niente di meglio del “ migliore amico”

Provare empatia per gli altri, saper condividere le proprie cose ed i propri sentimenti, aver bisogno di una presenza accanto calda, accogliente, rassicurante,

imparare a confrontarsi anche su idee diverse, tutto ciò è alla base del sentimento amicizia ed è ciò che noi genitori dobbiamo trasmettere ai nostri figli fin da piccolissimi interagendo correttamente con loro, mostrando di saper ascoltare e comprendere, giocare e confrontarsi, condividere e divertirsi.

All’ingresso poi nel mondo della scuola, quando il bimbo abbandona il porto sicuro della propria casa e la presenza rassicurante dei propri genitori, è più che naturale che cerchi di instaurare un rapporto preferenziale con uno o più coetanei. 

Se lo avremo abituato bene al confronto con gli altri nasceranno subito e facilmente rapporti di amicizia che potranno durare anche tutta una vita!

Ho letto tempo fa, con un certo sconcerto, l’invito del preside di una scuola britannica ai genitori degli alunni a scoraggiare i propri figli dall’avere un solo amico, quel migliore amico che i più fortunati di noi chiamano ancora al telefono per condividere tutti i più importanti eventi della vita o le banalità del quotidiano. 

Questo preside affermava che avere un amico del cuore avrebbe condotto a comportamenti isolazionisti e all’impossibilità di rapporti sociali più ampi; io non condivido questo punto di vista e con me anche la sociologa Judi James afferma che avere un migliore amico è di grande aiuto per affrontare nuove esperienze di vita con una figura di riferimento che non può essere più quella di un genitore ma che deve offrire lo stesso supporto morale e materiale in qualsiasi momento, si tratta insomma quasi di un istinto di sopravvivenza che fa sentire il bambino più sicuro nell’affrontare la vita fuori di casa se può ricreare quel rapporto simbiotico con un suo coetaneo. 

Inoltre avere un amico preferito fa sì che i nostri figli vengano presto messi alla prova in occasione dei primi litigi ed incomprensioni imparando a sopravvivere socialmente sulla base di un confronto positivo con l’altro basato sulla solidità di un rapporto affettivo.

Quanto detto è confermato da riflessioni sociologiche e psicologiche di alto livello ma quello che i più fortunati di noi adulti sanno per averlo provato di persona è quanto bene faccia avere qualcuno con cui condividere tutto: le prime angosce, le prime emozioni, le grandi e piccole esperienze della vita, nel bene e nel male sempre con sincerità assoluta, senza che gli inevitabili cambiamenti che la vita produce in ognuno possano scalfire quell’affetto e quella sentita vicinanza che ci lega nel tempo al nostro miglior amico! 

In un’epoca poi in cui i rapporti interpersonali sono spesso mediati dai social network che rendono superficiali ed impersonali le relazioni fra i giovani, la speranza e l’augurio migliore da fare ai nostri figli è quello di trovare presto un vero e sincero amico, soprattutto in carne ed ossa e non virtuale! 

a cura dott.ssa Marina Ciampoli
ex responsabile unità pediatrica-nido Ospedale Palestrina (RM)