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Siamo una società che non sa sostenere la frustrazione e il disagio: i fatti di cronaca lo confermano. Di fronte ai fallimenti reagiamo in maniera incontrollata e, se non raggiungiamo il successo, perdiamo pazienza ed entusiasmo.
Le emozioni “negative” come rabbia, paura, tristezza, facciamo fatica a riconoscerle e non siamo in grado di gestirle. Dai dati statistici che stanno emergendo, sembra esserci un incremento dell’aggressività fa i giovani di quasi il 30%, nonostante le campagne di sensibilizzazione e le incredibili energie che si stanno investendo per evitare gli episodi di violenza e il Sole 24 Ore riporta che 1 alunno su 10 è testimone di scontri e violenze in cui molti i professori sono tra le vittime.
Questo contenuto? È Certificato!
Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.
Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai, veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buona lettura!
Quali sono gli aspetti sui quali riflettere?
- La conflittualità come occasione di crescitaI conflitti non sono da demonizzare ma da gestire. Attraverso i litigi i ragazzi si formano, imparano a riconoscere le emozioni, a sviluppare consapevolezza di sé e degli altri.
- Il ruolo dell’adulto come guida
Che tu sia genitore o insegnante hai il delicato e importantissimo compito di essere d’esempio. Se assisti ad un conflitto, attivati per far sì che sia rispettoso: facilita lo scambio di opinioni e lavora affinché ognuno riesca ad esprimere il proprio punto di vista.
- Emozioni come strumenti, non ostacoli
Riconoscere come ci si sente nelle diverse situazioni non dovrebbe essere vissuto come un ostacolo o una difficoltà, ma come un’opportunità per attivare un processo di cambiamento nel caso di un disagio.
- Riconoscere e accogliere la frustrazione
Saper accogliere la frustrazione, la delusione e la rabbia, fin da piccoli è fondamentale: solo chi sa sostenere il fallimento e la perdita può veramente raggiungere i suoi obiettivi. Non è strano dispiacersi, ma può essere eccessiva, talvolta, la modalità con la quale esprimiamo e manifestiamo il nostro dispiacere.
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Come adulti cosa possiamo fare?
Il nostro compito è decisivo nella crescita e nell’educazione dei figli:
- creiamo uno spazio protetto di condivisione lontano da giudizi e pregiudizi, in cui si possa esprimere il punto di vista e il proprio “sentire”. Compresi i dissensi.
- Pratichiamo l’ascolto attivo, offrendo del tempo di qualità alle relazioni, soprattutto se abbiamo un’agenda fitta di impegni e appuntamenti.
- Definiamo regole di comunicazione chiare e rispettate da tutti i membri della famiglia; specialmente se c’è conflittualità: non alziamo la voce, non usiamo parolacce, lasciamo parlare l’altro senza interrompere.
- Pianifichiamo momenti di condivisione che offrano a tutti la possibilità di parlare e il tempo di comprendere le posizioni opposte.
- Impariamo ad esprimere come ci “sentiamo”: quali emozioni si muovono dentro di noi durante la giornata? E quando litighiamo? Puoi approfondire leggendo: Quando penso alla mia adolescenza…
Quali conclusioni trarre?
Studi recenti dimostrano come il supporto emotivo familiare e la presenza di un ambiente in cui si offre spazio ai sentimenti (e anche alle frustrazioni) siano fattori fondamentali per ridurre i livelli di ansia e aggressività nei giovani. Il 35% degli insegnanti (fonte MIUR e Centro Studi Erickson) rileva un aumento di comportamenti aggressivi soprattutto in quei contesti in cui mancano regole chiare e spazi di dialogo strutturato.
Dati ISTAT indicano che nelle famiglie che introducono momenti di ascolto attivo e condivisione, si osservano miglioramento dell’autocontrollo e maggiore capacità di risoluzione pacifica dei conflitti. Questi interventi possono essere fondamentali per contrastare l’aggressività nei giovani, promuovendo qualità come empatia ed autoconsapevolezza.
GIULIA DI SIPIO
consulente genitoriale, formatrice, counselor alimentare e coach relazionale senior
Contatti: tel. 347.169.21.95 - giuliadisipio.it
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