Carissimi genitori, questo è il “nostro spazio”!
Uno spazio aperto per condividere insieme, riflettere sul nostro modo di “essere genitori” e lasciarci ispirare l’uno dall’altra… allora, mentre aspettiamo via mail su: redazione@bambiniegenitori.it le vostre riflessioni per essere pubblicate e condivise in questo spazio nel prossimo numero, comincio io e “apro le danze” con una frase che ho letto tantissimi anni fa, quando ancora non ero genitore e cercavo di dare un senso alla mia esperienza di figlia. Questa frase mi ha colpito tantissimo.
È di Osho. Egli scriveva: "I genitori dovrebbero essere consapevoli di come condizionano i loro figli. E ai bambini dovrebbe essere data la possibilità di sperimentare il bene e il male, così che possano decidere da soli. Lasciate che trovino la loro strada: voi state soltanto molto attenti che non cadano in un fosso!
Non dite mai nulla ai vostri figli che non sia una vostra esperienza esistenziale. Accettate la vostra ignoranza, questo vi procurerà un maggior rispetto, più fiducia in ciò che siete. L'ego del genitore pretenderebbe di conoscere tutto!
Siate rispettosi nei confronti del bambino; i genitori si aspettano il rispetto dei figli, ma si dimenticano che è una cosa reciproca: rispetta i bambini e loro ti rispetteranno! Fidati dei bambini e loro si fideranno di te, allora sarà possibile una comunicazione.”
E ora, lascio la parola agli altri genitori e alle mail arrivate in redazione.
Francesca Cristofari, mamma di Jacopo e Jari
Come genitore mi sono sempre chiesta quale fosse il modo migliore per educare e crescere i miei figli. Sono certamente consapevole che “l'infanzia costituisce l'elemento più importante nella vita dell'adulto: l'elemento costruttore. Il bene o il male dell'uomo nell'età matura è strettamente legato alla vita infantile da cui ebbe origine. Sull'infanzia ricadranno tutti i nostri errori e su di essa si ripercuoteranno in modo indelebile.”
Cosi scriveva Maria Montessori nella prefazione del suo libro “Il segreto dell'infanzia”. Allora era una novità, agli inizi del secolo scorso la società non riconosceva il bambino come soggetto con dei diritti, non esisteva una cultura dell'infanzia, di cui la Montessori è stata una promotrice.
A distanza di cento anni il bambino è diventato soggetto attivo, con potenzialità e risorse sue proprie, che si rapporta con l'adulto, con le sue emozioni e sensazioni, che apprende anche e soprattutto tramite esse.
Essere genitore significa interrogarsi, prestare ascolto ai bisogni dei figli, nel rispetto della loro integrità e autonomia, evitando di manipolarli.
Stefania Mammetti, mamma di Sofia
Maria Rita Parsi scrive: “I figli non sono di nostra proprietà, ma passano attraverso di noi”. Fin qui la teoria, ma come fare a metterla in pratica? Il genitore perfetto non esiste. Esiste però il genitore che, forte dell'attenzione e dell'ascolto che dedica al figlio, sa mettere limiti fermi e rassicuranti, consapevole dell'importanza che ha per il bambino il confronto con un adulto capace di contenerlo.
Pensiamo che forse è necessario scontrarci con i nostri errori. Pensiamo che dobbiamo crescere con i nostri figli e apprendere con umiltà. Pensiamo anche che è importante il confronto, lo scambio di esperienze e di consigli come spunti di riflessione. Per dirla con Maria Montessori: “Stimolare la vita lasciandola libera di svilupparsi, ecco il primo dovere dell'educatore. Per una simile delicata missione, occorre una grande arte che suggerisca il momento giusto, che limiti l'intervento, e che non disturbi o devii, anziché aiutare, l'anima che sorge a vita e vivrà in virtù dei propri sforzi”.
ILARIA ZAMBONI
counselor relazionale, presidente dell’Associazione Bambini e Genitori, mamma di Chiara e Francesco
Contatti: tel. 328.42.62.209 - ilaria.zamboni@libero.it
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