Mediare o scendere a compromesso?

La “sottile” differenza alla base del nostro benessere

Mediare, dal latino mediatio -onis, deriva da mediare e significa letteralmente “stare nel mezzo”. Mediare è diverso dal trovare un compromesso. Se la prima parola prevede una consapevolezza di sé, dei propri valori e la volontà di volerli salvaguardare, il compromesso, sebbene in origine derivasse dal latino: compromissus “obbligato insieme”, oggi è un andare verso l'altro venendo meno a sé stessi.

Nella mediazione, dove si applica uno strumento (da media, strumenti) infatti, non ci si muove in contrasto con i fini che si perseguono, nonché con i propri ideali e valori, ma si agisce in sintonia e nel rispetto del proprio sentire più profondo, mentre, nel compromesso, al contrario, si cede spesso, in nome di “un fine che giustifica i mezzi” e ci si trasforma fino a diventare irriconoscibili a noi stessi e agli altri. Se l’arte della mediazione è indispensabile per una buona qualità della nostra vita, deleteria è invece la disponibilità al compromesso.

In un'epoca in cui ci si concentra sulla definizione dei propri obiettivi, ma si trascura cosa significhi la parola valore, in un'ottica olistica, dovremmo sperare di riuscire a trasmettere ai nostri bambini quanto siano importanti entrambi per noi e il nostro benessere. Nel breve medio e lungo termine soprattutto.

Gli obiettivi sono negoziabili. In continua evoluzione. I valori no.

Tutti noi cresciamo e modifichiamo i nostri traguardi in funzione della nostra crescita e di come l'ambiente si trasforma intorno a noi. Quello che spesso tralasciamo, perché pensiamo ingenuamente essere di poca importanza, sono i nostri valori: i principi attraverso i quali regoliamo i nostri comportamenti e diamo un giudizio a quelli altrui.

Riportare un'attenzione a quelle regole non scritte che ci animano nel quotidiano, non è un invito al moralismo, ma un'indicazione a non tralasciare ciò che influenza veramente la qualità delle nostre vite e delle nostre relazioni.

E' proprio con gli altri che è importante ricordare a noi stessi quali sono quei paletti che sentiamo essere fondamentali, i limiti invalicabili, lo spazio sacro all'interno del quale noi siamo, a prescindere da ciò che facciamo.

Quante volte accade che ci venga detto di non essere abbastanza accomodanti? ...ma si tratta veramente di non essere “flessibili” oppure sono gli altri che ci stanno chiedendo più di quello che siamo disposti a dare? …o addirittura qualcosa che va in una direzione opposta ai nostri ideali? Siamo in grado di riconoscere e sostenere con determinazione e assertività i nostri principi? Quante volte è necessario scendere a compromessi con gli altri prima di riconoscere chi siamo veramente e quanto siamo speciali, anche e soprattutto, per i nostri "no"?

Insegnare ai nostri bambini l’importanza dei valori è prima di tutto qualcosa che ci permette di fare i conti con quei principi astratti, ma sempre presenti, che ci animano in prima persona. Definiti loro, è un po’ come se avessimo definito la cornice entro la quale collocare i nostri obiettivi, la concretezza dei nostri ideali.

Non esistono valori giusti o valori sbagliati, esistono i Valori che ci animano e che ci motivano.

Identificarli è alla base del nostro benessere e della nostra capacità di saperci relazionare con noi stessi, in primis, e con gli altri. In un’ottica più ampia, saper dare un nome a quei concetti che sentiamo essere fondamentali e imprescindibili, ci pone nella condizione privilegiata di avere sempre una bussola che ci indica la direzione, il Nord verso cui volgere lo sguardo, le nostre energie e progettare le nostre azioni.

Avere chiara la via non è una garanzia di successo, ma la base, grazie alla quale, ognuno di noi può costruire le fondamenta dei suoi progetti e definire i propri confini. Non si è più buoni se si scende a compromessi, se si sopporta… anzi, spesso, così facendo ci si ritrova a navigare in acque paludose, prive di corrente funzionali al progredire del nostro cammino. Mediare tra ciò che sentiamo e quello che ci viene richiesto è un’abilità che si acquisisce e si potenzia nel tempo e che presuppone un continuo e costante ascolto di noi stessi e dell’ambiente circostante in modo da poter essere tenaci nell’affrontare le difficoltà, perseveranti nei nostri sforzi, disciplinati nel proseguire lungo la direzione che sentiamo essere più giusta per noi e per il senso che noi vogliamo dare alla nostra vita.

GIULIA DI SIPIO 
consulente genitoriale, formatrice, counselor alimentare e coach relazionale senior

Contatti: tel. 347.169.21.95 - giuliadisipio.it


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