«Non sottovalutiamo mai la preparazione dei pasti perché «il cibo» è il primo legame di ogni essere umano con la vita!»

Prosegue il nostro confronto con una delle psicoterapeute più apprezzate d’Italia.
Uscita da poco in libreria con “Le 15 domande. Perché mi piaci?” (Editrice Il Castoro), il libro che spiega ai ragazzi tutto sulle proprie emozioni...
Maria Rita Parsi considera il progetto NOprofit “Bambini e Genitori” «un buon punto di riferimento per le famiglie perché, come ricorda un proverbio africano, per educare un bambino ci vuole un intero villaggio» e oggi ci aiuta a capire come definire il rapporto dei bambini con il cibo: «il cibo è il primo elemento che lega un bambino alla vita, a partire dall’allattamento al seno da parte della madre. L’allattamento al seno non è solo la migliore nutrizione per il benessere di un nuovo nato e per le sue difese immunitarie, ma anche vicinanza e cura».
Qual è il ruolo che i due genitori dovrebbero avere nella fase dello svezzamento?
«Lo svezzamento rappresenta il passaggio fra il legame simbiotico con la madre e la capacità di essere prima alimentato in modo completo ed equilibrato e poi progressivamente iniziare ad alimentarsi autonomamente. In questa fase, ogni padre dovrebbe essere in grado di ritagliarsi un ruolo forte per accompagnare il distacco e l’ingresso del bambino nel mondo esterno.

Una maniera armonica per affrontare tale passaggio è viverla come un gioco, lasciando che il piccolo sperimenti i suoi cinque sensi e tollerando anche qualche pasticcio a tavola».
L’attenzione che mettiamo nel periodo dello svezzamento è giusto diminuisca quando i bambini vanno a scuola?
«Nella società occidentale si presta grande attenzione e cura per la scelta degli alimenti proposti in questa fase. Man mano che questa attenzione, guidata al pediatra, si esaurisce si viene a contatto con il reale stile alimentare della famiglia di appartenenza. Se la famiglia è abituata a mangiare in maniera sana, mangerà bene anche il bambino.
È fondamentale trasmettere ai nostri figli una corretta educazione alimentare: per questo bisogna renderli più possibile edotti su quanto sia importante una dieta equilibrata. Saremmo tutti estremamente felici di mangiare solo fritti, dolci e vino, ma (sorride) non è proprio possibile».
I nostri figli passano la maggior parte del tempo a scuola, che provvede anche alla loro alimentazione...
«Proprio per questo è fondamentale che le famiglie vigilino anche sulla qualità dei menù proposti e sulle condizioni igienico-sanitarie presenti nell’ambiente scolastico»
Come è cambiata la conoscenza del cibo oggi?
«C’è una ritrovata attenzione per il cibo, per la scelta degli ingredienti e per la salubrità dei prodotti che mettiamo sulla tavola.
Le persone sono interessate al cibo perché il cibo è un legame con la vita, con la socialità, con il preparare e lo stare insieme.
Un’importanza finalmente riconosciuta e amplificata dal fatto che oggi anche gli uomini si cimentano ai fornelli e condividono con le donne gli spazi della cucina».
La facilità con cui si trovano ricette e consigli culinari in rete aiuta questa condivisione?
«Certamente, oggi basta un clic e chiunque può avere accesso alla ricetta di un qualsiasi piatto».
Un consiglio per i neo genitori?
«Cercare di non essere approssimativi nella preparazione del cibo ed evitare il più possibile di delegarla ad altri. La preparazione dei pasti quotidiani dovrebbe essere oggetto di impegno e attenzione perché, alla fine, mangiar bene significa star bene.
L’ideale, poi, sarebbe avere una piena conoscenza di ciò che ci fa star bene o che irrita il nostro stomaco. Non siamo tutti uguali e avere conoscenza delle nostre intolleranze o allergie è indubbiamente alla base del nostro benessere».

ALESSANDRA TESTA
giornalista, direttrice responsabile Rivista Etica "Genitori"
Contatti: redazione@bambiniegenitori.it
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