi immunitari, anemia, abitudini alimentari sbagliae, vita sedentaria, stress problemi cardiaci e depressione: sono queste alcune delle principali cause di stanchezza.
Contratture muscolari e dolori indesiderati possono essere conseguenza di attività sportiva, soprattutto se non affrontata con una preparazione fisica graduale e costante.
Fortunatamente l’omeopatia ci offre un valido aiuto sia nelle piccole traumatologie che nelle preparazioni agli sforzi muscolari con l’utilizzo sia sulla zona da trattare, sia per via orale di numerosi medicinali omeopatici.
Un grande aiuto ci viene dall’arnica montana che possiamo usare tranquillamente anche per i nostro bambini. Questa pianta della famiglia delle composite, nota fin dal 1600 come panacea dei traumi fisici, contiene principi attivi che hanno un’azione specifica sui muscoli e sui capillari: migliorano l’irrorazione sanguigna e riducono l’effetto doloroso dell’acido lattico, prodotto dai muscoli quando sottoposti a sforzi eccessivi.
Nella preparazione all’attività sportiva, gli specialisti possono consigliare granuli o compresse omeopatiche di arnica a bimbi in età scolare, ma anche agli adulti, assumendoli già qualche giorno prima dell’inizio degli allenamenti e proseguendo la somministrazione in base alla necessità.
L’uso di arnica in gel a pronto assorbimento o in crema per impacchi locali e’ utilissimo per accelerare la guarigione poiché permette il riassorbimento più veloce degli ematomi e migliora gli indolenzimenti muscolari.
Questi stessi prodotti vengono consigliati anche nei traumi dei bimbi più piccoli che non possono usare creme antidolorifiche tradizionali. L’unica precauzione importante sta nel non applicare né il gel né la crema a base di arnica sulle ferite aperte perché possono provocare irritazioni.
Qualora ci dovesse essere una ferita aperta è consigliabile una diluizione di calendula per la pulizia della cute lesa.
L’omeopatia è utile anche in caso di fastidiosi crampi muscolari, è infatti disponibile una crema a base di rame (cuprum metallicum) volendo abbinabile all’arnica per sfruttare al meglio l’effetto sinergico dei due prodotti. Il rame e’ conosciuto da sempre per la sua attività antidolorifica e decontratturante.
Se a subire un trauma sono invece i tendini o i legamenti si utilizzano granuli a base di ruta graveolens o di rhus toxicodendron, quest’ultimo solo se al trauma è associato il senso di indolenzimento legato alla ripresa dei movimenti stessi.
Nei “traumi psicologici” possiamo ricorrere al gelsemium se è presente la paura di mettersi alla prova nelle varie attività sportive e la poca fiducia nelle proprie capacità se invece è la fretta di concludere, con ansia di anticipazione e poca costanza nella preparazione è consigliabile argentum nitricum.
a cura dott.ssa Giovanna Porisini
farmacista
La nostra storia sulla Propoli incomincia d’estate: quando la maggior parte di noi è in vacanza e le api lavorano per produrla! A partire da agosto, le api trasformano con la loro saliva le resine raccolte dagli alberi, aggiungendo cera, polline ed enzimi, fino a creare questa sorprendente sostanza che è la Propoli!
Le api la usano per proteggere e sigillare il loro alveare durante l’inverno sia dal freddo che da virus e batteri che potrebbero far ammalare le api stesse e le loro larve.
Proprio dall’osservazione dell’utilizzo della Propoli da parte delle api è nato l’impiego in medicina fino a ricoprire oggi un posto molto importante tra i prodotti naturali con proprietà curative e medicamentose. È uno dei migliori antibatterici naturali, efficace nei confronti di numerosi ceppi di streptococchi responsabili di un gran numero di patologie invernali che vanno dalle banali faringiti alle più pericolose polmoniti. Oltre a rinforzare l’azione di molti antibiotici, ha ottime proprietà antinfiammatorie, funghicide e antivirali può essere, infatti, usata anche su herpes e virus influenzali.
In generale è consigliabile assumere la Propoli già dai primi sintomi e proseguire per almeno 7-10 giorni e può anche essere associata agli antibiotici prescritti dal pediatra.
Se afte, stomatiti, mal di gola si fanno sentire, sono utili gli spray orali senza alcool, spruzzati più volte al giorno a cui aggiungere le caramelle aromatizzate alla frutta, entrambe a base di Propoli. Quando, invece, raffreddore, influenza, sintomi simil-influenzali fanno la loro comparsa, è meglio lo sciroppo, che permette di ottenere un’azione antinfiammatoria e disinfettante più diffusa, o l’estratto totale senza alcool, da somministrare a gocce.
La Propoli può anche venir respirata grazie ai diffusori ambientali che permettono di respirarne la parte più piccola riproducendo l’aria naturale e benefica del bosco, ottenendo così un prolungato effetto antibiotico e antinfiammatorio, utile anche in caso asma bronchiale e allergica.
La Propoli, di solito ben tollerata, va impiegata con cautela e su consiglio del medico se il bambino ha avuto gravi reazioni allergiche a farmaci o ad alimenti (soprattutto prodotti derivanti dall’alveare) e non va usata in caso di allergie al polline o al veleno d’api o nei bambini con meno di due anni.
Non dimentichiamo però che la qualità della materia prima utilizzata, anche in questo caso è molto importante, per questo è sempre bene affidarsi ai suggerimenti del vostro farmacista di fiducia. Smettiamo allora di aver paura delle api e anzi ringraziamole per questo dono così prezioso!
a cura dott.ssa Laura Magnani
farmacista
Con l’inizio della scuola e la ripresa delle attività extrascolastiche, l’esigenza di aiutare i nostri piccoli ad affrontare le loro nuove sfide si fa sentire a gran voce …
Ed è qui che ci vengono in soccorso le nostre amiche api, con la loro produzione di Pappa Reale... ma cos’è in effetti Pappa Reale?
È una sostanza gelatinosa, per questo definita anche “gelatina reale”, dal colore bianco-giallognolo a riflessi perlacei, astringente in bocca e dal sapore acidulo, simile a quello dello yogurt, ma anche leggermente zuccherino.
La Pappa Reale è il prodotto di una secrezione delle ghiandole ipofaringee e mandibolari delle api nutrici, cioè quelle che, nel succedersi determinato dall’età delle funzioni dell’alveare, hanno tra i 4 e i 15 giorni di vita. Costituisce il nutrimento esclusivo di tutte le larve di api dalla schiusa al terzo giorno di vita, per quelle larve destinate a diventare regine, il nutrimento a base di Pappa Reale continua fino al loro quinto giorno di vita larvale (il momento in cui la cella viene opercolata e lo sviluppo avviene come in un bozzolo). L’ape regina, invece, si nutre di Pappa Reale per tutta la durata della sua vita.
I benefici della pappa reale sono in primo luogo nutritivi, energetici e metabolici, infatti oltre ad essere tonificante, immunostimolante e favorire l’insorgere dell’appetito, viene consigliata:
- per sostenere il corpo durante i cambi stagionali; - in periodi di stress e di sforzo fisico e mentale; - in caso di depressione (in questi casi possono giocare un ruolo particolare l’acetilcolina e le vitamine del gruppo B);
- durante le convalescenze o in occasione di periodi di ospedalizzazione; - come stimolante del metabolismo; - per bambini prematuri o con deficienze nutrizionali e pazienti anziani.
La pappa reale si trova in commercio fresca, liofilizzata, in miscela col miele e con altri prodotti dell’alveare, in pillole, capsule, lozioni, creme, unguenti, shampoo ed emulsioni, ma il solo uso che raccoglie un’unanimità di consensi è quello della pappa reale fresca, che si conserva bene per 10-12 mesi a una temperatura tra 0 e 5 gradi. In questo caso assicuriamoci sempre che il prodotto sia di origini Italiane, poiché essendo un prodotto fortemente instabile potrebbe perdere molte delle sue caratteristiche se costretto ad un lungo viaggio.
La pappa reale non ha grosse controindicazioni ma come tutti i prodotti apistici non va somministrata sotto l’anno di età per rischio Botulino.
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
Nonostante la grande diffusione di questi prodotti, non tutti sanno di cosa si tratti esattamente e la disinformazione fa da padrona. Da un punto di vista chimico, sono lipidi o più semplicemente acidi grassi, appartenenti alla grande famiglia che comprende sostanze molto differenti tra loro, come gli oli, i grassi animali o il colesterolo. Gli omega quindi si trovano in natura negli oli e nei grassi vegetali ed animali che quotidianamente consumiamo. Nello specifico, gli omega 3 e gli omega 6 sono considerati grassi essenziali, poiché il nostro organismo non è in grado di produrli, è quindi indispensabile assumerli con la dieta, per evitare di incappare in serie carenze nutrizionali.
Sembrerebbe tutto molto semplice: basta scegliere i giusti alimenti ed il gioco è fatto! In realtà la situazione è più complessa. Di fondamentale importanza è il rapporto tra omega 3 ed omega 6, che dovrebbe variare tra l’1 a 1 e l’1 a 4. Considerando che, le principali fonti di omega 3 sono i pesci dei mari freddi ed i semi di lino, mentre quelle più comuni di omega 6 sono legumi, frutta secca e oli di semi, nelle diete occidentali il rapporto medio stimato è di circa 1 a 10. Questo dato ci fa notare come sarebbe buona pratica aumentare il consumo di pesce azzurro nell’arco della settimana. Nel caso in cui questo non fosse possibile, potrebbe essere una buona idea fare ricorso ad integratori alimentari che garantiscono un buon equilibrio tra omega 3 ed omega 6. Questo discorso è valido per chi necessita di integrazione per prevenire patologie coronariche, ipertensione o diabete di tipo 2 (il tipo più diffuso, non necessita di insulina ed è più frequente nella terza età). Sono inoltre riconosciute le capacità di questi acidi grassi di: intervenire nella reazione infiammatoria come i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), di fungere da protettori della mucosa intestinale e di diminuire la sensibilità verso gli allergeni alimentari, cutanei e respiratori.
Gli omega 9, di contro, non sono considerati essenziali, poiché il nostro organismo è in grado di sintetizzarli a partire da altri acidi grassi insaturi, inoltre l’acido oleico, il più noto omega 9, è piuttosto comune nella dieta mediterranea sottoforma di olio d’oliva. La loro presenza negli integratori risulta comunque indispensabile per equilibrare il rapporto tra omega 3 ed omega 6.
Ecco spiegato il perché di tanto parlare di integratori a base di omega 3, 6 e 9, non solo per quanto riguarda l’alimentazione, ma anche in ambito medico e sanitario.
a cura dott.ssa Maria Luisa Chillemi
farmacista
I fiori di Bach, estratti floreali che curano gli stati d’animo negativi responsabili del nostro malessere interiore e fisico, sono stati definiti da Bach stesso “Lanterne per l’anima”.
Scoperti da Edward Bach, medico inglese molto affermato, intorno al 1920, i fiori di Bach riequilibrano psiche e corpo, divenendo chiavi di apertura e di sblocco per le nostre risorse interiori, che spesso tralasciamo, non abbracciamo o nascondiamo.
Mi sono avvicinata a questa realtà sedici anni fa, con scetticismo, ma sentivo di poter provare: al massimo non facevano nulla! In realtà lo stupore e la gioia sono stati grandi nello scoprire che “si era sciolto qualcosa”. Nasce così la mia passione per la Floriterapia, non solo per i fiori di Bach, ma anche per i fiori californiani, australiani e tutti i rimedi alternativi, passione che poi sono riuscita trasformare in professione: quella dell’Operatore Olistico.
L’operatore olistico è un facilitatore del benessere che utilizzando diversi strumenti, tra i quali anche i fiori, aiuta lapersona a ritrovare il proprio benessere psicofisico. I fiori aiutano e sostengono le persone nei momenti difficili, restituendo loro armonia, migliorano aspetti di sé, sono accessibili a tutti, compatibili con altri tipi di cure, non hanno controindicazioni, sono sicuri e possono essere assunti anche da persone allergiche. I Fiori di Bach, medicina dolce e alternativa guarda la parte sana del paziente ed agisce nell’interezza della persona senza fermarsi solo alla malattia.
E’ un trattamento semplice e naturale e può essere utilizzato fin dai primi giorni di vita, ad esempio per superare il trauma della nascita e l’entrata nel mondo, o per aiutare la mamma dopo il parto.
Proprio alle neo mamme mi sento di consigliare “star of bethlehem”, un bellissimo fiore, che aiuta a superare i traumi emotivi, le angosce e riporta il libero fluire delle emozioni, rilassando mentalmente ed emotivamente.
Utile per superare gli shock e i traumi anche sul piano fisico. Usato localmente aiuta a diminuire lividi e cicatrici.
Lo sapevate che i fiori possono essere utilizzati anche sul corpo? Io stessa durante i trattamenti olistici preferisco le miscele con oli essenziali ed essenze floreali per aiutare maggiormente le persone nello scioglimento delle proprie problematiche ottenendo ottimi risultati. E possono essere usati su persone, animali e piante… ovviamente i fiori di Bach o californiani non sostituiscono terapie mediche nè sostituiscono il parere del medico.
I fiori lavorano con noi per aiutarci a ritrovare equilibrio e ci aiutano a riscoprire il passo dell’armonia e della felicità.
a cura di Claudia Ciarrocchi
operatore olistico
La Vitamina D si presenta in due forme chimiche Vitamina D3 o colecalciferolo che si produce naturalmente negli uomini e negli animali, specialmente nel pesce, e viene immagazzinata nel fegato.
Sotto l’influenza dei raggi solari, viene sintetizzata nello strato superficiale della pelle, a partire da un derivato del colesterolo (il 7-deidrocolesterolo) Vitamina D2 o ergocalciferolo, che viene ricavata artificialmente in laboratorio ed è usata per arricchire i cibi di vitamina D.
In natura, è contenuta in quantità ridotte in alcuni alimenti quali i pesci grassi, le aringhe, gli sgombri, le sardine, il tonno, ma la maggior parte della vitamina D che circola nel sangue è però sintetizzata nella nostra pelle quando questa è esposta al sole.
E’ sorprendente la rapidità con la quale la luce solare induce all’assimilazione di vitamina D: con soli 6 giorni di esposizione occasionale, il sole può compensare ben 49 giorni di non esposizione, infatti durante i periodi di esposizione, la vitamina D viene immagazzinata nel fegato per poi essere gradatamente rilasciata nel periodo di non esposizione.
La più risaputa e principale funzione biologica della vitamina D è mantenere normali i livelli di calcio e fosforo nel sangue e favorisce l’assorbimento del calcio contribuendo a formare e mantenere le ossa forti. Ma dagli ultimi studi sono emerse molte più funzioni biologiche come ad esempio si è rilevato che nei bambini in età scolare, l’assunzione di questa vitamina riduce le probabilità di contrarre malattie ed influenze stagionali, motivo per cui la miglior prevenzione per i malanni invernali è di tenere i bimbi all’aria aperta il più possibile.
La carenza di vitamina D è più comune di quanto ci si potrebbe aspettare. Le persone che non ricevono abbastanza luce solare, sono particolarmente a rischio. Questo si verifica anche in zone soleggiate, perché si rimane per molto tempo in casa o in ambienti comunque chiusi, o, anche quando ci si espone al sole, si ricorre all’utilizzo di creme solari quando non necessario. A tal proposito, ha una notevole importanza anche la scelta dei solari con cui proteggiamo i nostri piccoli.
Utilizzare sempre una protezione troppo alta può essere controproducente in termini di assorbimento di Vitamina D. Il mio consiglio è scegliere il fattore di protezione in base all’età del bimbo e al suo fototipo e di esporre i piccoli al sole nelle ore più sicure per non dover utilizzare fattori protettivi troppo alti, ma di fare scorta di Vitamina D facendo stare i nostri bimbi al sole almeno 15 minuti al giorno… e buona estate a tutti!
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste fitoterapiche
Sempre più spesso tra le mura domestiche, fanno capolino i musetti di cani e gatti (ma anche conigli, furetti e altri animali) che diventano a tutti gli effetti veri e propri membri della famiglia. Piacevole compagnia per una persona anziana o sola, divertenti e fedeli amici per tutta la famiglia, sono, per i bambini in particolare, importante stimolo per la crescita affettiva e psicologica. Nel caso dei più piccoli, l’amico “a quattro zampe” è in grado di essere un fantastico compagno di giochi e di scambi di affettuosità capace di intendersi senza alcun bisogno di parole. Per i bambini più grandi, l’essere coinvolti in alcune semplici incombenze sarà utile al fine di responsabilizzarli nel prendersi cura di un altro essere vivente.
Ma gli animali domestici possono trasmettere alcune infezioni soprattutto ai bambini al di sotto dei 5 anni, alle donne in stato di gravidanza e alle persone il cui sistema immunitario è stato compromesso da qualche malattia che potrebbe permettere a batteri, virus, parassiti e funghi che gli animali trasportano, di trasmettersi all’uomo tramite graffi, morsi o con il contatto con saliva o deiezioni dell’animale. Per vivere al meglio la convivenza è quindi necessario che gli animali vengano mantenuti in buona salute e ben curati. Fondamentale diventa rispettare il calendario vaccinale e portarli dal veterinario periodicamente per visite di controllo ed eliminare i parassiti eventualmente presenti. Per allontanare pulci e zecche (i parassiti più comuni) si possono usare antiparassitari facendo particolare attenzione alle modalità d’uso per evitare fenomeni tossici nell’animale e nell’uomo.
Si trovano sotto forma di spray o fialette spot-on che forniscono una protezione prolungata o che interferiscono con il ciclo riproduttivo delle pulci.
E’ consigliabile utilizzare gli spray, oltre che sull’animale, anche su tappeti e moquette. Le uova e i parassiti adulti possono infatti sopravvivere anche nell’ambiente e costituire una fonte di reinfezione per l’animale. Prestare attenzione ai collari antiparassitari poiché contengono sostanze insetticide e non sono l’ideale se l’animale gioca con i bambini. In questo caso si possono utilizzare repellenti naturali a base di oli essenziali, altrettanto efficaci ma non tossici.
Ricordarsi di seguire scrupolosamente le normali regole igieniche lavandosi spesso le mani, soprattutto dopo aver accarezzato la bestiola e prima di sedersi a tavola. E’ utile lavare accuratamente le ciotole contenenti il cibo e le vaschette per l’acqua con acqua molto calda. È opportuno sostituire spesso la sabbia delle lettiere dei gatti, allontanando gli escrementi, e pulire di frequente e a fondo cucce, brande, gabbie. Una volta alla settimana è utile passare un disinfettante.
Curare la sua alimentazione utilizzando regolarmente cibo di elevata qualità magari consigliato da un nutrizionista animale (chiedete dei consigli al vostro veterinario) e fornendo sempre molta acqua fresca. Evitare di nutrire l’animale con carne cruda.
Tenendo presente queste semplici regole e affidandovi ai consigli del vostro veterinario e del vostro farmacista di fiducia, avere in casa un amico “a quattro zampe” potrà solo essere un’esperienza positiva per tutta la famiglia!
a cura dott.ssa Laura Magnani
farmacista
L’allergia al pelo degli animali è abbastanza frequente e spesso costringe intere famiglie a rinunciare alla compagnia di cani e gatti. L’allergia al pelo del gatto è causata da una proteina (FEL D1) contenuta nella saliva dell’animale. L’allergene si deposita nel pelo quando il gatto si lecca e da qui viene disperso nell’ambiente circostante (tappeti, divani, vestiti, ecc…).
Viviamo in una realtà dove gli effetti collaterali del benessere quali il traffico, l’inquinamento e gli sbalzi di temperatura diventano le principali cause di irritazione al naso, gola e vie respiratorie e provocano infiammazioni, infezioni virali e malattie acute come raffreddori ricorrenti, tosse, asma, bronchite, allergie.
Un valido aiuto per ridurre questi effetti negativi è sicuramente dato dall’Haloterapia. Si tratta di un metodo naturale non invasivo, che sfrutta le innumerevoli proprietà del sale, permettendo così al nostro organismo di respirare benessere in un ambiente salutare. Il sale è un validissimo alleato per il nostro apparato respiratorio e la nostra pelle: è un ottimo mucolitico, antibatterico, antinfiammatorio, igroscopico e i suoi benefici sono noti sin dai tempi dell’antichità.
All’interno della stanza del sale viene riprodotto un particolare microclima caratterizzato da temperatura e umidità costanti. La permanenza all’interno di una stanza di sale permette di godere di innumerevoli benefici, respiriamo attraverso la nostra pelle ed i nostri polmoni micro particelle di puro sale di miniera che vengono poi assorbiti tramite le vie respiratorie e i pori della pelle… quali soni i benefici? Il cloruro di sodio inalato riesce a far funzionare al meglio quell’insieme di piccole ciglia di cui sono dotate le cellule che tappezzano le vie respiratorie e che trasportano il sottile strato di muco che le ricopre verso il cavo orale: si ottiene così una continua detersione dell’intero albero respiratorio. Nel muco, infatti, restano intrappolati virus e inquinanti atmosferici. Le sedute nella grotta di sale oltre a curare malattie dell’apparato respiratorio come asma, catarro, sinusite, bronchite laringite, sono utili anche a chi soffre di malattie dermatologiche, allergie e stress. Ogni seduta corrisponde a tre giorni di mare.
Chi può entrare nella grotta di sale? Bambini, adulti, anziani gestanti, sportivi. Non ci sono restrizioni, non essendo un trattamento medico. Tuttavia, si consiglia di rivolgersi al proprio medico se si hanno particolari dubbi. Nel corso della seduta si sta comodamente seduti coccolati da musica e filmati rilassanti.
I bambini possono guardare cartoni animati e giocare con il sale disposto sul pavimento come fosse sabbia.
Durante la seduta si gode anche dei benefici effetti della cromoterapia, una terapia naturale, adatta a tutti, basata sull’effetto terapeutico dei colori sulla psiche e sull’organismo. I giochi di luce che si creano all’interno della grotta rendono la seduta estremamente piacevole e rilassante. Non a caso, da qualche anno il reparto di otorinolaringoiatria del policlinico di Bari si è dotato di una grotta di sale, dove vengono trattati pazienti in età pediatrica con varie patologie del tratto respiratorio… allora perché non provare?
a cura di Maria Sindoni
consulente in haloterapia
Con l’arrivo dell’autunno puntualmente ecco ripresentarsi nei nostri bimbi le fastidiose malattie da raffreddamento che vanno dalla rinite alla faringite, dall’otite all’influenza vera e propria.
Per fortuna la fitoterapia ci viene in aiuto con molte piante officinali sia in termini di immunostimolazione (aumento delle difese immunitarie) sia in termini di sollievo della sintomatologia. La pianta cardine dell’ inverno è la Rosa Canina: I frutti sono conosciuti per la ricchezza di vitamina C molto più biodisponibile di quella di sintesi.
Ciò la rende un valido e apprezzato aiuto nella prevenzione e nel trattamento delle affezioni invernali a carico dell’apparato respiratorio. Se la somministrazione avviene in autunno aiuterà ad affrontare meglio la stagione invernale, se avviene in concomitanza o post antibioticoterapia contribuirà ad evitare le ricadute dopo tale trattamento!
L’Echinacea è la pianta per la quale, relativamente all’attività stimolante, vi sono più studi scientifici pubblicati. Le sue radici costituiscono un fortissimo rimedio vegetale contro l’influenza. Oltre alla proprietà immunostimolante l’Echinacea ha proprietà antiinfiammatoria, antivirale e antibatterica (olio essenziale).
Alleati in questo ambito sono anche gli olii essenziali, due fra tutti, l’olio essenziale di Timo e l’olio essenziale di Eucalipto.
Il Timo ha dimostrato azione spasmolitica e antitussiva, il timolo ed il carvacrolo presenti nel suo olio hanno infatti effetto rilassante della trachea e sull’ileo. Ha dimostrato inoltre una spiccata attività antibatterica anche su ceppi di origine clinica di Staphylococcus aureus. L’olio essenziale di timo, per via inalatoria, è indicato quindi in caso di rinofaringite, sinusite, bronchite
asmatiforme, raffreddore, influenza, tosse, mal di gola.
L’olio essenziale di Eucalipto può essere utilizzato nelle inalazioni o nei suffumigi, in massaggi localizzati al torace (sopra i 6 anni di età) e, in maniera più ridotta nei bagni (4-5 gocce ma solo nel breve termine), per raffreddori con congestione e catarro, tosse, bronchite cronica, faringite, congestione nasale e sinusite. Può essere anche mescolato con altri oli essenziali balsamici.
Un aiuto importante che viene utilizzato in fitoterapia anche se non è propriamente un fitoterapico è la Propoli, questo prezioso prodotto apistico è un materiale resinoso, profumato, ottenuto per raccolta ed elaborazione enzimatica da parte delle api di materiale vegetale prelevato dai fiori.
Le api utilizzano la propoli come sostanza cementante la struttura dell’arnia e del favo, mentre gli artigiani di un tempo la utilizzavano per verniciare strumenti musicali. Oggi invece è diffusamente impiegata come rimedio di prima scelta nell’automedicazione per le alte vie respiratorie.
Sperimentalmente a carico dalla propoli sono state dimostrate attività antiflogistica, attività antivirale, attività batteriostatica e attività antiradicali liberi.
La fitoterapia in questi e tanti altri casi può esserci di aiuto ma ricordiamo di affidarci sempre a persone competenti nel settore.
a cura dott.sse Loredana Raso e Nada Raspanti
erboriste floripratiche
La ripresa o l’inizio della scuola può causare nei bambini situazioni di disagio, così come negli adulti quando riprendono le loro attività lavorative dopo un periodo di vacanza.
Oltre all'aspetto emotivo del cambio di stagione c'è anche quello climatico. I primi freddi aprono la porta a virus e batteri “regalando”, soprattutto ai più piccoli, raffreddori e tosse. Per non dover subito ricorrere a farmaci veri e propri si può “giocare d'anticipo” e fare un po' di prevenzione autunnale.
La più semplice ma efficace è quella che si può fare rinforzando le naturali difese dell'organismo.
Visto che proprio la microflora intestinale riveste un ruolo fondamentale per le difese immunitarie, via libera ai fermenti lattici per tutte le età. Qualche mese di fermenti (disponibili in gocce o polveri insapori da miscelare ad acqua o pappe),consentiranno di mantenere sane le colonie di batteri "amici" assicurando una valida difesa contro batteri e virus, anche nei bambini più piccoli in situazioni delicate come l'inserimento al nido o alla materna.
Anche l'omeopatia e la fitoterapia offrono validi rimedi preventivi; Echinacea, Rosa Canina (fonte naturale di vitamina C) e Ribes Nigrum rinforzano il sistema immunitario e contengono l'infiammazione. Sono disponibili in gocce, meglio se senz'alcol per i piccolissimi, da diluire in due dita di acqua al mattino. Per i dosaggi e consigli su altri rimedi più specifici è consigliabile rivolgersi all'omeopata o al farmacista di fiducia.
Un’ altra arma da sfruttare contro virus e batteri è la Propoli, l'antibiotico delle api funziona anche per noi ed è un ottimo antinfiammatorio. L'unico accorgimento è che, essendo potenzialmente allergizzante, è meglio non somministrarla ai bambini al di sotto dei due anni, soprattutto in caso di predisposizione allergica o allergia vera e propria verso il polline. Sono situazioni abbastanza rare, ma da tenere presenti.
Alimentazione: con l’autunno alle portesono da preferire cibi di stagione ricchi di vitamine, frutta fresca, verdure fresche, zuppe di verdure e legumi, cereali integrali (riso, orzo, farro ma anche quinoa e amaranto) limitando invece i latticini e gli zuccheri semplici che aumentano la produzione di muco. Al mattino è importantissimo non saltare la colazione, anche perché uscire di casa con qualcosa nella pancia consentirà a noi e ai nostri bambini di affrontare meglio la giornata. Arricchiamola con agrumi, kiwi e frutta secca come le mandorle, e avremo a disposizione sostanze antiossidanti che contribuiscono a mantenere le mucose integre e resistenti agli attacchi virali.•
a cura dott.ssa Laura Magnani
farmacista
E' arrivata la bella stagione! Con i nostri bimbi passiamo molto più tempo all'aperto e questo comporta l'avere qualche attenzione in più.
Non solo in vacanza ma anche in giardino o al parco vicino a casa qualche inconveniente può capitare, dal ginocchio sbucciato al pizzico di un insetto molesto, per cui cercherò di dare qualche utile indicazione.
Il consiglio è quello di avere sempre con se cerotti di varie misure, salviette disinfettanti, ghiaccio istantaneo in busta e un post-puntura da applicare il prima possibile in caso di puntura d'insetto. Se stiamo partendo per le vacanze, la nostra valigetta del pronto soccorso dovrà contenere anche garze sterili (non il cotone che può lasciare fibre nella ferita), una crema per riassorbire eventuali lividi o per traumi (un gel a base di arnica è perfetto), una crema cicatrizzante per facilitare la guarigione delle abrasioni o dei tagli più profondi e una benda elastica per fasciature.
Per quanto riguarda eventuali punture di insetti si rende necessario avere un repellente. Per bimbi sotto l'anno è preferibile limitarsi ad usare le zanzariere su lettini e passeggini oppure ricorrere ai cerottini a base di citronella da applicare sui vestiti. Per bimbi più grandicelli vanno bene i braccialetti alla citronella e le salviette umidificate a base di estratti di piante naturalmente repellenti (citronella, geranio). Solo sopra i 2 anni si possono iniziare ad usare prodotti a base di insetticidi anche se nei bambini è sempre preferibile l'uso di prodotti naturali. Oltre al repellente serve un post-puntura tipo le “penne” e roll-on senza ammoniaca o i gel e le creme a base di estratti vegetali lenitivi. A volte alcuni insetti provocano ponfi infiammati e dolorosi per cui i rimedi classici non sono efficaci. Solo in questo caso si può ricorrere all'uso di creme cortisoniche e antibiotiche.
Bella stagione vuol dire anche sole! Il sole fa bene ma sono d'obbligo crema solare e dopo-sole per tutti! Ricordiamo che sotto i due anni di età va evitata l'esposizione prolungata e diretta nelle ore più calde. Da non dimenticare cappellino, occhiali da sole e soprattutto l’utilizzo di creme con massima protezione contro i raggi UVB, responsabili delle scottature, e i raggi UVA responsabili dei danni a livello cellulare. Fino ad ora ho parlato di accorgimenti legati prettamente a situazioni all'aperto ma ricordatevi di portare sempre con voi termometro e tachipirina, per far fronte ad una febbre improvvisa, fermenti lattici per mal di pancia o diarrea, gocce anestetiche e antinfiammatorie per le orecchie, perché un colpo d'aria o l'acqua nelle orecchie dopo un bagno in mare o in piscina possono provocare dolorose otiti.
A questo punto voi dovete solo aggiungere costume, scarponi, giochi e un buon libro e io augurarvi.... Buone vacanze!•
a cura dott.sa Laura Magnani
farmacista
A cavallo tra il secondo e il terzo secolo D.C. un medico dell’antica Grecia di nome Claudio Galeno ado- perava erbe medicinali e i loro estratti per curare individualmente ogni singolo malato. Il termine preparazioni galeniche vive ancora oggi per indicare dei farmaci creati “ad personam”. La dottoressa Maria Luisa Chillemi, specializzata in preparazioni galeniche ci introduce in questo mondo poco conosciuto.
Cosa sono i preparati galenici? Sono dei farmaci o dei preparati fitoterapici che possono essere fatti in base alle esigenze della persona. Per la loro preparazione vengono usate formulazioni studiate per il singolo caso, quindi ogni paziente avrà il farmaco adatto alla propria esigenza. È in questo ambito che agisce il galenico.
Qual’è la differenza tra officinale e magistrale? L’officinale è il prodotto che possiamo fare sotto forma di multiplo. Prendiamo ad esempio la vecchia formulazione della pomata canfosalicilica non più in commercio e contenente canfora, utile per la decontrazione muscolare o come antinfiam- matorio. Creata una certa quantità, viene venduta come farmaco officinale. Il galenico magistrale invece, fatto su ricetta medica è la preparazione creata per una singola persona.
Quindi per il farmaco galenico magistrale c’è bisogno di una ricetta medica? Nove volte su dieci si. Dipende dalle sostanze presenti nella formulazione. Se si tratta di formulazioni che esistono sulla farmacopea uffi- ciale e che hanno uno standard, già decodificate e il cui principio attivo è di libera vendita, non c’è bisogno di ricetta medica.
Quali sono i costi? Sono più o meno cari dei farmaci industriali?Spesso i preparati non sono costosi, a meno che non ci siano dei principi attivi particolari. Dipende dalla forma farmaceutica e da quanto è complicata la prepa- razione. Quelle officinali sono più economiche nove volte su dieci rispetto a quello che è l’analogo prodotto in commercio. Nel caso in cui il paziente ha bisogno di un prodotto particolare, il costo può alzarsi.
Sono farmaci mutuabili? Assolutamente no. Nel 90% delle regioni italiane sono a pagamento.
I farmaci galenici si possono fare in tutte le formulazioni (compresse, soluzioni, capsule). In campo pediatrico ad esempio si può adattare la forma farmaceutica ai gusti del bambino, dallo sciroppo alla gelatina. Si produce quindi il preparato galenico adeguando il prodotto ad personam. La stessa cosa avviene per gli animali. Soprattutto per i gatti, restii ad ingerire medicinali; abbiamo formulato capsule appetibili con all’interno il principio attivo e del liofilizzato di carne. Stessa cosa si può fare per un bambino che ha difficoltà ad ingerire medicine.
I preparati sono a base chimica oppure naturale? Si può fare qualsiasi cosa, dal prodotto naturale al chimico secondo indicazioni del medico.
Tutte le farmacie possono produrre preparati galenici? Tutte le far- macie hanno il laboratorio interno e l’autorizzazione a creare preparazioni galeniche. Ovviamente bisogna seguire delle norme assicurando uno stan- dard di qualità. Per questo sono molto poche le farmacie che si adoperano in questa pratica. Quali sono le patologie più frequenti per le quali c’è richiesta di farmaci galenici? Abbiamo richieste per varie patologie ma quello che manca è il dialogo stretto tra medico e farmacista perciò cerchiamo di promuovere una collaborazione soprattutto con i pediatri.
I farmaci galenici sono utili ed efficaci quanto i farmaci industriali? Assolutamente si. Alcune volte anche di più soprattutto nel caso dei bambini.
Sembrano tutti pro, c’è qualche contro? I contro sono le controindica- zioni tipiche del farmaco in quanto tale. A differenza del prodotto industriale che ha una scadenza lunga (anche 2-3 anni), la formulazione galenica si consuma subito, almeno quella magistrale, in quanto essendo preparato ad personam, viene prodotto senza conservanti né coloranti. Questo è un altro vantaggio del farmaco galenico soprattutto per chi ha bambini piccoli molto sensibili, intolleranti o allergici. La massima durata garantita per legge del preparato galenico officinale è invece di 6 mesi.•
a cura dott.ssa Maria Luisa Chillemi
farmacista
Qualche indicazione fondamentale e alcuni spunti da cui partire per creare il proprio “stile” alimentare perché, vero è, che nutrirsi correttamente è il pri- mo passo per godere di buona salute e, nel caso dei bambini, crescere bene.
Tre sono i punti che vanno sicuramente presi in considerazione: qualità, quantità e varietà del cibo. Qualità: nella scelta del cibo preferiamo sempre prodotti di stagione, locali, meglio se biologici. Nei supermercati si trovano, in ogni momento dell’anno, tutta la frutta e la verdura possibile e immaginabile. Sono vegetali cresciuti in modo forzato, che hanno viaggiato per chilometri e che per questo sono stati trattati con quantità maggiori di antiparassitari e conservanti. Hanno inoltre perso vitamine e sali minerali diventando un cibo più “morto”. Se si consumano prodotti di stagione e possibilmente a km zero la qualità è automaticamente maggiore. Al giorno d’oggi è anche più facile reperire prodotti freschi di qualità, non solo nei supermercati del biolo- gico ma anche nella grande distribuzione e nei sempre più diffusi mercatini settimanali, dove piccoli produttori locali offrono frutta, verdura, miele, carne, uova biologici o da lotta integrata.
Quantità: non eccediamo! I bambini si regolano piuttosto bene per cui non forziamoli a mangiare. Esagerare con le calorie nei primi anni di vita porta alla formazione di troppe cellule adipose che tendono a trattenere il grasso, per cui ci si troverà a lottare con il peso per tutta la vita. Piuttosto cerchiamo di cre- are un momento “positivo” in cui mangiare, spegniamo la TV e approfittiamo dell’occasione per due chiacchiere in famiglia. Se i nostri bambini rifiutano qualche cibo non è una tragedia, non colpevolizziamo noi e loro ma cerchiamo di aggirare l’ostacolo. Si potrebbe riprovare in un secondo momento, ma- gari presentando l’alimento in modo diverso o, ancora meglio, coinvolgendo i bambini nella preparazione del pasto per la famiglia.
Varietà: portiamo a tavola la maggior varietà di cibo possibile. Abituare i bambini a gusti diversi e nuovi, con lentezza e gradualità, consente di fornire loro tutta la gamma di nutrienti necessari ad una crescita ottimale. La varietà inoltre, fa si che sia più difficile che si sviluppino intolleranze, fenomeno sem- pre più frequente anche nei piccolissimi.
Ho parlato di “biologico” come requisito da ricercare nei cibi che consumiamo, questo perché spesso è garanzia di qualità migliore e comunque di assenza di contaminazione da pesticidi, fattore importante nel caso dei bambini che, in quanto organismi in rapida crescita, sono vulnerabili alle tossine. Però anche sul biologico vanno fatte delle considerazioni...
Mangiare biologico costa, in Italia, mediamente dal 30 al 35% in più rispetto al normale e anche nel biologico vengono a volte utilizzati ingredienti di scarso valore nutrizionale per cui è importante leggere l’etichetta, soprattutto dei pro- dotti confezionati. A questo punto sorge spontanea la domanda: “biologico si o biologico no?” Per le motivazioni indicate finora, la mia risposta è “bio- logico si!”, fondamentale però è informarsi.
Nutrizionisti, pediatri e, perché no? il farmacista di fiducia, sapranno darvi le indicazioni di base mentre per approfondire l’argomento sono ormai numerosi i testi, anche di facile lettura, disponibili nelle librerie anche on-line. Un aiuto prezioso viene anche dall’etichetta del prodotto. Ben visibile deve essere il logo del biologico dell’Unione Europea, la foglia su sfondo verde profilata da stelline. Questo è il marchio che garantisce ai consumatori l’origine biologica dello alimento dato che non può essere usato per i prodotti che contengano meno del 95% di ingredienti biologici. In etichetta compare inoltre il nome dell’ente certificatore (Bio Agri Cert, Codex, Suolo e Salute ecc.) che periodicamente effettua controlli e ispezioni sul prodotto finale e sull’intera filiera. Questi enti in Italia sono riconosciuti e a loro volta controllati, dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Con questi basilari accorgimenti sarà possibile orientarsi più facilmente nel mondo del biologico e godere di questo nuovo modo di approcciarsi al cibo, visto non più solo come mezzo per saziare ma come mezzo per crescere e vivere più sani.
Alcune letture per cominciare....
ABC dell'alimentazione naturale-Terra Nuova Edizioni
Bioricettario-Terra Nuova Edizioni
Svezzamento secondo natura-Terra Nuova Edizioni
Il tuo cibo dalla A alla Z- Tecniche Nuove Edizioni
Alimentazione naturale dallo svezzamento all'adolescenza-Tecniche Nuove Edizioni
Risparmiare con la cucina bio-Tecniche Nuove Edizioni
a cura dott.sa Laura Magnani
farmacista
L’ultima definizione nosografica del DDAI è relativa al DSM V che suddivide i sintomi in disattenzione ed iperattività o impulsività.
La disgrafia rientra nell’ambito dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): riguarda esclusivamente il grafismo, ovvero i segni e gli aspetti grafici, non l’ortografia né la sintassi, anche se può influire negativamente su di esse.
Nello sviluppo tipico è attraverso il corpo che il bambino cresce in senso globale, integrando affetti, relazioni, comportamenti e capacità cognitive.
La diagnosi viene elaborata dal medico Neuropsichiatra Infantile sulla base della valutazione della storia personale
In ambito scolastico è possibile individuare e selezionare dei profili scolastici in cui è forte il sospetto che ci possa essere nel tempo un’evoluzione nel quadro clinico che rientra nella diagnosi di Disturbi Specifico di Apprendimento.
La consulenza genetica ci fornisce informazioni relative alle malattie genetiche, in termini di caratteristiche cliniche, prognosi, prospettive terapeutiche ed eventuale rischio di ricorrenza in famiglia, nonché ci suggerisce i test genetici ad esse correlate da fare.
Quanta importanza ha il gioco nello sviluppo di un bambino? Un’importanza enorme, tanto che si dice che il gioco sia il lavoro del bambino.
La raccolta di dati relativi all’anamnesi familiare riguarda il rilevamento di informazioni dello stato di salute di genitori e fratelli/Sorelle...
In neuropsichiatria infantile il momento diagnostico prevede l’uso di un approccio multidimensionale al fine di ottenere una conoscenza completa del bambino ed è un percorso imprescindibile
Solitamente è l’ingresso nella scuola primaria ad evidenziare eventuali disturbi intellettivi dei nostri figli, anche se la maggior parte dei casi di grave disabilità intellettiva risulta riconoscibile molto prima.
Una fifa blu, rosso di vergogna, giallo di gelosia, verde d’invidia, arancione di gioia e grigio di tristezza.
Quest’estate un gruppo di bambini giocava all’aperto, in montagna, inscenando una favola: c’era la principessa asserragliata nel castello, il mondo là fuori era pieno di pericoli… ma la principessa confidava nel salvatore che sarebbe arrivato di lì a poco.
Leggendo le diagnosi dei nostri studenti D.S.A capita di trovare come consiglio di sviluppare un approccio metacognitivo allo studio. Questo, comunemente detto metodo di studio, è un approccio personale all’apprendimento utile non solo a studenti D.S.A.
Chi di noi non è mai entrato in contatto con l’acronimo D.S.A, oppure con i termini Dislessia e difficoltà d’apprendimento?
Le difficoltà di apprendimento iniziano durante gli anni scolastici, ma possono non manifestarsi pienamente fino a che la richiesta rispetto a queste capacità scolastiche
Del disturbo specifico di apprendimento (DSA) si sente spesso parlare, e proprio per questo è importante comprenderne la natura e la diagnosi, sia da parte dei genitori che dei pazienti interessati.
Le Paralisi Cerebrali Infantili (PCI) sono attribuibili a un danno permanente ma non progressivo, che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante per cause pre-, peri- e post-natali.
Riconoscere il disturbo specifico dell’apprendimento D.S.A. Richiede diverse competenze e diverse professionalità e possono essere molte le persone che principalmente, lo studente e la famiglia,
Parliamo di quella “specie in via di apparizione” precocemente esposta alle nuove tecnologie, sono quei bambini e quei ragazzi che vivono in case in cui i media digitali sono sempre più presenti ed indispensabili
Il gioco è l’attività attraverso la quale il bambino effettua le sue esperienze dapprima di tipo sensoriale e poi motorie; attraverso di esso riesce a scoprire se stesso e la realtà che lo circonda.
La scoperta delle potenzialità terapeutiche degli animali risalirebbe all’antichità; ciò nel corso dei secoli è stato oggetto di una crescita esponenziale dell’interesse da parte della società.
L’esperienza della disabilità in famiglia, la diversa sensibilità personale nonché il ruolo dei vari componenti che la costituiscono, rende il vissuto peculiare e unico.
L’intervento deve essere precoce poiché si deve agire in uno stadio in cui le strutture cerebrali sono ancora in fase di sviluppo e i processi di differenziazione cellulare e di maturazione non si sono ancora conclusi.
I tic sono classificati nel gruppo dei disturbi del movimento che sono costituiti da attività muscolare involontaria e abnorme e sono correlati ad anomalie funzionali o anatomiche del sistema nervoso extrapiramidale.
Le arti visive, la danza, la musica, l'attività teatrale, il raccontare storie, il folklore, le maschere e i burattini si rivelano un approccio molto stimolante ed efficace
In un bambino con autismo è essenziale avviare ogni intervento con la valutazione funzionale. Essa ha lo scopo di identificare le abilità e le potenzialità per sviluppare un programma psicoeducativo individualizzato.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) vengono classificati in: anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo della nutrizione o dell’alimentazione non altrimenti specificato.
Le Funzioni Esecutive (FE) sono un insieme di processi cognitivi superiori che permettono di risolvere correttamente dei problemi, pianificare...
Se un bambino non riesce ad imparare, insegnagli tu un metodo con il quale possa imparare ad imparare.
Il raggiungimento del controllo sfinterico completo, sia a livello del retto che della vescica, si realizza gradualmente durante i primi anni di vita.
Con il termine “Gioco” in genere si indica una fondamentale caratteristica dell’essere umano. Se pensiamo al concetto di “gioco” immaginiamo qualcosa che sia divertente e spontaneo, un veicolo di interazione ma anche un modo per passare il tempo in solitudine.
Le favole sono un ottimo strumento di intervento per trattare il Disturbo Oppositivo Provocatorio.
La comunicazione, per esprimere idee, concetti, sentimenti propri di ogni individuo, può avvenire oltre che attraverso il canale visivo, corporeo e/o verbale anche per mezzo della musica.
La difficoltà a utilizzare il linguaggio verbale costituisce un limite per la qualità della vita delle persone che ne sono affette.
Disturbo Autistico, Sindrome di Rett, Disturbo disintegrativo della fanciullezza, Disturbo di Asperger,
Il Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica svolge interventi terapeutico-riabilitativi sui soggetti (bambini e/o adulti) con disabilità psichica.
Il mal di testa o la cefalea è uno dei sintomi di più frequente riscontro in età pediatrica e risulta particolarmente diffuso in età scolare.
I bambini, oltre ad avere bisogno di accudimento fisico e affettivo, necessitano di giocare poiché quest’attività ne condiziona lo sviluppo delle funzioni intellettive,
Il sonno è molto importante nella vita dell'uomo rappresentandone, a livello quantitativo, almeno un terzo.
Per il bambino disegnare è una manifestazione di piacere, di gioia e nello stesso tempo di interesse per il mondo esterno.
La ricerca della novità e la capacità di esplorare velocemente l'ambiente sono comportamenti positivi per lo sviluppo neuropsicologico del bambino e pertanto devono essere stimolati e favoriti.
Fin dai primi mesi di vita, pur con qualche variabilità individuale, i neonati cominciano a manifestare un comportamento di attaccamento finalizzato a favorire la vicinanza fisica alle persone alle quali sono legati.
E' proprio vero... quando il pediatra ci consiglia di portare il nostro bambino dal Neuropsichiatra Infantile (NPI) sembra che il mondo ci stia crollando addosso poiché questa disciplina è poco conosciuta e per questo molto temuta.