Il cibo non è solamente un mezzo di nutrimento. Il comportamento alimentare è influenzato dalla cultura e usato come mezzo di comunicazione, socializzazione ed espressione di emozioni e sentimenti.
Il valore del cibo
Il cibo, oltre alla sue valenze nutrizionali, ha un profondo valore simbolico legato a precisi aspetti psicologici, in grado di fornirci informazioni importanti su alcuni aspetti della nostra identità, dei nostri bisogni e dei nostri conflitti. In particolare molti studi hanno dimostrato lo stretto legame che intercorre tra cibo ed emozioni quali ansia, noia, stress, solitudine, rabbia e depressione.
Non mangiamo solo perché abbiamo fame, ma usiamo il cibo come regolatore emozionale, come mezzo di gestione delle nostre emozioni.
Cibo ed emozioni
Anche la scelta degli alimenti non è casuale: abbiamo la tendenza a scegliere quelli per noi più gratificanti, ma che spesso sono anche i meno sani. Gli alimenti infatti sono in grado di alterare lo stato emotivo, fornendoci, talora, una sensazione di sollievo e calma.
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Perché non basta una dieta?
Questo ci fa riflettere sul fatto che non è sufficiente una semplice dieta per cambiare il nostro stile di vita e la nostra relazione con il cibo. Non a caso molte diete falliscono dopo poche settimane, facendo sperimentare alla per- sona che le ha provate un senso di fallimento, disistima e perdita di volontà, concorrendo in questo modo a rinforzare le motivazioni profonde che fanno sentire alla persona il bisogno di mangiare.
Sicuramente sono importanti le buone abitudini alimentari, le quali devono iniziare fin da quando siamo ancora nella pancia della mamma. Un recente studio condotto presso il centro di ricerca dell’Università di Adelaide ha rilevato che una cattiva dieta materna (in particolare un regime alimentare caratterizzato da un elevato numero di grassi e zuccheri) ha indotto nei bambini una preferenza per questi stessi alimenti.
Diventa importante dunque non agire esclusivamente sugli aspetti nutrizionali in senso stretto, ma anche sulle cause prime, spesso non evidenti, che sono alla base della nostra alterata relazione con il cibo.
Non basta più solo “fare la dieta”, ma diventa essenziale portare alla luce le emozioni che sottostanno alla incongrua necessità di assumere cibo.
La fame non riguarda solo il cibo
Possiamo dire quindi che il senso di fame non esprime solo il bisogno di nutrimento, ma è un segnale che esprime anche la necessità di poter esternare e comprendere le emozioni più profonde per poterle adeguatamente “digerire”. Il corpo necessita il nutrimento della comprensione e della presenza dell’altro. La vita umana non si sostiene solo di latte, ma anche di parole… e la parola più importante è quella che fa sentire l’altro ascoltato e compreso nei suoi bisogni più profondi: è la parola dell’ascolto amorevole. Il corpo, espressione “fisica” dell’Individuo, non solo necessita di nutrimento biochimico ma anche di cibo “Spirituale”, ovvero domanda la presenza dell’altro: l’altro presente. La fame fisica è non di rado espressione della “fame dell’altro”.
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ELENA STEGAGNO
psicologa
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