Intolleranze alimentari e problemi di attenzione nei bambini

Le Neuroscienze ci insegnano come esista un sistema nella biologia umana per adattarsi alle diverse condizioni di stress denominato PNEIM: Psico – neuro – endocrino – immunologico - metabolico.

Le così dette “intolleranze” sono presenti quando l’organismo impiega soprattutto le vie “non immunitarie” alla risposta allo stress. Potranno così essere presenti sintomi fisici (tosse, orticaria, diarrea, cefalea, cistite, ecc.) sia sintomi psichici (iperattività, sonnolenza, insonnia, difficoltà di concentrazione, ecc.) che sono alla base della formazione di reazioni infiammatorie con conseguente produzione di tossine che tenderanno ad accumularsi portando a una sorta di avvelenamento dell’organismo. Uno dei sintomi più diffusi e frequenti consiste in quello che molte mamme riportano come quel “catarrino fastidioso in gola accompagnato da tosse continua”. 

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Spesso i bambini che presentano raffreddori ripetuti, tosse, catarro, cefalea, iperattività ecc., hanno nella loro storia episodi di gastroenteriti, coliche gas- sose, stitichezza e, quasi sempre, una intolleranza alimentare con disbiosi, ovvero una alterazione della flora batterica intestinale. Nella categoria di disturbi psichici da intolleranza verso i cibi i più rappresentativi, oltre alla sonnolenza, sono da ricordare irrequietezza, iperattività e, spesso, difficoltà di concentrazione e/o di attenzione. Importante quindi valutare molto bene ogni singolo caso prima di prima affibbiare in modo semplicistico una “etichetta” che potrebbe causare, nel futuro, non trascurabili nuovi problemi psicologici.

Tutti i cibi possono potenzialmente creare intolleranza ma alcuni si ritrovano più frequentemente anche a causa del loro largo (e spesso eccessivo!) consumo. Un’alimentazione ricca di cibi a base di carboidrati e latticini in eccesso, dolciumi vari, cioccolato, succhi di frutta, merendine, biscotti, caramelle, ecc... e tutti gli additivi che essi contengono, crea un danno molto importante per la salute presente e futura del bambino. Diventa quindi molto importante  moderare  il  consumo di determinati alimenti e, nel frattempo, introdurre diverse porzioni giornaliere di frutta e verdura (considerati carboidrati favorevoli per la presenza di vitamine, sali minerali e fibra soprattutto se derivano da coltivazione biologica). Un’alimentazione varia ed equilibrata è  fondamentale  per  la  salute dei nostri figli (e nostra!).

Non dimentichiamoci dell’ingrediente più importante di tutti ovvero l’Amore nella cura del nostro bambino quando gli offriamo il cibo: senza ansia o paura, con serenità e soprattutto evitando di distrarlo con giochi o TV e senza forzarlo ad alimentarsi.

Se non mangia volentieri o rifiuta il cibo ci dobbiamo chiedere quale sia il suo disagio che ci trasmette attraverso questo comportamento (o se non ha già mangiato merendine o simili prima dei pasti!).

Rispettiamolo, insegniamogli a nutrirsi bene, in modo gustoso, semplice ed equilibrato: è uno dei più grandi doni che possiamo fargli per la sua vita!

CARMELA TRAVAGLINI
medico chirurgo, specialista in Pediatria, Agopuntura, Omotossicologia,  Kinesiologia


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