Nel ‘93 la NASA progettò un test per rilevare il potenziale creativo dei loro scienziati che risultò molto efficace.
E decisero di sottoporlo a 1600 bambini fra i 4 e i 5 anni per misurare la loro creatività.
I risultati furono sbalorditivi: il 98% dei bambini poteva essere definito un vero e proprio “genio creativo” ma, ripetuto il test all’età di 10 anni, il tasso di genialità creativa scendeva al 30%; al compimento dei 15 anni i geni rimasti erano il 12%. Da adulti, la percentuale di geni creativi sopravvissuti era solo del 2%.
I ricercatori spiegano questi esiti attribuendo la responsabilità ad un sistema educativo che tende a privilegiare un pensiero convergente logico-razionale, a discapito di un pensiero divergente emotivo-creativo. Nel pensiero convergente ogni domanda ha un’unica risposta ed esiste sempre una sola soluzione, nel pensiero divergente ogni problema è l’occasione per trovare risposte e soluzioni diverse.
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Ma che cos’è esattamente la creatività?
La creatività consente all’essere umano di ipotizzare e sperimentare un ampio ventaglio di possibilità; ed è sempre questo sodalizio a permetterci di analizzare le esperienze passate e presenti, al fine di oltrepassarle. Siamo abituati ad identificarla come una scoperta illuminante, un lampo di genio improvviso ed avulso dalla conoscenza e dall’impegno, ma non è così. La creatività appartiene al nostro modus cogitandi e può emergere solo se nutrita con buone dosi di curiosità, conoscenza, dedizione, impegno, divertimento, immaginazione, coraggio.
I bambini sono creativi perché sperimentano, fanno domande, mettono in dubbio ciò che per gli adulti è certo, sono a loro agio nelle situazioni di pericolo, sono coraggiosi nell’esprimere opinioni anticonformiste.
Perché è così utile che la creatività venga preservata anche da adulti?
Perché si tratta di una funzione necessaria alla sopravvivenza. Anzi, grazie alla flessibilità e al problem solving che consente di allenare, la creatività è imprescindibile per vivere una vita in cui le difficoltà, gli ostacoli e le sofferenze siano percepite come opportunità di crescita personale.
Addirittura, alcuni studi fanno della creatività un importante indicatore di longevità e potente riduttore dello stress, data la sua forza nello spronarci ad imparare cose sempre nuove, a lasciarci contaminare da persone diverse da noi, a contemplare punti di vista variegati, ad affinare i processi decisionali e a saper gestire eventuali impasse nell’affrontare scelte importanti.
Essere creativi richiede un impegno costante, è un lavoro full-time. La creatività deve essere allenata con la conoscenza - che comprende la curiosità e la concentrazione come mezzo per apprendere informazioni sempre nuove – ma anche con l’immaginazione – che è l’ingranaggio che mette in relazione le informazioni per generare nuove idee – ed infine va allenata con la rilevanza che ci aiuta a definire il grado di importanza delle cose circostanti, dando vita agli interessi, alle passioni e ai valori personali.
Spesso nei nostri studi di psicoterapia e di coaching, parlando di quanto sia importante rendere complementari il pensiero divergente e il pensiero convergente, i genitori ci chiedono suggerimenti concreti per rendere il mindset familiare più creativo.
Abbiamo così stilato una sorta di vademecum pratico, basato sulla nostra esperienza professionale, sulla nostra vita familiare, e anche sui suggerimenti della nostra Musa di scrittura Julia Cameron.
Ecco alcuni punti chiave:
- Siate giocosi e utilizzate l’umorismo per stimolare la giocosità di vostro figlio.
- Lasciatevi sorprendere da vostro figlio e cercate di sorprenderlo con gesti semplici.
- Fate sentire vostro figlio accettato e sicuro della vostra protezione; questo è l’habitat preferito dalla creatività.
- Accogliete le curiosità di vostro figlio e, quando non sapete rispondere alle sue domande, approfondite il tema come occasione per imparare tutti qualcosa di nuovo.
- Tenete a bada la vostra voglia di intervenire mentre crea un discorso, un gioco, un disegno, una scusa, una bugia, un capriccio…
- Riservate un po’ di tempo quotidiano di qualità per fare i giochi che gli stanno più a cuore.
- Ringraziatelo spesso per quello che è - e non per quello che fa - così lo allenerete ad un tipo di gratitudine svincolata dal risultato.
- Trascorrete una quota di tempo settimanale a contatto con la natura e con gli animali, questo lo aiuterà a flessibilizzare il suo stile di vita e a scoprire cosa lo appassiona.
- Migliorate le vostre routine familiari, creando confini ben precisi nei tempi, negli spazi e nei modi di vivere sia il dovere che il piacere; la creatività prolifera all’interno di confini sicuri e protetti.
- Lasciate vostro figlio libero di esprimere il suo sentire emotivo, senza fargli pressione e senza interpretare il suo silenzio secondo i vostri canoni.
- Lasciategli provare più forme d’arte possibili, non importa se inizialmente sono caotiche.
- Fotografatevi mentre svolgete le attività creative, appendete questi ricordi concreti in giro per la casa e, di tanto in tanto, riguardateli insieme.
- Fatelo mangiare in modo sano, garantitegli almeno nove ore di sonno notturno ed evitategli il più possibile di “fuggire” nel mondo tecnologico e virtuale, nemico numero uno della creatività
- Allenatelo a fare sempre del suo meglio, e non a perseguire la perfezione: è la competizione con se stesso a fortificarlo, non quella con gli altri.
- Evitate di glorificare le sue creazioni, per impedire all’ansia da performance di salire.
Esistono poi dei giochi e delle attività che aiutano lo sviluppo della creatività. Eccone alcuni:
Per migliorare l’inventiva
- Consentitegli di creare o di costruire qualcosa, come ad esempio collane, braccialetti, origami, scooby-doo, per poi fare un piccolo negozio casalingo, o un mercatino di vendita/scambio con i familiari.
- Fategli cucinare quello che più gli piace e che più lo diverte, col vostro aiuto o in autonomia a seconda dell’età.
- Dotatelo di pennarelli per stoffa e concedetegli di decorare alcune magliette da tenere per sé, o da donare a chi vuole bene.
- Abituatelo che ogni regalo deve includere un biglietto con una dedica e un disegno… e che, anzi, il biglietto è il vero regalo.
Per stimolare il flusso creativo
- Stimolatelo alla lettura recandovi insieme in biblioteca almeno un’ora a settimana.
- Utilizzate la musica come coinquilino affezionato e sperimentate l’ascolto di generi diversi durante le attività domestiche, magari cantando allegramente.
- Partecipate a mostre ed eventi artistici di altre persone, più o meno conosciute.
- Allenatevi a raccontare storie, e ad ascoltarvi reciprocamente in silenzio; qualche volta potrete integrare le vostre idee per il finale.
- Tenete sempre a portata di mano fogli di carta, o post-it, e colori ed utilizzateli quotidianamente per rendere liste e promemoria delle piccole “opere d’arte”.
- Allenatevi all’esecuzione di autoritratti o al disegno di animali (ciascuno nascondendo il proprio foglio per garantire all’altro l’effetto sorpresa).
Per allenare il problem solving
- Quando si presenta una difficoltà (una punizione da parte dell’insegnante, un brutto voto, mancanza di voglia di praticare uno sport…) supportatelo nel trovare almeno tre soluzioni possibili e disegnatele in un foglio, utilizzando colori vivaci.
- Nel caso di un bisticcio con un caro amico, o con un genitore, chiedetegli di pensare ad almeno tre motivazioni che possano giustificare il comportamento dell’altro.
- Nel momento del fallimento di una prova, aiutatelo ad esprimere almeno tre cose che non hanno funzionato e che, quindi, possono essere migliorate.
- Di fronte a un nuovo obiettivo, divertitevi a scomporlo insieme in tre obiettivi più piccoli e a stabilire la processualità più funzionale per superare ogni gradino.
- Fatevi dare consigli relativi alla vostra professione (ad esempio: un parere su un logo, la comunicazione da preferire con un collega arrogante, l’abbigliamento per un appuntamento importante…)
- Domandategli spesso cosa pensa di determinati argomenti, situazioni, persone, senza per forza spiegargli come la pensate voi.
- Allenatelo alle scelte più piccole e minimali, dopo avergli proposto due sole opzioni (ad esempio, la merenda, l’acquisto di un paio di pantaloni, o di un quaderno, o delle lenzuola per il suo letto…)
Per concludere, possiamo dire che aiutare i bambini ad essere, al contempo, creativi e pragmatici significa guidarli a diventare adulti capaci di concretizzare la loro vita ideale e a perseguire la missione che sentono pulsare dentro di loro, proprio perché li si abitua ad ipotizzare molte esistenze possibili tra cui poter scegliere.
La nostra funzione genitoriale prevede proprio di creare un ponte molto solido tra creatività e realtà, e di mantenere ogni giorno il suo funzionamento con i comportamenti, molto più che con le parole.
Come già sapete, l’esempio è (quasi) tutto.
Tra l’altro, poiché il World Economic Forum ha stimato che il 65% dei bambini di oggi in futuro si troverà a svolgere professioni che ancora non esistono, probabilmente questo è il tempo per lasciare spazio al pensiero divergente, allenando i bambini a creare, ad esprimere il proprio senso critico, ad esporsi senza temere il giudizio altrui, a trovare soluzioni alternative ai problemi e, soprattutto, ad immaginare la vita che desidererebbero avere.
LARA VENTISETTE
psicologa, psicoterapeuta
ALESSANDRO PASELLI
executive e business coach
Contatti: laraventisette.com - alessandropaselli.it
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