Ho scritto molto in passato sulla nostra era e sulla particolarità di essere, oramai, interconnessi.
Cosa vuol dire essere indirettamente collegati? Vuol dire che, oltre allo scambio materialmente ed oggettivamente esperienziale (quello che si mette in atto con una semplice telefonata ad esempio), gli individui sono collegati anche da idee, pensieri, sentimenti ed emozioni che non per forza necessitano di presenza.
Fino a pochi anni fa, si dava alla parola “interconnessione sociale”, un valore prettamente ideativo legato, per lo più, alle abitudini di ognuno di noi. Quando, ad esempio, guardiamo il telegiornale in TV e il giornalista ci da una notizia drammatica, ognuno di noi è “interconnesso” con uno stato emotivo di tristezza che, per sua natura, diventa diffuso e collettivo.
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Pertanto, la condizione di interconnessione è piuttosto antica e fa parte della storia dell’umanità. Qualsiasi fatto o accadimento pubblico e privato determina l’essere connessi l’uno con l’altro.
Oggi, a questo termine diamo un significato, se vogliamo, diametralmente opposto.
L’interconnessione non è più dettata solo dallo stato d’animo collettivo ma dall’essere collegati l’uno con l’altro attraverso il mezzo della tecnologia informatica.
Cosicché, se volessi entrare in contatto diretto con qualcuno non posso far altro che collegarmi all’interno di un social ed iniziare un libero scambio che, poi, sarà destinato ad evolvere in relazione al contenuto del rapporto rispetto a come lo si è impostato.
È utile tutto ciò?
Io direi di sì! Lo è ai fini professionali, dal punto di vista sociale e, in particolar modo, per l’utilità che ne consegue. Se in passato, ci avessero raccontato che avremmo potuto costruire un secondo livello sociale attraverso canali totalmente diversi da quelli abituali probabilmente avremmo stentato a crederci. Oggi invece, ci siamo riusciti grazie al progresso scientifico.
Quali sono i fattori negativi? Non esistono fattori positivi o negativi. In ogni contesto, in ogni situazione e in ogni scelta l’unico elemento determinante sono le impostazioni educative della famiglia.
Se un ragazzo, così come accade spesso, utilizza internet per finalità improprie è perché non è cosciente del corretto uso dello strumento tecnologico.
Ci sono diversi giochi on line che mettono in connessione bambini il cui obiettivo, però, è quello di compiere azioni di Cyberbullismo. Ci sono altre situazioni, invece, in cui l’essere interconnessi permette agli adulti la diffusione di materiale pedopornografico. Questi sono gli aspetti più allarmanti che le istituzioni preposte, contrastano ogni giorno.
Ma se riflettiamo bene, quanto è stata utile l’interconnessione durante il difficile periodo della pandemia da Covid 19? Io direi fondamentale, soprattutto a livello didattico per i nostri studenti.
Pertanto, senza proseguire con gli esempi, la possibilità che oggi ci offre l’informatica è assolutamente importante se non in molti casi essenziale.
Sta a noi, però, saperla gestire e sta noi adulti educare i figli affinché l’interconnessione possa essere utilizzata e sfruttata seguendo le regole del rispetto verso l’altro.
RAFFAELE FOCAROLI
pedagogista esperto in scienze comportamentali, creatività ed educazione emozionale
Contatti: tel. 340.645.24.92 - centrofamigliaefigli.it
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