Sei un genitore “self-esteem”? Scopri i 4 pilastri che sorreggono l’autostima dei tuoi figli

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Noi genitori possiamo aumentare il “self-esteem”, l’autostima dei nostri figli? Partiamo subito dalla dura verità: non possiamo!

L’autostima, infatti, non è qualcosa che può venire da fuori. È qualcosa che ognuno deve costruirsi da dentro. Quello che possiamo fare, però, è aiutare i nostri figli a crearsi un sano self-esteem!

Ma cos’è? L’autostima è come ci si sente riguardo a sé stessi come individui.

Una buona autostima permette di navigare la vita con molta più facilità: avendo fiducia nelle proprie capacità e risorse, si accettano le sfide, ci si rialza dai fallimenti, si interagisce più apertamente con gli altri.

Una bassa autostima, al contrario, può portare a rinunciare a priori ad esperienze ed opportunità per paura di non essere all’altezza, e ad avere un atteggiamento molto più chiuso nelle relazioni con gli altri.

Questo contenuto? È Certificato!

Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.

Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e Daniele Novara veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buon proseguimento!

Il self-esteem movement, il movimento dell’autostima

A seguito del famoso articolo: “La psicologia dell’autostima” (Nathaniel Branden, 1969), che suggeriva che l’autostima era la chiave del successo nella vita, è iniziato il cosiddetto “movimento dell’autostima” (the self-esteem movement). Mossi dalle migliori intenzioni, moltissimi genitori, insegnanti ed educatori hanno cercato di aumentare l’autostima nei bambini e ragazzi. Hanno quindi cominciato a:

  • dare trofei a tutti, per evitare che coloro che non avevano vinto si sentissero inferiori;
  • complimentare in continuazione l’intelligenza, bellezza, bravura (“Ma che bravo!”, “Ma sei un artista/un genio/un ingegnere!”, “Ma quanto bello sei?”) per farli sentire speciali;
  • eliminare le frustrazioni, le sfide e le delusioni per evitare che si demoralizzassero.

Quali sono stati i risultati di questo movimento?

Purtroppo il movimento dell’autostima ha sortito effetti ben lontani da quelli sperati: una crescente difficoltà nell'affrontare il fallimento, e la promozione di aspettative irrealistiche che hanno ostacolato lo sviluppo di resilienza e empatia. A rendere palesi i difetti di questo approccio sono stati gli studi di Carol Dweck, che hanno evidenziato come i bambini elogiati per la loro intelligenza (“Wow! Si vede che sei proprio intelligente”):

  • fossero meno propensi ad accettare le sfide;
  • si arrendessero più facilmente di fronte all’ostacolo;
  • reagissero peggio al fallimento rispetto ai bambini elogiati per il loro impegno (“Wow! Si vede che ti sei impegnato molto!”).

Diversi studi hanno messo in luce come i premi esterni (specialmente se immotivati o eccessivi) possono essere controproducenti. Nell’esperimento di Deci e Ryan, ad esempio, i partecipanti che erano stati ricompensati per aver completato i puzzle mostravano una minore motivazione intrinseca a continuare a fare il puzzle dopo l’esperimento, rispetto a quelli che non avevano ricevuto alcun premio.

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Come si aumenta l’autostima nei figli?

L’autostima non può venire inculcata da fuori, con complimenti e premi. L’autostima è qualcosa che si conquista! Come? Dimostrando a se stessi che si è capaci, che si è in grado di superare proprio quelle cose che i genitori -partendo dalle migliori intenzioni- hanno eliminato:

  • difficoltà;
  • sfide;
  • delusioni.

Ci sono 4 pilastri che puoi usare come sostegno per aiutare tuo figlio ad aumentare la sua autostima. Eccoli:

  1. incoraggialo con frasi che evidenzino l’impegno e il progresso: “si vede che ti sei impegnato moltissimo in questo compito!” evitando aggettivi che elogiano la sua persona, come “bravo!”, “bello!”, “intelligente”, “artista”, “atleta”;
  2. permettigli di affrontare frustrazione, delusione e difficoltà: “amore, non posso aiutarti ora. Lo so che è difficile, ma so anche che tu sei capace di fare cose difficili!”
  3. incoraggia l’autonomia e l’indipendenza: lascia che tuo figlio faccia scelte appropriate per la sua età ed evita di fare per lui cose che potrebbe fare da solo;
  4. accogli i suoi errori come meravigliose opportunità di apprendimento:invece di criticare o punire, mostra come si può imparare da essi: “tutti sbagliano a volte. Cosa potresti fare meglio la prossima volta?”

Se vuoi proseguire nell’argomento, può esserti utile leggere: Come affrontare i “NO” dei figli? Ecco come superare gli ostacoli della relazione

GIADA ZURLO
educatrice certificata di Disciplina Positiva

CONTATTI web: genitoridiversi.com
Instagram: @genitoridiversi

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