Crescere, che emozione!

Una fifa blu, rosso di vergogna, giallo di gelosia, verde d’invidia, arancione di gioia e grigio di tristezza.

Le emozioni sono proprio come uno spettro di colori: ci attraversano, ma non sempre siamo capaci di dare loro un nome. È importante imparare fin da piccoli a riconoscerle e a gestirle, per crescere con uno sviluppo equilibrato. 

Tutti noi proviamo 

nel corso della vita diverse emozioni: gioia, rabbia, tristezza, paura … e ogni persona le elabora e gestisce in un modo diverso. 

La capacità di individuare, riconoscere, gestire e modulare le proprie emozioni viene appresa nel corso dell’infanzia, ed è chiamata “intelligenza emotiva”. Compito dei genitori è anche quello di indirizzare la vita emotiva dei figli, educando loro - e se stessi - alle emozioni.

Che cos’è un’emozione?

Le emozioni si definiscono come stati mentali e fisiologici associati a uno stimolo interno o esterno e regolano i nostri rapporti sociali: 

- la gioia e l’amore garantiscono la cooperazione tra esseri umani

- la tristezza e la paura garantiscono il ritiro e la conservazione fisica

- la richiesta di aiuto e la rabbia ci aiutano nella gestione dei confini.

Mentre l’emozione ci fa agire subito, l’elaborazione cognitiva è secondaria e richiede tempi più lunghi.

Le emozioni sono presenti fin dalla nascita, ma i bambini non sono ovviamente in grado di dominarle: non sanno fare ipotesi, proiettarsi nel futuro, prendere le distanze.

I bambini vivono nel presente, non sanno che il dolore passerà, sono sopraffatti dalle emozioni e non sanno che il presente è transitorio.

Proprio per questo il bambino ha bisogno dell’aiuto dell’adulto per non essere sopraffatto dai suoi affetti, e per imparare ad esprimere i bisogni in maniera socialmente accettabile. I bambini piccoli collegano le emozioni ad eventi concreti: la gioia per esempio è collegata alle coccole, la tristezza ad un rimprovero, la paura al buio o al temporale, la rabbia ad un dispetto del compagno di giochi. 

Come possiamo, noi adulti, facilitare lo sviluppo dell’intelligenza emotiva nei nostri bambini?

- con l’osservazione dei loro comportamenti (linguaggio corporeo, modo di relazionarsi, giochi e disegni)

- con un atteggiamento di ascolto empatico, accogliendo emozioni positive e negative, con la curiosità di scoprire come decodificano gli eventi, cercando di andare oltre le parole, ponendo domande che chiariscano le idee. Per esempio, se il bambino dice “Io odio il mio fratellino!” possiamo rispondergli “Ti capisco, posso immaginare che a volte non ti piaccia, anch’io ho mi sono sentita gelosa, ma ti ricordi ieri come è stato divertente per te giocare con lui?”

- favorendo la possibilità di dare un nome alle emozioni. Fin da quando è piccolissimo, è importante parlare con il bambino, spiegandogli come si chiama l’emozione che sta provando permettendogli di riconoscerla in breve tempo e sapere che provare emozioni, anche negative, è naturale. Per es.: il bambino lancia un gioco dopo aver ricevuto un no. Possiamo dirgli: “Adesso sei arrabbiato, posso capirlo, a volte capita anche a me”.

- elaborando giochi che permettano di dare voce alle emozioni (disegni, colori, costruzioni, racconti di storie, percorsi psicomotori) per arrivare a verbalizzare l’emozione provata attraverso diversi canali di comunicazione che ne facilitano l’elaborazione.

- con l’esempio che offriamo loro. Non possiamo pretendere che i bambini ci raccontino quello che provano se noi adulti non riusciamo a fare altrettanto: parliamo delle nostre emozioni, anche di quelle poco piacevoli!

Avviare il dialogo dei cuori fin dalla primissima infanzia significa tracciare un sentiero che potrà mantenersi nella vita, specialmente se accompagnato dalla libertà di viverlo spontaneamente!

Dott.ssa Elena Bolli
Osteopata D.O.M.R.O.I. - Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva