Non hai tempo di leggere? Ascolta!
Non è tempo di parole, di ragionamenti su cose che già fanno male, è il momento del rispetto e del silenzio. Io ci sono per accoglierti, farmi “casa” e darti pace, ma resto a distanza, non chiedo, non invado il tuo spazio che è già troppo pieno di emozioni, pensieri e vissuti contrastanti.
L’unica cosa che vuoi è non sentirti giudicata, è sapere che hai un luogo di sicurezza dove nessuno ti invade. È il tuo luogo la tua camera e io ti rispetto.
Lo spazio del corpo come rifugio nella tempesta
È passato un po’ di tempo, il ritmo del tuo cuore si è rallentato e io entro piano piano, mi sdraio vicino a te e respiro lentamente, in silenzio. Vorrei farti sentire che ti sono vicina, che non c’è nessuna fretta, puoi restare nel tuo mondo, io sono qui e non ti chiedo nulla, attendo. Voglio farti capire che non sei sola, che se vuoi puoi parlarmi, oppure chiedermi qualcosa, non c’è nessuna fretta e nessun obbligo.
Piano piano ti lasci andare sul letto e ti accoccoli vicino a me girandomi le spalle: hai bisogno di un po’ di calore, sei molto arrabbiata e stanca, è stato un pomeriggio intenso. Metto la mano sulla tua spalla e lentamente ti massaggio la schiena, cercando di rallentare il mio respiro e di trasmetterti calma. Tu ti giri e ti accoccoli sul mio petto, con gli occhi chiusi, per trovare un po’ di rifugio, un po’ di pace, ma non alzi lo sguardo e non parli. Ti abbraccio, stringendoti con delicatezza, ritrovando quel calore che riconosco da tanti anni ed anche quella complementarietà che ho coltivato nel tempo: esserti madre cercando di non invadere il tuo spazio, dandoti accoglienza, ma anche rispetto, silenzio, ascolto.
Da sempre l’abbraccio è stato per me il simbolo più pieno dell’essere madre: farti spazio senza chiedere nulla, accoglierti nel presente, gustando il calore del tuo stare al mondo. Sento che piano piano ti sei lasciata andare e ti sei addormentata, eri proprio stanca ed i tuoi pensieri si trasformano in sogni che galoppano nella tua mente, portando con sé le emozioni più forti, trasformandole in mille colori.
I conflitti lentamente si calmano e vedo il tuo corpo trovare pace. Ascolto il tuo respiro ed osservo i tuoi capelli morbidi che profumano di buono. Mi è sempre piaciuto farmi terra per accogliere la tua energia e darle pace, essere respiro per calmare le tue onde.
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Essere madre: una scelta di vita
La prima immagine che mi ha fatto comprendere che ero pronta a dedicare la mia vita ad un altro essere è stata quella di una madre che teneva un bimbo dormiente tra le sue braccia. Avevo trent’anni. Sono passati molti anni e la nostra vita ha visto tantissime stagioni in cui si sono alternati momenti di grande vicinanza con percorsi di progressiva autonomia, ma lo spazio del corpo, dell’ascolto in silenzio e dell’accoglienza, è sempre stato per noi una grande certezza.
Ci sono momenti in cui mi chiedi di massaggiarti, quando i livelli di stress sono troppo alti e la testa ti scoppia. Se stai male non ti serve la parola, il tuo corpo ha bisogno di accoglienza, di calma e di sprofondare nel sonno, quindi il mio essere madre può tornare per un momento ad essere quella sicurezza e quell’accettazione che cercavi quando eri piccola.
Questi momenti sono ormai piccole isole, in cui ci troviamo saltuariamente nelle nostre vite super impegnate, ma sono parte integrante del tessuto che ha composto nel tempo una sicurezza e un rispetto reciproci.
Tante volte il silenzio è la più grande forma di accoglienza verso la fatica di vivere ed è attraverso il corpo che possiamo riconoscere ed accogliere il bisogno di pace che un figlio o una figlia vorrebbe ritrovare nella propria casa, cose buone, che calmano e che fanno bene al corpo e alla mente: un profumo, una candela, una musica, una minestra calda, un abbraccio.
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LUISA FORMENTI
psicomotricista, TNPEE, pedagogista
Contatti: tel. 339.577.80.27 - luisaformenti.com
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