Un’attenzione alimentare “alta” nel mondo sportivo è sempre esistita, consapevoli di quanto una guida nutrizionale sana e mirata, di medici, biologi nutrizionisti e fisioterapisti,
sia in grado di ottimizzare l’incremento di massa magra quando necessario o di riflessi e prestazioni veloci.
Allo stesso modo, ahimè, è altrettanto leggero e poco controllato il consumo eccessivo e a volte erroneo di integratori di discutibili origini sintetiche e canali di acquisto, per mano di indubbi allenatori, personal trainer non qualificati o peggio ancora per passaparola di amici che paventano chissà quali assurde migliorie.
Il vero è che l’alimentazione dello sportivo non è molto diversa dall’alimentazione bilanciata seguita da un soggetto sedentario. La differenza riguarda principalmente la quantità di calorie, ossia il carburante
che deve essere introdotto quotidianamente per soddisfare la maggior richiesta di energia determinata dall’aumento del lavoro muscolare e in parte l’apporto aumentato dei sali minerali. Alimentazione bilanciata significa introdurre ogni giorno una buona varietà di alimenti – cereali, legumi, carne, latte, frutta e verdura - per essere certi di assumere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno. Il fabbisogno calorico di uno sportivo può oscillare dalle 2.000 alle 5.000 kcal al giorno a seconda del sesso, dell’età e dell’intensità e durata dello sforzo sostenuto.
Consumando più alimenti aumenta anche la quantità di sali minerali e vitamine introdotte. Il più delle volte, quindi, è superfluo ricorrere agli integratori; basta solo rispettare, come in tutte le diete bilanciate e armoniche, la giusta ripartizione tra i nutrienti stessi. Numerose evidenze scientifiche dimostrano che il giusto apporto di nutrienti e di liquidi (acqua) favorisce il rendimento nell’allenamento, migliora la prestazione agonistica, accelera il recupero dalla fatica, previene eventuali traumi e danni, migliora le difese immunitarie e ottimizza lo stato di salute psico-fisica.
È necessario che lo schema alimentare dello sportivo sia strutturato per rispondere alle esigenze specifiche del soggetto (rispettando il fabbisogno energetico determinato con la calorimetria indiretta) e della disciplina praticata (in relazione al tipo di impegno della durata e alle condizioni climatiche in cui viene svolta), pianificando eventualmente regimi nutrizionali differenti qualora si tratti di giorni che precedono le competizioni, quelli propri delle gare o degli allenamenti ancora quelli di recupero ai precedenti e infine, ma non da sottovalutare, quelli nel periodo di riposo (indispensabili a garantire il mantenimento del peso corporeo e di una buona condizione fisica).
Un giusto programma alimentare deve essere appropriato e specifico.
Essenziale nella consulenza con lo sportivo è l’effettuazione dell’esame BIA (test bioimpedenziometrico), strumento di largo utilizzo soprattutto tra i biologi nutrizionisti. Eseguito all’inizio della preparazione, dopo circa pochi mesi dalla data di inizio, e infine riproposto in prossimità delle gare o delle partite importanti, serve a monitorare di volta in volta come si modifica la composizione corporea e lo stato di idratazione dell’organismo e, quindi, a evitare stadi di disidratazione e calo della prestazione.
a cura dott.ssa Valentina De Matteis
biologo nutrizionista