Vestivamo ancora alla marinara e noi bambini avevamo sul braccio due piccoli marchi segni della vaccinazione anti vaiolo che all’epoca, sembra un’eternità fa, era l’unica obbligatoria.
Era anche il periodo però della ricerca e si parlava del vaccino antipolio di un tal Sabin che avrebbe cambiato il mondo e anche di vaccini per la difterite e il tetano ma a mia madre, che chiedeva consigli al Pediatra (Primario dell’Ospedale dei bambini di Bari), veniva risposto: “decida lei, io i miei figli non li vaccino”. E così accadde che la mia migliore amica e compagna di banco di II° elementare, Lia, morisse di difterite dopo pochi giorni di ricovero e dopo aver contagiato me che guarii in breve ma non senza aver contagiato la mia sorellina di 6 mesi che invece rimase in coma per 40 giorni svegliandosi poi con un grande pianto all’ennesima dolorosissima iniezione di siero antidifterico che ci riempì di gioia e ci fece smettere di pregare.
Credo che allora decisi di fare il medico e di specializzarmi per prima cosa in Malattie Infettive. Non dimentico le parole di un grande professore di allora che disse: “l’uomo scomparirà, la terra come noi la conosciamo non esisterà più ma sopravviveranno solo virus e batteri, gli unici in grado di mutare in fretta per adattarsi a vivere in ambienti ostili”.
Ecco perché quando parlo di vaccini sono estremamente decisa nel dire che sono un’arma impareggiabile, l’unica cura in grado di far scomparire per sempre germi resistentissimi e tenaci come quello del vaiolo, della polio, della difterite, del tetano e molti ancora, a patto però che il 95% della popolazione infantile sia vaccinato.
Quindi considero molto pericolose e fuorvianti le campagne denigratorie sull’uso dei vaccini che periodicamente ricompaiono dettate da ignoranti meccanismi di obiezione di coscienza che purtroppo danneggiano i nostri figli e le generazioni future.
Né possiamo dare la colpa, della ricomparsa nel nostro Paese di malattie di cui da tempo non sentivamo parlare, agli stranieri che sempre più numerosi e bisognosi arrivano da noi in cerca di una speranza per loro e i loro figli, in quanto noi stessi, viaggiando per il mondo o incontrando amici di altre nazioni, se non siamo immuni, saremo contagiati facilmente. Quindi il mio consiglio è il seguente: informatevi bene da fonti di sicura impronta scientifica, chiedete spiegazioni al vostro Pediatra e fidatevi di lui (i Pediatri di oggi sanno cosa rispondervi!!), la battaglia contro questi protervi patogeni è ancora lunga e ben lontana dalla vittoria, ma possiamo ancora fare sì che il catastrofico seppur realistico scenario del mio Professore di Infettivologia non debba presentarsi.
a cura dott.ssa Marina Ciampoli
ex responsabile unità pediatrica-nido Ospedale Palestrina (RM)