«Il più grande successo? Stare bene con se stessi! Solo così si vincono solitudine e paura della morte».
Maria Rita Parsi, che considera la nostra Community Etica «un buon punto di riferimento per le famiglie perché, come ricorda un proverbio africano, per educare un bambino ci vuole un intero villaggio», è da anni una delle protagoniste del viaggio a sostegno della genitorialità della NOprofit “Bambini e Genitori”.
Oggi, la psicoterapeuta si sofferma sul valore che le nuove generazioni attribuiscono al successo e al riconoscimento del proprio sé che, complici i social media, vengono confusi con un consenso effimero dato dal numero dei «click» lasciati in rete dai propri follower.
Crescere con successo: cosa possono fare i genitori?
Professoressa, che peso ha la parola “successo” e come possiamo aiutare bambini e ragazzi ad affrontare ansie e frustrazioni durante il loro percorso di crescita e affermazione di sé? «Ci vorrebbe l'enciclopedia Treccani, ma preferisco iniziare con una poesia: “Io non sono un personaggio, sono una persona. Non sono un mito, sono un nido, sono un nodo e sono me”.
Perché ho scritto, e invito tutti a poetare, questa poesia? Perché se tu non stai bene dentro di te, se non hai un equilibrio psicofisico, puoi avere anche successo, riconoscimenti esterni e tanto denaro, ma la sfiducia nelle tue capacità di superare gli ostacoli resta.
Cosa possono fare i genitori? Un genitore può dare l'esempio su come si affrontano le tempeste emotive della vita solo se ha gli strumenti per farlo».
E quali sono questi strumenti?
«La vita è fatta di alti e bassi, cambiamenti, trasformazioni che devono essere affrontate con serenità. Consiglio ai genitori innanzitutto di conoscere se stessi, di rivisitare la propria storia e guardarla come a uno storytelling per capire da dove provengono, da quale famiglia, come sono nati come coppia, dove hanno sbagliato e come hanno rimediato per poi trasmetterlo ai figli.
Interpretando vittorie e insuccessi, dialogando, anche i ragazzi impareranno ad affrontare le fatiche del vivere e, addirittura, a raggiungere, con i propri talenti, gli obiettivi che si sono posti o a razionalizzare eventuali sconfitte».
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Le esperienze dei genitori per il successo dei figli
Spesso accade che un genitore provi a rivivere le proprie esperienze attraverso i figli, cercando di ripeterle o cambiarne il finale...
«I figli sono dei bicchierini, i genitori delle damigiane che non devono assolutamente rovesciare sui primi. La perfezione non esiste, è una forma di perversione. Sarebbe auspicabile fare un progetto insieme ai propri figli: un piano di lavoro, scambio, ascolto, in cui porsi come punti di riferimento. Una volta messo in moto questo progetto, si riceveranno dei feedback.
Attraverso essi, per esempio, sarà possibile comprendere che quando i ragazzi hanno dei comportamenti insoliti stanno mettendo in scena quello che vivono nell'ambiente familiare. Il disagio, il malessere, la sensazione di non farcela nascono proprio in risposta all'ambiente che hanno intorno. Ecco perché sono importanti l'attenzione e la creazione di alleanze. In famiglia o con figure educative o terapeutiche. Insieme, in questo eterno laboratorio di vita familiare dove ci si parla e ci si ascolta, è possibile sciogliere i nodi. La strada è fatta di dialogo e sorrisi, di gioco anche nelle difficoltà; non di conflitto».
Il bisogno di successo i ragazzi
I ragazzini vivono costantemente connessi ad uno spazio virtuale “altro”, in cui è necessario avere molti follower per essere riconosciuti.
Cosa possiamo fare per distoglierli da questa dipendenza?
«Informarsi. Ci sono indagini che raccontano le conseguenze di non dare regole all'uso del virtuale. L'Internet addiction è una cosa seria: i ragazzi si isolano, si chiudono dentro le loro stanze con la testa negli smartphone, diventano aggressivi e, a volte, iniziano ad avere problemi di apprendimento. Il discorso è educativo. Siamo noi adulti che dobbiamo custodirli. Le regole sono indispensabili, come gli abbracci. Se non usiamo le conoscenze che abbiamo, il problema è nostro».
Qual è il vero successo nella vita?
«Conoscersi e stare bene con se stessi. Solo così si vince la solitudine e la paura della morte. Non bisogna scambiare il successo con il consenso che può essere estemporaneo. Ai ragazzi (e ai loro genitori) ricordo quel che diceva Nelson Mandela: io non perdo mai, o vinco o imparo. Gli errori sono gli strumenti che meglio li aiuteranno ad affrontare la vita».
ALESSANDRA TESTA
giornalista, direttrice responsabile Rivista Etica "Genitori"
Contatti: redazione@bambiniegenitori.it
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