La distanza del conflitto genitori-figli: come sospendere la reattività e il giudizio?

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La famiglia è come una piccola palestra dove ci si allena costantemente nel rapporto con l’altro e questo mette in luce i nostri limiti, le nostre avversioni e i nostri attaccamenti.

Troppo spesso reagiamo in modo compulsivo alle cose che ci piacciono o che non ci piacciono dell’altra persona, soprattutto quando l’altra persona è un figlio o uno dei genitori.

Il conflitto tra figli e genitori viene messo in atto per cambiare o ristabilire i confini del rapporto, per difendere le proprie idee e i propri valori e/o per affermare la propria libertà e autonomia (da parte dei figli) e la propria autorità (da parte dei genitori). Si creano così pattern di comportamento, che sono sempre più difficili da scardinare nel tempo.

Questo contenuto? È Certificato!

Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.

Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai, veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buona lettura!

Da dove nasce il conflitto?

Da una prospettiva yogica, il conflitto nasce nella nostra mente e si alimenta di emozioni che scaturiscono dalla paura. Nello stato di contrasto che sperimentiamo, ci sembra impossibile capire l’altra persona, e pensiamo che probabilmente i due mondi siano troppo distanti. I genitori possono sperimentare una sensazione di impotenza e di mancanza di strumenti per affrontare certe situazioni che sembrano ormai fuori controllo. E dopo ogni conflitto che non è stato gestito al meglio, e per conflitto si intende sia un conflitto dichiaratamente aperto che una guerra fredda, il clima che si respira in casa è teso.


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Che fare in questi casi?

Invece di litigare è necessario imparare a gestire i conflitti. In una prospettiva yogica, il conflitto è sempre da evitare. Per prima cosa possiamo iniziare a notare la differenza tra le nostre azioni consapevoli e le nostre reazioni istintive! Creare nella nostra mente uno spazio di pace e di silenzio – grazie alla pratica dello yoga – ci aiuta a creare un lasso di tempo, uno spazio che io amo chiamare uno “spazio temporale cuscinetto”, dove possiamo sospendere la reattività e il giudizio.

Grazie alla pratica della meditazione, sperimenteremo la natura mutevole del pensiero e delleemozioni e non saremo più così inclini a difendere ogni nostra idea a scapito della pace che abbiamo guadagnato. La pratica meditativa ci aiuta ad accogliere i nostri stati mentali negativi, senza combatterli. Quando saremo davvero in grado di accogliere i nostri stati d’animo negativi, saremo in grado di rispettareanche gli stati d’animo negativi dei nostri figli. La pratica meditativa inoltre ci aiuta a coltivare una mente equanime, disposta ad osservare senza giudizio,ad accogliere a rispettare anche i punti di vista che non comprendiamo o che non condividiamo. A questo proposito, puoi approfondire leggendo: Educare i figli a gestire ansia e stress in poche mosse

I conflitti nascono e si inaspriscono perché agiamo a livello mentale, il regno dell’ego, dove prevale il proprio interesse e dove la realtà non viene percepita in modo chiaro.

In questo stato, dobbiamo imparare a non reagire, ma bisogna piuttosto cercare di capire l’origine del malessere nell’altra persona, l’origine dell’incomprensione che ha causato la rabbia e l’allontanamento.

Dobbiamo dunque entrare nel cuore e esprimere da lì il nostro più alto grado di empatia, creare un terreno fertile dove poter camminare insieme.

Strategie per riportare serenità in famiglia

Ogni volta che un conflitto sta per sorgere, possiamo adottare la pratica del silenzio:

  • Sediamoci in un luogo tranquillo, chiudiamo gli occhi e facciamo tre respiri profondi, lasciando uscire l’aria molto lentamente.
  • Osserviamo nella nostra mente i pensieri di risentimento e lasciamoli andare via, come fossero nuvole che scorrono nel cielo

Solo successivamente, possiamo intraprendere il dialogo esplicitando l’intento di trovare una soluzione buona per tutti. Nel dialogo, evitiamo di sovrapporci e ascoltiamo attivamente. E, soprattutto, scegliamo con cura parole di amore, evitando parole che possano ferire.

ELISA POZZANA
insegnante di yoga e meditazione

Contatti: tel. 339.113.39.73 
www.elisapozzana.it

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