La motivazione e il gioco sono da sempre il motore che traina tutti gli apprendimenti sin dalla prima infanzia.
Ma come è possibile trasportare il gioco, e quindi l’interesse motivato nel fare qualcosa che provoca piacere, anche negli apprendimenti scolastici? Oggi è possibile far svolgere ai bambini dei percorsi laboratoriali legati al gioco-apprendimento, appositamente pensati per lo sviluppo e gli apprendimenti scolastici, dove una o più specialiste in compresenza lavorano su diversi aspetti a questo funzionali.
Laboratori svolti un piccolo gruppi (dai 3 ai 5 bambini) sono l’ideale per lavorare efficacemente attraverso il gioco e stimolare aspetti cognitivi legati all’attenzione, alla comprensione matematica o del testo scritto, sulle nozioni numeriche e sulle capacità di problem solving. Attraverso i laboratori è possibile acquisire molte competenze. Giocando sarà più semplice comprendere e imparare la struttura della lingua italiana o di una lingua straniera, sperimentare gli aspetti psicomotori dello sviluppo (così importanti per le acquisizioni scolastiche) e, non per ultimo, affrontare ed esorcizzare le emozioni, aspetto sempre complesso da gestire per i bambini di qualsiasi età (e spesso anche per gli adulti).
La pratica laboratoriale riveste la funzione importante di dare risposte adeguate per migliorare l’aspetto relazionale di ogni bambino e per facilitare l’acquisizione di nuove conoscenze ed abilità che si poi potranno svilupparsi in competenze. Per questo motivo è fondamentale assicurare il “protagonismo” dei bambini che partecipano ai laboratori. Imparare è, infatti, un processo attivo e come tale richiede una serie di attività di elaborazioni e di costruzioni dei saperi da parte di chi apprende, nozioni che si andranno ad aggiungere al bagaglio di competenze che il bambino ha già incamerato.
Ecco allora che lo studio professionale non è più solo un luogo di terapia a carattere individuale, ma diventa uno spazio ludico dove mettere in gioco le proprie emozioni ed apprendere, attraverso esperienze condivise e divertenti. In questo modo, i bambini imparano giocando e senza fatica alcuna mentre le specialiste presenti non vengono vissute come figure distanti, ma assumono un ruolo integrante, mettendosi per prime allo scoperto, nell’attività ludica dei bambini e rispetto alle loro emozioni, alle proprie ricchezze e fragilità. Perché, non lo dimentichiamo, è solo dal confronto che ognuno può apprendere dalle esperienze dell’altro.
cura dott.sse Simona Arletti, Deborah Santi e Greta Bolognesi
psicomotricista funzionale - psicologa - logopedista