Giocare per crescere! L’attività ludica e lo sviluppo del bambino

I bambini, oltre ad avere bisogno di accudimento fisico e affettivo, necessitano di giocare poiché quest’attività ne condiziona lo sviluppo delle funzioni intellettive,

affettive e relazionali. Inoltre il gioco favorisce l’apprendimento delle funzioni e dei modelli sociali; permette la rappresentazione di vissuti emotivi. Diversi ricercatori ritengono che il gioco abbia un ruolo fondamentale per un adeguato sviluppo psicofisico. Il bambino gioca fin da piccolissimo: l’attività ludica si esprime già quando attiva risposte di tipo sensoriale e motorio agli stimoli del mondo che lo circonda (gioco sensomotorio) sperimentando così piacere e divertimento. Questa forma di attività ludica gli permette di conoscere se stesso, il proprio corpo e la propria efficienza motoria. Le azioni tipiche del gioco senso-motorio sono rappresentate da simulazioni di cadute, accelerazioni tonico-posturali, sollevamenti, trascinamenti, apparire/scomparire, saltare, cadere, tuffarsi, girare, arrampicarsi, scivolare, scalare, trascinare, alzare, schiacciare, riempire/svuotare, coprire/scoprire, tirare, portare, lanciare, cercare, chiudere/aprire, ecc. L’esplorazione dell’ambiente, durante il primo anno di vita, sarà arricchita gradualmente dal reclutamento degli oggetti con cui il bambino viene a contatto e dalla concomitante emissione di suoni e/o di sillabe (vocalizzazione ludica).

L’esplorazione degli oggetti, effettuata con la bocca e in seguito con le mani, che permette la conoscenza delle varie caratteristiche (forma, dimensione, grandezza, natura fisica) assume talora un carattere ludico.

L’interesse che il bambino esprime per ciò che lo circonda gli permette di diventare uno sperimentatore instancabile; infatti se scopre che battendo un cucchiaio su una superficie dura produce rumore, ogni nuovo oggetto può essere utilizzato in questo modo per conoscerne tutti i rumori che riesce a produrre. Il bambino si diverte a riprodurre i suoni provocati dalla caduta a terra delle cose; per cui butta sistematicamente tutto per terra! Tali esperienze ludiche permettono al bambino di agire sulle cose e con le cose e inoltre ne stimolano la abilità creative. 

Attraverso il gioco il bambino riesce a capire come funzionano gli oggetti mediante un’attività per lo più imitativa rispetto alle situazioni reali (gioco funzionale). Quando quest’ultimo diventa rappresentativo, cioè quando il bambino utilizza funzionalmente gli oggetti, si comincia a parlare di vera e propria attività ludica (gioco rappresentativo).

Infatti a partire dalla fine del secondo anno di vita il bambino può essere in grado di utilizzare simboli, immagini, parole e azioni che rappresentano le cose. In questa fase è possibile la riproduzione di un modello (ad esempio situazione di vita quotidiana) in modo differito poiché ne ha conservato una rappresentazione interna. Successivamente si sviluppa il gioco simbolico per cui il bambino utilizza un oggetto come se fosse qualcosa di diverso: ad esempio una scopa può essere usata come un cavallo o un treno. Nel frattempo i giochi di tipo senso-motorio, sebbene siano prevalenti nei primi 18 mesi di vita, continuano a rivestire grande importanza nell’attività ludica del bambino e si possono osservare anche negli anni della scuola materna.

I bambini di età inferiore ai due anni e mezzo-tre seppur fisicamente vicini, interagiscono poco tra di loro e preferiscono un gioco più solitario. Dopo l’ingresso nella scuola dell’infanzia le capacità di socializzazione migliorano e si impara a giocare con gli altri. Tale passaggio è favorito anche dalla maggiore capacità di comunicazione verbale che facilita le relazioni con i pari e con gli adulti. All’età di quattro/cinque anni si acquisisce la capacità di autogestirsi in semplici giochi di gruppo.

Dai sei anni il bambino si diverte anche con giochi complicati, svolti in casa e all’aperto, che possono richiedere precise istruzioni preliminari, buon allenamento, stretto rispetto delle regole e senso di lealtà. 
… cari genitori allora lasciate i bambini liberi di giocare … •

A cura Dott.ssa Mariangela Pinci
Neuropsichiatra Infantile