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L’ansia è spesso percepita come negativa, qualcosa da evitare, da combattere o da zittire. Ma cosa accadrebbe se cambiassimo prospettiva?
Se imparassimo a fare amicizia con l’ansia, a riconoscerla, ascoltarla e darle il giusto spazio, potremmo trasformarla da limite a risorsa. Vediamo come.
L’ansia è un meccanismo naturale e fisiologico che il nostro cervello emotivo mette in atto per prepararci all’azione. È una forma di energia, una spinta che ci attiva quando percepiamo una situazione come importante o potenzialmente rischiosa. Pensiamo, ad esempio, all’ansia
prima di un esame o di una presentazione: è proprio quella sensazione che ci stimola a prepararci, a concentrarci e a dare il meglio di noi. In questo senso, l’ansia – in dose moderata – è un’alleata preziosa che spinge all’azione. Ansia al livello giusto.

Questo contenuto? È Certificato!
Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.
Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e Daniele Novara veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buon proseguimento!
Quando diventa un limite?
Il problema nasce quando l’ansia supera un certo livello e smette di essere funzionale. Un’ansia troppo intensa può bloccarci, farci evitare le situazioni che ci spaventano, alimentare un circolo vizioso di paure e insicurezze. In queste circostanze, l’ansia non ci spinge più all’azione ma ci porta a ritirarci, a fuggire o ad adottare strategie di evitamento che impediscono la crescita e l’autonomia. È importante, allora, imparare a riconoscere quando l’ansia è utile e quando invece ci sta limitando.
Come dosarla?
Ecco i 3 passi da compiere: conoscerla, normalizzarla e ridimensionarla.
Il primo passo è entrare in contatto con l’ansia, senza giudizio. Chiediamoci: di cosa ho paura? È una paura reale o frutto di aspettative irrealistiche? Quali pensieri stanno alimentando questa emozione? Spesso, dietro l’ansia si nascondono:
- Paure utili, che ci proteggono da pericoli o ci preparano a situazioni importanti.
- Paure non costruttive, legate a pensieri irrazionali, convinzioni limitanti o aspettative troppo elevate (Paure che possono arrivare anche dall’esterno o dagli stessi genitori, quindi attenzione alle aspettative sui propri figli o ai confronti che vengono fatti questo non aiuta).
Riconoscere questa distinzione ci permette di “destrutturare” l’ansia, lasciar andare alcuni pensieri e trovare strategie più funzionali per affrontare le difficoltà.
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Come genitori cosa fare?
I genitori in tutto questo giocano un ruolo fondamentale durante la crescita dei propri figli e nella loro educazione emotiva. Insegnare ai bambini e agli adolescenti che provare ansia è normale, che può essere un’emozione utile e che può essere gestita, li aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé.
Ecco 5 suggerimenti pratici:
- Parlate apertamente di ansia: raccontate ai vostri figli quando anche voi vi sentite ansiosi, spiegate loro cosa succede nel corpo e nella mente in quei momenti.
- Normalizzate l’emozione: non etichettatela come qualcosa di sbagliato o da evitare, ma come una parte della nostra esperienza umana.
- Aiutateli a riconoscerla: insegnate a dare un nome alle emozioni, a identificare i pensieri che le accompagnano e a distinguere tra paure reali e immaginate.
- Rinforzate le strategie positive: respirazione, momenti di rilassamento, pensieri alternativi più realistici e costruttivi, tutti questi sono strumenti semplici, ma potenti per gestire l’ansia.
- Celebrate i piccoli successi: ogni volta che vostro figlio affronta qualcosa che lo spaventa, anche solo in parte, riconoscetelo e valorizzate il suo impegno.
In conclusione, l’ansia non è un nemico da combattere, ma una parte di noi da conoscere e integrare. Diventa disfunzionale solo quando la ignoriamo o la ingigantiamo. Accogliere l’ansia, darle un nome, ascoltarla e imparare a conviverci è un dono che possiamo fare a noi stessi e ai nostri figli.
Così facendo, trasformeremo un limite in una spinta positiva verso il cambiamento, la crescita e l’autonomia.
A questo proposito, puoi proseguire leggendo: Hai paura che i tuoi figli crescano insicuri? 6 modi per genitori moderni di migliorare la loro autostima

ERIKA CARIA
pedagogista esperta nel sostegno genitoriale e nell'educazione emotiva
CONTATTI web: latuapedagogista.com
Instagram: @latuapedagogista
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