Molti equivoci sorgono a causa di definizioni ambigue o poco chiare che fanno confondere le intolleranze alimentari con le allergie, anche se si tratta di due fenomeni completamenti diversi.
Nelle allergie abbiamo una reazione istantanea ai cibi ingeriti saltuariamente, per esempio l'orticaria dopo aver ingerito le fragole, problemi intestinali dopo aver ingerito latte o cibi contenenti lattosio. Nelle intolleranze, invece, si hanno reazioni ai cibi comuni che assumiamo quotidianamente, quali grano, pomodoro, uovo, pollo, e i tempi di reattività sono più lunghi. Da qualche ora fino a quattro giorni dopo l'assunzione, ed eliminando completamente un cibo dall'alimentazione quotidiana, si ha la scomparsa del sintomo o della malattia. Considerando gli svariati sintomi anche cronici e le molteplici malattie di difficile risoluzione collegate al fenomeno delle intolleranze alimentari, si comprende bene come sia importante verificarne la presenza ed eliminarle in maniera corretta.
L'idea che le allergie ai cibi o alle sostanze chimiche possa causare reazioni alterate nell'organismo è accettata da tutti. Si considera normale avere reazioni cutanee, edemi, asma ecc, ma raramente si considera che le intolleranze alimentari possano provocare alterazioni a carico di qualsiasi organo, apparato e sistema.
Le tossine che si formano durante i processi di intolleranze alimentari hanno spesso un organo bersaglio specifico per ognuno di noi. Tutti gli individui possono presentare un organo o una struttura del corpo più debole o più sensibile, e quindi più facilmente aggredibile.
Alcuni sintomi accessori causati da intolleranze alimentari sono anche astenia (ricorrente e non alleviata dal riposo), alitosi (importante se si presenta al mattino), afte orali, palpitazioni cardiache, alternanza di peso, obesità, aerofagia, difficoltà digestive, edemi, iper sudorazione, prurito, crampi, che potrebbero essere la spia della presenza di intolleranza alimentare.
Quindi se un bambino o ragazzo, o anche un adulto, avverte uno o più di questi sintomi, spesso ricorrenti e in forma ciclica, si può ben ipotizzare una causa da intolleranze alimentari. Leggiamo il segno che i nostri figli ci mandano. Se un bambino non mangia volentieri le uova, sicuramente non mangerà volentieri neanche il pollo. Non forzare a mangiare qualcosa solo perché pensiamo gli faccia bene.
Guarire dalle intolleranze alimentari non è difficile. Una volta individuati con precisione i cibi responsabili del fenomeno, è sufficiente eliminarli completamente dall'alimentazione quotidiana per un periodo che varia da quattro a sei settimane. Quando si reintroduce l'alimento responsabile, se l'organismo è completamente disintossicato non lo riconoscerà più come estraneo e dannoso, accettandolo senza problemi. •
a cura prof. Angelo De Martino
docente in scienza della nutrizione umana