Viva l’estate a tavola! In famiglia e con più calma

«Nei tempi più lenti e rilassati dell’estate c’è la grande opportunità per concentrarsi sulla convivialità e sullo stare insieme a tavola, in famiglia e con i nuovi amici conosciuti in villeggiatura»

Il nostro percorso con il medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva più apprezzato fra i genitori e gli educatori prosegue con grande entusiasmo. Uscito da poco il libreria con "Ragazzo mio. Lettera agli uomini veri di domani" (De Agostini), un libro consigliato ai ragazzi dagli 11 anni come strumento per imparare ad amare e ad amarsi;

Alberto Pellai oggi ci offre il suo punto di vista sull'alimentazione in famiglia, sottolineando che «in estate c'è più tempo per cucinare, magari abbandonandosi alla fantasia nella creazione delle pietanze e per imparare le buone prassi per evitare gli sprechi e aver maggiore cura per il mondo che ci circonda».


Finalmente le vacanze! Come cambiano le abitudini alimentari quando ci si allontana dalla routine quotidiana?

«L'estate è il momento perfetto per recuperare il convivio, uno stare insieme a banchettare che assume maggior valore tanto più quando i tempi non sono compressi e la lentezza favorisce quel dialogo rilassato non possibile negli altri periodi dell'anno caratterizzati dalla fretta e dalla frenesia del tran tran quotidiano».


Il cibo diventa, dunque, un veicolo per rafforzare anche i rapporti familiari e amicali?

«Certamente. Quello che si vive a tavola è un nutrimento non solo di tipo alimentare. È un nutrimento affettivo. L'azione della famiglia si compie soprattutto a tavola, dove si svolge il momento, spesso l'unico della giornata, in cui ci si ritrova insieme. In estate, se si sta trascorrendo un periodo di ferie in un hotel o in un'altra struttura ricettiva, il pranzo e la cena in famiglia, o con gli amici, diventano inoltre due momenti da aspettare. L'attesa del momento del pasto, che solitamente svolgiamo frettolosamente, risulta così un plus valore. Va però evitata la sindrome del buffet, tipica dei luoghi di vacanza.

Agli adulti, soprattutto nella loro veste di educatori, consiglio allora di insegnare ai più piccoli a non avere fretta, di mettere nei piatti piccole quantità di cibo per poter sperimentare più varietà di pietanze e sapori. Ai bambini e alle bambine va insegnato che non ci deve essere spreco, che nulla deve rimanere nel piatto, ma che eventualmente è possibile fare un secondo giro per il bis».


Noi siamo quello che mangiamo: cosa trasmettiamo con le nostre scelte ai figli?

«In estate c'è più tempo per cucinare e può essere importante approfittarne per condividere insieme sia la fase della preparazione dei pasti sia quella del riordino, dallo sparecchiare la tavola al lavare i piatti, passando per il conferimento dei rifiuti. La suddivisione dei compiti, se programmata con serenità, potrà poi essere replicata tutto l'anno».


Come aiutare i nostri figli e le nostre figlie a "sfamarsi", soprattutto durante le fasi critiche della pre-adolescenza e dell'adolescenza in cui spesso sperimentano i primi disturbi alimentari?

«L'estate è un'ottima stagione in cui governare il “come”, il “quando” e il “quanto” dei pasti. Una maggiore presenza della coppia genitoriale nelle diverse ore della giornata dei figli è utilissima per scandire la giusta modalità di gestione dell'assunzione del cibo, anche quello fuori pasto. La grande disponibilità di frutta e verdura è una nostra alleata. Una buona strategia è utilizzare in modo creativo i prodotti naturali, ingredienti solitamente noiosi che possono essere invece esaltati anche coinvolgendo bambini e ragazzi nella loro preparazione».

«Una buona relazione con la cucina si trasforma così in un rapporto sano col cibo. Soprattutto nelle fasi della crescita, è bene sentirsi in alleanza con gli alimenti piuttosto che viverli con paura o come un nemico della propria immagine corporea».


Ha parlato di spreco. Come insegnare il rispetto e la cura per il mondo circostante?

«Con l'esempio. Tutto può iniziare dal nostro modo di fare la spesa, per generare una consapevolezza in chi ci guarda. La scelta dei prodotti, la lettura degli ingredienti, l'utilizzo di buste di stoffa piuttosto che di carta o plastica. Abitudini che, se ripetute ad alta voce o insieme ai nostri figli, è quasi automatico introiettare o emulare».

ALESSANDRA TESTA
giornalista, direttrice responsabile Rivista Etica "Genitori"

Contatti: redazione@bambiniegenitori.it


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