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Essere genitori non è facile, e nessuno di noi è perfetto. Ma siamo qui per imparare strada facendo e crescere assieme ai nostri figli!
Affrontare i conflitti con i figli può essere una delle sfide più faticose della genitorialità. Spesso, ci si trova a fare i conti con emozioni intense: frustrazione, senso di colpa, paura di aver sbagliato tutto o rabbia perché si pensa di non essere riconosciuti nel proprio ruolo.
Ci si chiede perché i figli sembrino provocare, sfidarci, o opporsi con ostinazione. Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a vedere questi comportamenti sotto una luce diversa? E se i nostri figli non ci stessero mancando di rispetto, ma invece cercassero di comunicarci che sono in difficoltà e hanno bisogno di noi?
Questo contenuto? È Certificato!
Se sto scrivendo qui, sul blog e sulla rivista etica per Genitori, è perché l’Ente italiano “Bambini & Genitori”, la prima Community NOprofit nel panorama educativo nazionale, ha certificato l’etica di quello che stai leggendo.
Grazie al suo Comitato Scientifico, che vede nomi autorevoli come Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai, veri luminari sull’educazione genitoriale; ha ritenuto che questi contenuti seguano le linee-guida educative del terzo millennio, siano pedagogicamente corretti e propedeutici allo sviluppo degli adulti di domani, quindi buona lettura!
Qual è il primo passo per gestire i conflitti con i figli?
E’ cambiare la prospettiva. Quando un bambino urla, sbatte la porta o ci risponde in modo brusco, spesso interpretiamo quel comportamento come una provocazione o una sfida diretta. Tuttavia, dietro ogni comportamento, anche il più difficile, c'è un'emozione, un qualcosa che li ha feriti, un qualcosa nel quale stanno facendo fatica. Un bambino che urla potrebbe sentirsi frustrato,
impaurito o incompreso. Un adolescente che si chiude in camera potrebbe sentirsi sopraffatto o incapace di esprimere i propri sentimenti.
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Come interpretare i segnali di difficoltà dei figli?
È importante ricordare che i bambini e i ragazzi hanno bisogno di attenzione, ma spesso la chiedono nei modi meno appropriati. Quindi, invece di vedere il conflitto come una battaglia da vincere, proviamo a considerarlo come un segnale di difficoltà che ci stanno lanciando, come fosse un SOS.
Quando i figli si comportano male, ci stanno dicendo, anche se in modo maldestro, che qualcosa non va. Stanno cercando di dirci che sono sopraffatti dalle emozioni e hanno bisogno del nostro aiuto per capire cosa sta succedendo dentro di loro e come poterlo comunicare.
Con questo non sto dicendo che sia tutto concesso, ma che, se compreso il perché e la difficoltà dietro a quel comportamento sapremo come intervenire in modo efficace per ridurre tutti questi comportamenti che leggiamo come aggressivi e provocatori.
Cosa fare per gestire la nostra rabbia ed aiutare i figli?
Quando senti che la rabbia sta crescendo dentro te, puoi provare a:
- Fermarti per un momento e respira profondamente. Il respiro consapevole può aiutarti a prendere una pausa e ad evitare di reagire con rabbia.
- Allontanati dalla situazione, se possibile, e prendi qualche minuto per riflettere e far scendere l’emozione.
- Non è necessario risolvere il conflitto immediatamente, ricordalo!Prendersi del tempo per calmarsi può prevenire escalation e favorire una comunicazione più efficace.
Uno dei più grandi rischi durante un conflitto è il cadere nella "logica dello scontro" nella quale vogliamo aver ragione a tutti i costi o in cui vediamo il conflitto stesso come una lotta da vincere.
Invece, questo cambio di prospettiva può aiutarci a rispondere diversamente. Puoi approfondire leggendo: Che rabbia, la tua rabbia!
Come possiamo costruire un ambiente familiare sereno?
La chiave per gestire i conflitti con i figli non è nell’eliminare le tensioni (che fanno parte della crescita e della vita familiare), ma affrontarle con empatia e comprensione.
Cambiando la nostra prospettiva e riconoscendo che dietro ogni comportamento c’è un’emozione o una richiesta di aiuto, possiamo costruire un ambiente familiare più sereno, aperto al dialogo e che sappia guidare verso altre modalità comunicative. Se vuoi approfondire, può esserti utile leggere: Tuo figlio sta troppo online? Ecco i sei campanelli d’allarme
E se stai vivendo un momento di difficoltà nella relazione con tuo figlio o figlia, sai che possiamo affrontarla assieme.
ERIKA CARIA
pedagogista esperta nel sostegno genitoriale
e nell'educazione emotiva
Contatti: @latuapedagogista
latuapedagogista.com
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