Non più bambini, né adulti: l’età di mezzo!

Polvere più sottile dei granelli di sabbia… via vai di impronte, odori di fatica e lavoro fisico… esasperazione quando scopri uno scaffale ancora pieno di cose da inscatolare…

Mai vissuto un trasloco o una ristrutturazione? Allora sai di cosa parlo! Imprevisti a ogni angolo... 1297 richieste cui stare dietro... confusione. E tante, tantissime emozioni imperiose e contrastanti. Quando l’hai già vissuto puoi fare spallucce e dire con sorriso sornione “eh dai, poi passa e sei contento!”. Ma quando ci sei dentro, è un vortice.

Non hai tempo di leggere? Ascolta!

Ecco, signore e signori, l’adolescenza: un normale processo di ristrutturazione cerebrale e fisica che porta con sé la promessa di nuove consapevolezze e possibilità brillanti, e lo scotto di tempeste emotive irruenti, dubbi, incertezze e movimenti.

Due i grandi ostacoli cui fare attenzione:

  1. Il peso delle aspettative. Si parla tanto di questa fase come di un periodo nero, difficile, un po’ come avviene per i “terrible 2”, in cui almeno però il pupo è carino e paffuto, sembra un angioletto quando dorme, e tutto sommato c’è poco rischio che combini grossi danni. I due periodi hanno molto in comune: in entrambi, i cambiamenti nel cervello portano con sé una forte intensità emotiva e nuove consapevolezze che spingono alla ricerca della propria individuazione:
    - Chi sono io rispetto ai genitori, alle autorità, al vecchio modo di fare le cose?
    - Chi sono io rispetto al gruppo? A quale gruppo appartengo?

  2. Prendiamo tutto sul personale. Risponde male? Alza la voce? Si chiude in camera sbattendo la porta? Mi manca di rispetto. Vuole sfidarmi. Dimenticando che forse c’è un’altra chiave di lettura più costruttiva per tutti…

L'immagine è composta da tanti cerchi luminosi di differenti colori che si fondono fra loro e rappresenta idealmente l'unione e il sostegno della Community Etica di Bambini e Genitori

Questi due elementi ci portano ad avere paura dell’adolescenza. Forse proprio perché facciamo ancora confusione con le emozioni. Quando sono tanto intense, tendiamo a pensare che ci sia qualcosa che non va, a leggerle come un problema da risolvere anziché come un’occasione per farcene guidare (e insegnare ai nostri ragazzi a fare lo stesso, che è tutta la differenza tra reagire d’impulso col rischio di fare danni, e saper fare una pausa per sentire l’emozione prima di scegliere come agire).

Ma cosa vorremmo noi adulti? Sapere che stiamo crescendo i nostri ragazzi più o meno bene. E per questo, vorremmo poter continuare a comunicare coi nostri ragazzi, e magari anche poter stare bene insieme nel frattempo.

Vediamo allora questi due aspetti.

Poter comunicare implica essere disposti ad andare verso l’altro - creare un ponte.

Stare bene insieme, il benessere, è armonia. L’armonia nelle relazioni - con noi stessi e con gli altri - è un passaggio fluido, aperto e libero di energia.

In entrambi i casi, vedi qual è il comun denominatore? Collegamento e apertura. I cui ingredienti essenziali sono curiosità e fiducia, ovvero l’antitesi della paura.

Fiducia e paura richiedono entrambe di credere in qualcosa che non puoi vedere; eppure, più spesso cediamo alla seconda, anziché coltivare la prima.

I nostri ragazzi hanno bisogno della nostra fiducia per non farsi spaventare dal caos che stanno attraversando ma vederlo come il passaggio verso una nuova armonia.

Noi genitori ne abbiamo bisogno per restare curiosi e quindi connessi ai nostri ragazzi.

Cosa possiamo fare nel concreto?

Creare occasioni per stare insieme e comunicare partendo dall’intenzione profonda di scoprire cosa passa per la testa dei nostri ragazzi, qual è la loro esperienza del mondo, liberi da preconcetti, paure, aspettative. Con curiosità, e fiducia. E questo è l’esempio più grande di umanità che possiamo dare loro.

CLIO FRANCONI
consulente genitoriale,
facilitatrice certificata in Disciplina Positiva

Contatti: parent-smileandgrow.com


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