I conflitti della genitorialità, in particolare legati al sonno dei neonati e dei bambini piccoli, rappresentano una delle sfide più comuni ma meno espresse dai genitori.
Questi momenti, spesso vissuti con frustrazione, senso di colpa e paura, sono invece normali e in qualche modo inevitabili. I genitori si avvicinano alla nascita del figlio con aspettative che derivano da influenze culturali, social media, pressioni sociali, tanto entusiasmo e molta apprensione.
E un ambito in cui i conflitti appaiono frequentemente è quello del sonno poiché concedersi notti di riposo non è altro che il riflesso di un desiderio legittimo, umano, tuttavia, capita di scontrarsi con una realtà diversa, fatta di risvegli notturni e giorni di stanchezza cronica: il percorso del sonno infantile raramente segue un copione prevedibile!
Questo contenuto? È Certificato!
Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.
Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai, veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buona lettura!
Cos’è che alimenta il conflitto interiore?
Il conflitto interiore sorge nel divario fra ideale e realtà: il bambino esprime la propria natura, mentre il genitore, inconsapevolmente, cerca di incasellarlo nelle sue aspettative per allontanare l’ansia, oppure lo paragona ai fratelli o ai bimbi di amici, idealizzandoli.
Ogni famiglia deve trovare il proprio equilibrio, che passa per la conoscenza di sé stessi e del proprio figlio, senza giudizio. Avere aspettative realistiche significa considerare le caratteristiche naturali e le variabili del bambino accettandole, con un atteggiamento di apertura. E anche il sonno di un bambino piccolo può essere instabile permettendoci di constatare che non tutto può essere controllato.
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La delusione dell’illusione
Quando un’aspettativa irrealistica si infrange, subentra inevitabilmente la delusione. Questa fase, sebbene difficile, è cruciale per crescere come genitore: rende necessario un passo indietro, un ripensamento. Ed è qui che inizia il viaggio di maggiore empatia verso il proprio figlio. Il bambino non “manipola” il sonno dei genitori né “impone” i propri bisogni: semplicemente, come ogni essere umano comunica, e questo a volte significa avere ritmi che non coincidono con quelli idealizzati dagli adulti.
Il sonno è diventato, negli ultimi decenni, un argomento molto “medicalizzato” e anche una sorta di competizione sociale. Le aspettative sui tempi in cui il bambino “dovrebbe” iniziare a dormire sono diventate un peso per i genitori. È importante ricordare che ogni bambino è diverso e che la pedagogia moderna suggerisce un approccio basato su ascolto attivo ed empatia, questo vale anche nel sonno. “Ascoltare” il pianto di un neonato significa comprendere il suo messaggio profondo.
Si può aiutare a migliore le notti di tutta la famiglia strutturando un’igiene del sonno corretta, una routine, dei rituali, ma il risultato sarà sempre per tutti diverso. Essere presenti, ascoltando anche le proprie frustrazioni, aiuta ad alleviare quel senso di impotenza che spesso accompagna i risvegli notturni. A questo proposito, puoi approfondire leggendo: Figli e nuovi inizi scolastici: come gestire la nanna? La tecnologia può aiutarci?
Comprendere il sonno infantile per accogliere la propria crescita
Nel lasciar andare le aspettative, il genitore si libera di un pesante fardello sociale e può iniziare a vedere e accogliere il proprio bambino per ciò che è realmente e non per come vorrebbe che fosse.
Questo non significa rinunciare ai propri desideri di sonno e riposo, ma imparare a conciliare le proprie esigenze con quelle del piccolo, adattandosi a una realtà in continua evoluzione.
Il conflitto tra genitore e figlio può diventare un’opportunità di crescita per entrambi, un momento in cui il genitore impara a confrontarsi con le proprie paure e i propri limiti. Comprendere che i conflitti e le difficoltà sono parte di questo cammino permette di sviluppare una maggiore resilienza emotiva. Infatti, il vero viaggio genitoriale non è verso un ideale astratto di perfezione, ma verso una relazione autentica con i propri figli e si tratta di una strada fatta di piccoli passi, dove ogni giorno si impara qualcosa di nuovo su sé stessi e su quel piccolo essere in crescita che chiamiamo figlio.
Perché i conflitti genitori-figli ci spaventano tanto?
Dal punto di vista pedagogico, i conflitti sono parte integrante di quella dinamica che chiamiamo crescita. Ogni bambino, man mano che si sviluppa, cerca di affermare la propria identità, di trovare un posto nel mondo e di costruire un’immagine di sé stesso. Per farlo, a volte si oppone, sfida e cerca risposte nei genitori. I conflitti, quindi, non vanno sempre visti come segnali di un legame malato o di una famiglia in difficoltà. Al contrario, è proprio nel contrasto che i bambini imparano chi sono e cosa desiderano.
Anche il genitore è continuamente chiamato a confrontarsi con questo specchio e con l’immagine che il figlio gli restituisce, il che può essere destabilizzante. È umano, per esempio, proiettare su un figlio sogni e aspettative, ma la natura del bambino è spesso diversa da quella che ci immaginiamo.
Questa dicotomia tra aspettativa e realtà può generare tante emozioni fra cui alcune difficili da accogliere, anche se del tutto naturali poiché ogni genitore spera di fornire a sé stesso e al proprio figlio serenità e crescita ottimale; tuttavia spesso come genitori proviamo frustrazione, senso di colpa, profondo senso di delusione e un gran conflitto interiore.
RONDINE DE LUCA
puericultrice e sleep coach pluricertificata, fondatrice Accademia formazione consulenti del sonno
Contatti: @lefatedellananna
lefatedellananna.it
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