Con “Fagiolino e Sganapino” scopriamo la bolognesità

La nostra città vanta tantissimi personaggi partoriti da quell’instancabile attività teatrale rappresentata dall’arte burattinaia di strada. Proprio nei casottidelle teste di legno nacque il nostro burattino Fagiolino.

A dire il vero c’era stato, precedentemente, nel teatro degli attori della Commedia dell’Arte, uno “Zanni” che portava questo nome,

anche se il carattere era sicuramente differente da quello del burattino bolognese. 

Il nome “Zanni” o “Zani”, personaggi del tutto simili ai buffoni medievali, deriva dal diminutivo padano del nome Giovanni; si distinguevano in due categorie il primo Zanni, servo astuto, e il secondo Zanni, servo sciocco. Insieme creavano, negli spettacoli, momenti a dir poco esilaranti.

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Ma cosa avvicina il burattino Fagiolino a quegli arcaici personaggi?
Anche lui è facchino, a volte servitore di qualche vecchio avaro, e lo contraddistinguono una fame, che non riesce mai a saziare, e una gran sete di vino. Fagiolino rappresenta si, al birichén (il birichino), monello scaltro e audace dei bassifondi cittadini, ma possiamo dire che sia anche un eroe popolaresempre disponibile a difendere i deboli dai prepotenti e dai tiranni che punisce inesorabilmente con il suo inseparabile bastone. Vive ogni avventura con ottimismo ed è sempre pronto all’azione incarnando un’argutissima saggezza popolare.

Entra nel cuore dei bolognesi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento grazie all’attività dei burattinai Cavallazzi prima e Angelo Cuccoli poi, diventando elemento imprescindibile del teatro burattinesco. Gradualmente cresce emancipandosi e, in alcuni copioni, lo ritroviamo maturo padre di famiglia. E' sposato con Isabella, che lui chiama Briabèla (non bella). Il suo nome completo è Faulén Fanfàn Fanfàni, ma è chiamato anche semplicemente Faôl (Fagiolo) o Faulàtt (Fagioletto), termine che potrebbe essere collegato al legume molto spesso presente sulla mensa dei poveri. Anticamente troviamo anche scritto il suo nome con due “g”, in riferimento al 'faggio', il legno del suo bastone, e al 'lino', il tessuto del suo berretto.

Soltanto nel 1877, per volontà di Augusto Galli,
all’epoca allievo dei burattinai Cuccoli, muove timidamente i primi passi il personaggio di Sganapino, creato per essere spalla dell’ormai consolidato Fagiolino. Sganapino è grande amico di Fagiolino, ma non ha lo stesso carattere: è il tipico antieroe, ingenuo e tutt’altro che coraggioso. Col tempo, apprezzato per le sue doti di semplicità e di simpatia, diverrà in certi casi anche protagonista. Il nome Sganapino, in dialetto ganapén, può derivare dalla storpiatura del termine dialettale “canâpia” (naso prominente) in riferimento al lungo naso che si ritrova, oppure dall’antico ganapèr (divorare voracemente).

Come in Pinocchio,
anche nel suo nome è contenuta la parola “pino”, il legno più usato per l’intaglio dei burattini. Entrambi, inoltre, sono legati a un’eterna fanciullezza e accomunati dal particolare naso. Sganapino è avvolto  sovente da un alone di mistero dovuto a una emotività lunare e lunatica. Gli si attribuiscono anche dei cognomi, come Posapiano, Magnazza, Squizzagnocchi e addirittura Mazzatutti. Biondo-rosso di capelli, occhi azzurri, ha un lungo naso all’insù. 

Ancora oggi divide spesso la ribalta con Fagiolino, formando con lui una coppia comica di moderni Primo e Secondo Zanni che si sono confermati nel capoluogo emiliano come vere e proprie maschere. A differenza dell’amico Fagiolino, Sganapino si difende con la scopaper battere e spazzare via importuni avversari. Ma lasciamo ai burattini la follia di bastonarsi… Loro hanno la testa di legno!


di Riccardo Pazzaglia

Artista burattinaio della tradizione Bolognese - erede di Demetrio Presini

Testi e immagini dal libro: “Burattini a Bologna” 
La storia delle teste di legno raccontata da Riccardo Pazzaglia e illustrata da Wolfango - Edizioni Minerva


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